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Perché Elena Cattaneo scuote il Cnr?

Mentre il personale precario attende da anni una qualsiasi forma di regolarizzazione, il Cnr si trova bloccato dalla scadenza dei vertici senza che si sia capito se l'impasse sia dipeso da liti nel governo su chi nominare o perfino da un disinteresse per la materia, ipotesi ugualmente gravi. Prova a risvegliare tutti dal torpore la senatrice a vita Elena Cattaneo, già autrice di una lettera aperta con il Nobel Giorgio Parisi, che invita gli scienziati a farsi sentire

Al ventitreesimo giorno senza presidente, i Palazzi capitolini sembrano infine essersi ricordati della questione, rimasta aperta, del Cnr. Anche se probabilmente la sponda non era quella auspicata dai ricercatori e dai precari del Consiglio nazionale delle ricerche costretti a vivere in una situazione di limbo dai tratti sempre più paradossali e grotteschi. Tutto continua infatti a tacere dagli scranni del governo e da quelli della vasta maggioranza: il salvagente insperato arriva invece da Elena Cattaneo, scienziata di fama dal brillante cursus honorum, ma dai poteri limitati dall’essere senatrice a vita.

CATTANEO INVITA I RICERCATORI A FARSI SENTIRE

Scrive Avvenire: Elena Cattaneo […] ha chiamato i ricercatori e le ricercatrici a mobilitarsi contro il rischio di far cadere l’Ente nel subbuglio dei cicli politici. […]. I direttori hanno poi segnalato la necessità di approvare al più presto il bilancio che permetterebbe di rendere disponibili risorse ora immobilizzate e di reclutare nuovo personale di ricerca”.

Non era infatti servito a far uscire il Cnr dalla palude il decreto di nomina approntato in tutta fretta (?) negli ultimi giorni da parte del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, di tre nuovi consiglieri. Decreto che adesso dovrà essere approvato. “La nomina del presidente – chiosa la sola testata che ha dato conto dell’interventismo di Elena Cattaneo – è però ancora lontana, perché il bando è stato pubblicato soltanto pochi giorni fa”.

COSA HA DETTO ELENA CATTANEO

Se la politica guarda dall’altra parte, tocca ai ricercatori (e agli innumerevoli precari) trovare il modo per attirare l’attenzione sulla loro situazione. Questo almeno il pensiero della senatrice a vita: “In queste settimane mi sembra sia mancata la capacità degli uomini e delle donne che sono la linfa vitale del Consiglio Nazionale delle Ricerche di mobilitarsi, in modo da scuotere la fase di stasi e di vischiosità politica”.

Sembra proprio un invito alla mobilitazione quello che la scienziata ora di casa a Palazzo Madama Elena Cattaneo rivolge ai membri del Cnr. “Per temi più minuti siamo invasi da lettere di persone che hanno il diritto e il dovere di dire la loro opinione – li striglia – nell’ambito della ricerca ciò non si vede quasi mai: questa mancanza di sollecitazione individuale mi ha molto colpito”.

Da qui la decisione di capeggiare una possibile protesta dato che, vaticina, “uno stallo per un ente di queste dimensioni non è senza conseguenze”. “Il Cnr – ricorda Cattaneo – è un serbatoio di capacità e potenzialità uniche e fondamentali, con progetti pazzeschi che vanno dalla chimica alla conservazione dell’arte, dalle scienze della vita all’ingegneria. Far conoscere il Cnr per quello che è – spiega sempre Elena Cattaneo – credo sia il modo più potente per difenderlo e per renderlo immune ai cicli politici, quindi vi invito a cercare una connessione”.

LA DESTRA HA INIZIATO A MALIGNARE?

L’incontro fuori da ogni schema e liturgia politica promosso dalla senatrice a vita (già autrice di una lettera aperta controfirmata dal Nobel Giorgio Parisi per avere finanziamenti stabili alla ricerca scientifica italiana pubblica, la creazione di bandi con tempistiche certe e la costituzione di un’agenzia indipendente per la valutazione dei progetti) con l’obiettivo di mettere in evidenza le priorità che il nuovo CdA dovrà affrontare non è piaciuto agli ambienti della maggioranza, che subito hanno preso a sibilare di un possibile interesse di Cattaneo proprio per quel ruolo ancora vacante. Ma l’ipotesi è peregrina: schierandosi alla testa di una futuribile protesta degli 8mila ricercatori la senatrice non acquista infatti simpatie tra gli scranni delle forze politiche che dovranno, prima o poi, arrivare a una sintesi sull’identità del presidente dell’Ente.

Anche perché quanto detto da Cattaneo non è certo uno slogan che piacerà al mondo politico: “Il Cnr è fatto da 8mila ricercatori – ha scandito Cattaneo – e l’autonomia dell’ente è prima di tutto nelle loro mani, che nessuno si tiri fuori dal voler garantire all’ente questa autonomia. Per favore, fate conoscere cos’è il Cnr: se solo 1.000 ricercatori avessero dedicato parte del loro tempo nell’esprimere le loro preoccupazioni io credo che l’effetto sarebbe stato tangibile”.

La verità è che è impossibile conoscere le reali ambizioni di Cattaneo, come vorrebbero far sembrare taluni malignando su ipotesi che abbondano di periodi ipotetici. Quel che è certo è che dalla nomina a senatrice a vita ha sempre tenuto il basso profilo, ma le poche volte che ha fatto notizia ha scudisciato la politica, come in un recente editoriale scritto per D di Repubblica (Elena Cattaneo: “Il futuro della ricerca è nelle mani dei giovani. La politica li ascolti”) sottolineando cosa non funzioni ma indicando anche soluzioni per avvicinare i Palazzi alla scienza e viceversa, dato che il dialogo interrotto tempo fa (e lo stallo del Cnr ne è la più vivida dimostrazione) dovrà un giorno essere ripreso. Anzitutto tornando a riaccendere il Consiglio nazionale delle ricerche.

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