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Le guerre nell’Ue sul riarmo (e non solo)

Perché ci sono subbugli in Europa, anche tra Parlamento europeo e Commissione di Bruxelles, sul piano di riarmo. Estratto dal Mattinale Europeo

Dopo il Libro Bianco di von der Leyen, i leader vogliono una “road map” sulla difesa

I capi di Stato e di governo dell’Unione europea chiederanno alla Commissione e all’Alto rappresentante, Kaja Kallas, di preparare una nuova “road map” sul rafforzamento che dovrebbe contenere le tappe per rafforzare la difesa di qui al 2030. Il Libro Bianco presentato da Ursula von der Leyen e dal commissario Andrius Kubilius a marzo non è considerato sufficiente, anche se ha permesso di lanciare il piano di riarmo da 800 miliardi di euro. “Abbiamo trascorso gli ultimi 3 mesi a mettere in atto i primi passi”, ma “abbiamo un obiettivo 2030 e ora abbiamo bisogno di una visione più strutturata su come lavorare nei prossimi anni”, ci ha detto un alto funzionario dell’Ue. La richiesta di una “road map” dovrebbe essere inserita nelle conclusioni del Consiglio europeo. La scadenza dovrebbe essere il vertice di ottobre. Tuttavia dentro il Consiglio europeo permangono divisioni sulle ulteriori opzioni di finanziamento della difesa, in particolare un nuovo strumento di debito comune.

Il Parlamento pronto a ricorrere in Corte sul piano di riarmo

Il tema può apparire marginale, ma ha una valenza politica importante: fino a che punto la Commissione di Ursula von der Leyen può invocare le emergenze per far adottare regolamenti senza il voto del Parlamento europeo? Secondo la commissione Affari giuridici dello stesso Parlamento ci deve essere un limite. I suoi deputati ieri hanno votato a favore di un ricorso davanti alla Corte di giustizia dell’Ue contro il Consiglio per la base giuridica usata dalla Commissione per lanciare SURE, lo strumento di prestiti da 150 miliardi di euro del piano di riarmo. La base giuridica è l’articolo 122 del trattato che dà la possibilità alla Commissione e al Consiglio di adottare testi in caso di emergenza senza passare dalla procedura legislativa ordinaria e bypassando il Parlamento europeo. Ursula von der Leyen si era giustificata dicendo che l’articolo 122 era necessario come “risposta eccezionale e temporanea a una sfida urgente ed esistenziale”. Ora tocca alla presidente del Parlamento europeo decidere se presentare formalmente il ricorso alla Corte di giustizia. La scadenza è il 21 agosto. Nel frattempo, il Consiglio – dove siedono i governi – ha già approvato lo strumento SURE.

I socialisti denunciano il metodo von der Leyen

“La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen sta perseguendo una chiara strategia di consolidamento del potere all’interno dell’esecutivo dell’Ue. La sua ultima mossa – l’approvazione dello strumento SAFE per l’assistenza finanziaria nel settore della difesa senza coinvolgere il Parlamento europeo – non è solo un eccesso procedurale. Fa parte di una tendenza più ampia che minaccia l’equilibrio istituzionale dell’Ue”, ha detto ieri René Repasi, il coordinatore dei socialisti nella commissione Affari giuridici del Parlamento europeo. “Non si tratta di un caso isolato. Durante il secondo mandato della Presidente von der Leyen, il Parlamento è stato trattato meno come un partner democratico e più come un ostacolo, con decisioni prese sempre più in circoli ristretti e procedure democratiche considerate esercizi di verifica”, ha spiegato Repasi, giustificando il voto a favore del ricorso davanti alla Corte di giustizia sullo strumento SAFE.

(Estratto dal Mattinale Europeo)

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