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Carige

Banca Carige, ecco i veri motivi delle dimissioni di Tesauro (e le critiche a Fiorentino)

Che cosa succederà in Carige dopo il terremoto nella governance per le dimissioni del presidente Giuseppe Tesauro? E che cosa è davvero accaduto ai vertici Banca Carige? E’ quello che si chiedono azionisti, investitori, analisti e banchieri. Vediamo che cosa è successo e gli scenari che si aprono ora per la banca guidata dall’ad, Paolo…

Che cosa succederà in Carige dopo il terremoto nella governance per le dimissioni del presidente Giuseppe Tesauro? E che cosa è davvero accaduto ai vertici Banca Carige? E’ quello che si chiedono azionisti, investitori, analisti e banchieri.

Vediamo che cosa è successo e gli scenari che si aprono ora per la banca guidata dall’ad, Paolo Fiorentino, che vede sempre meno latente e sempre più palese la contrapposizione fra la famiglia Malacalza, azionista di peso della banca, e il capo azienda.

Ecco di seguito fatti, ricostruzioni giornalistiche e le spiegazioni che Tesauro ha fornito sulle sue dimissioni. Ma andiamo con ordine.

LA LETTERA DI TESAURO

Terremoto al vertice di Banca Carige. Ieri il presidente Giuseppe Tesauro si è dimesso “con efficacia immediata” motivando il passo indietro con “sopravvenute divergenze relative alla governance e alla gestione della banca”, che l’amministratore delegato Paolo Fiorentino sta cercando di risanare.

I RAPPORTI FRA MALACALZA E TESAURO

Tesauro era stato eletto il 31 marzo 2016 nella lista di Malacalza Investimenti, primo socio dell’istituto ligure con il 20,6% del capitale, ed era un uomo di fiducia del vice presidente, Vittorio Malacalza, i cui rapporti con Fiorentino si sono incrinati a fine 2017 in occasione dell’aumento di capitale. Malgrado la riuscita dell’operazione, la famiglia piacentina aveva criticato le modalità con cui era stata gestita e gli alti costi pagati al consorzio di garanzia.

LE CRITICHE A FIORENTINO

“Non riesco più a comprendere le modalità relazionali della Bce, la quale negli ultimi tempi scrive e dialoga direttamente con l’a.d e solo marginalmente col presidente”, si legge in uno dei passaggi della missiva di dimissioni. Proprio la Bce, nel muovere a Carige rilievi sulla governance, aveva sollevato appunti anche nei confronti di Tesauro. La nomina del nuovo presidente, a norma di statuto, spetta “in via esclusiva” all’assemblea. Fino ad allora presiederà la banca Vittorio Malacalza.

CHE COSA HA DETTO TESAURO AL SOLE

Tesauro ha vuotato il sacco in una intervista oggi al Sole 24 Ore: “Devo riconoscere – ha detto il presidente dimissionario – che Fiorentino è bravo, ma fa tutto sempre da solo e non ne parla mai con i vertici della banca. Quindi noi ci troviamo, il giorno prima del consiglio, con qualcosa da acquistare o da vendere ma non sappiamo nemmeno che cos’è. Questo è un punto e poi è un po’ spendaccione».

GLI ATTRITI NOTI E NON NOTI

Tesauro non articola di più quest’ultima affermazione – chiosa il Sole – “ma altre fonti ricordano che critiche alle spese decise dall’ad erano già emerse nel corso dell’ultima assemblea degli azionisti (il 29 marzo), quando Malacalza Investimenti ha chiesto chiarimenti, tra l’altro, sugli oneri assunti per l’ultimo aumento di capitale di Carige, le remunerazioni pagate a favore del consorzio di garanzia, di Equita Sim e degli investitori subgaranti, sulle cessioni di asset (in particolare quelle collegate a impegni di sottoscrizione dell’aumento da parte di Chenavari e Credito Fondiario) e sulle iniziative in atto per la riduzione dei costi operativi e il miglioramento del rapporto cost/income”.

TUTTE LE CRITICHE VERSO FIORENTINO

Tesauro sottolinea che il ruolo di garanzia assunto con la presidenza della banca lo ha «impegnato molto». E aggiunge: «Ho cercato di fare del mio meglio ma lui (Fiorentino, ndr) è un po’, come posso dire… svelto, ecco. Adesso bisogna vedere Malacalza cosa ne pensa, perché anche lui non era contento. Non lo era perché, in fin dei conti, Malacalza è il padrone, diciamo, di questa banca, non è che si può discutere. Invece Fiorentino fa tutto come se fosse un uomo solo al comando. E questo naturalmente irrita parecchio. Ripeto, l’uomo è bravo ma vuole fare tutto da solo senza dire niente a nessuno. Anche queste storie che escono sui giornali relative a fusioni con altre banche e così via: non ne abbiamo mai parlato (in consiglio, ndr). Io, poi, non avendo deleghe devo stare attento solamente al fatto che le cose si svolgano regolarmente. La gestione la fa la struttura, l’ad. Comunque spero che la banca, alla quale sono affezionato, si rimetta bene. Spero che anche le incomprensioni fra le persone riescano a rientrare, in modo che Carige possa avere un percorso molto più sereno. Lo vedo possibile se Fiorentino cambia metodo. Ci vuole più dialogo. Non si possono fare gli affari con i soldi degli altri senza parlarne nemmeno, questo è il problema».

I RUMORS SUI DOSSIER

Tra i rumors raccolti, emerge – svela il Sole – “anche un episodio che avrebbe accelerato le dimissioni di Tesauro. Si tratta di una recente riunione del Comitato rischi, incentrata sulla vendita di partecipazioni non strategiche (Bankitalia e Autostrada dei Fiori), durante la quale l’ad avrebbe spinto per chiudere in fretta, in particolare con Autofiori, mentre i consiglieri hanno tirato il freno”.

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