Skip to content

paragon

Chi racconta balle sul caso Paragon-Cancellato?

Ridda di dichiarazioni e versioni tra istituzioni italiane e la società Paragon sul caso Graphite-Cancellato.

Un nuovo colpo di scena scuote il caso dello spyware Graphite e dello spionaggio ai danni di giornalisti e attivisti italiani. L’azienda israeliana Paragon Solutions, produttrice del software in questione, ha annunciato la rescissione di tutti i contratti con il governo italiano, accusandolo apertamente di aver rifiutato la collaborazione per individuare i responsabili dell’intercettazione illecita del direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato.

La notizia, riportata dal quotidiano Fanpage, si basa su una nota ufficiale di Paragon del 9 giugno, che contraddice apertamente quanto affermato nella relazione del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) trasmessa alla Camera il 5 giugno. Secondo il comitato, infatti, Paragon non avrebbe accesso né consapevolezza dell’identità delle persone sorvegliate tramite il proprio software, né del modo in cui viene utilizzato dagli acquirenti. La società, invece, sostiene di aver offerto agli organi istituzionali italiani un metodo per verificare se il sistema fosse stato impiegato contro Cancellato, proposta che sarebbe stata respinta.

“L’azienda ha offerto al governo e al parlamento italiano un modo per determinare se il suo sistema fosse stato usato contro il giornalista in violazione della legge italiana e dei termini contrattuali”, si legge nella dichiarazione. “Poiché le autorità italiane hanno scelto di non procedere con questa soluzione, Paragon ha rescisso i suoi contratti in Italia.”

Secondo la versione ufficiale del Copasir, invece, sarebbe stato un provvedimento congiunto tra AISE (Agenzia per l’intelligence esterna), AISI (Servizi interni) e Paragon a portare prima alla sospensione e poi alla rescissione del contratto dopo il “clamore mediatico” della vicenda. Ma Paragon smentisce: la decisione di interrompere il rapporto con l’Italia sarebbe stata autonoma e motivata proprio dal rifiuto governativo di fare chiarezza.

Il software Graphite era stato fornito in Italia alle due agenzie di intelligence e, secondo le regole stabilite dalla stessa Paragon, avrebbe dovuto essere utilizzato esclusivamente per indagini su criminali e terroristi. E invece, secondo quanto emerso, sarebbe stato impiegato contro giornalisti e attivisti, tra cui oltre a Cancellato anche Beppe Caccia e Luca Casarini, fondatori dell’ONG Mediterranea Saving Humans.

“In seguito alle notizie riguardanti il giornalista Cancellato – afferma la società – Paragon ha disconnesso i suoi sistemi da tutti i clienti in Italia”, sottolineando come la collaborazione con il governo fosse ormai impossibile senza un minimo di volontà di indagine.

La vicenda assume così contorni sempre più gravi e opachi. A commentare duramente la nuova versione è il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, che il 9 giugno ha dichiarato: “La vicenda dello spionaggio a giornalisti e attivisti tramite lo spyware di Paragon sta diventando ancora più oscura e inquietante. La nota della società israeliana riportata da Fanpage smentisce clamorosamente quanto affermato ufficialmente dal Copasir.” Bartoli ha quindi richiesto verità e trasparenza ed ha sollecitato la magistratura a procedere rapidamente per accertare cause e autori della “clamorosa violazione della legge”.

La questione, che già aveva suscitato scalpore nell’opinione pubblica per l’uso improprio di uno spyware di livello militare, si carica ora anche di uno scontro istituzionale tra un’azienda tecnologica estera, il governo e il Copasir. Se, come afferma Paragon, le istituzioni italiane hanno rifiutato una concreta possibilità di accertamento tecnico, allora il caso non riguarda più soltanto la sorveglianza illegale, ma anche una possibile omissione politica.

Paragon, in chiusura della propria nota, ha affermato la propria disponibilità a “collaborare a ogni indagine ufficialmente richiesta dalle autorità italiane”, ma ha ribadito che al momento nessuna richiesta concreta è stata avanzata.

Riassumendo quanto sappiamo fino ad oggi: qualcuno ha certamente raccontato delle enormi balle. È Paragon che scarica le proprie colpe sul Governo italiano? È il governo che mente al Copasir? È il Copasir che racconta frottole al Parlamento e quindi ai cittadini italiani?

In attesa che la magistratura faccia chiarezza, rimane un’altra domanda cruciale, quella originale: chi ha usato Graphite per spiare Fanpage e perché? E soprattutto: perché non si vuole scoprirlo?

Torna su