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Virus

Webasto, Covestro e Basf. Chi sono le aziende tedesche che più temono gli effetti del virus cinese

Il primo contagiato ufficiale in Germania è un 33enne manager della Webasto, azienda della filiera automobilistica famosa soprattutto per i suoi tettucci dei modelli cabrio e per i tetti panoramici. L'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino

Con i quattro casi ufficialmente confermati dalle autorità sanitarie bavaresi, il virus cinese è sbarcato in Germania attraverso le porte dell’economia. Il primo contagiato ufficiale è un 33enne manager della Webasto, azienda della filiera automobilistica famosa soprattutto per i suoi tettucci dei modelli cabrio e per i tetti panoramici. Dall’ospedale, i medici fanno sapere che le sue condizioni migliorano. E alla Webasto appartengono anche gli altri tre casi, resi noti nella serata di ieri, dopo che l’intero gruppo di collaboratori che era entrato in contatto con il manager era stato sottoposto a controlli. Controlli che si estendono ora ai loro familiari e conoscenti: in tutto 170 persone.

WEBASTO CHIUDE LA SEDE CENTRALE, I LAVORATORI IN MODALITÀ HOMEWORKING

La Webasto, dal canto suo, ha chiuso temporaneamente gli uffici centrali dell’azienda. Fino a domenica, affermano i responsabili in un comunicato. “La gran parte dei dipendenti lavorerà da casa”, ha detto il responsabile dell’azienda Holger Engelmann. A questo punto chi ha trasmesso il virus a chi fra il gruppo di dipendenti è poco importante. Quello che appare certo è che il contagio sia partito da una donna cinese giunta per partecipare a un corso di formazione presso l’azienda bavarese. Non presentava alcun sintomo e, durante la sua permanenza, si è quindi potuta muovere in assoluta libertà. Le autorità sanitarie stanno ora cercando persone che, al di là dei dipendenti della Webasto, abbiano potuto avere contatti con la donna, che è rimasta in Germania dal 19 al 23 gennaio: albergatori, ristoratori, potenzialmente chiunque.

Nonostante gli appelli a evitare il panico, si susseguono anche i falsi allarme. Dopo il caso di una donna a Berlino, poi risultata affetta da una semplice influenza stagionale, è ora sotto osservazione un uomo a Bremenhaven, il porto commerciale a nord di Brema. Si tratta di un 47enne operatore portuale che ha avuto recentemente contatti con lavoratori cinesi di un cantiere navale. L’uomo è ricoverato in isolamento in un ospedale cittadino, ha la febbre, e anche i suoi familiari sono stati posti in isolamento come misura precauzionale, ma i medici sono ottimisti e ritengono che sia “estremamente difficile” che il 47enne abbia contratto il virus cinese. Già lunedì un caso sospetto sempre a Bremenhaven si era poi rivelato un falso allarme. Ma nelle città portuali del nord, dove il traffico container con la Cina è quotidiano, la preoccupazione è alta.

BASF E COVESTRO SOSPENDO I VIAGGI DEI PROPRI DIPENDENTI IN CINA

Il timore è che gli intensi rapporti economici stabilitisi fra Germania e Cina rendano questo paese più esposto di altri al rischio del contagio. “La rapida diffusione del virus ha spaventato gli ambienti economici”, scrive questa mattina l’Handelsblatt. E alcune aziende iniziano a prendere misure precauzionali. È il caso di gruppi del calibro di Covestro e Basf, aziende che fanno parte del Dax (Deutscher Aktien Index), l’indice della Borsa di Francoforte composto dai 30 titoli tedeschi a maggiore capitalizzazione e liquidità, che hanno sospeso i viaggi dei propri dipendenti nelle regioni cinesi colpite, o di aziende del segmento delle piccole e medie imprese (il leggendario Mittelstand) come il produttore di batterie Hoppecke, che ha deciso di sospendere per alcuni giorni la produzione nella sua fabbrica cinese. Altre aziende, come la francese Peugeot, sta studiando la possibilità di rimpatriare i propri lavoratori della fabbrica di Wuhan, la città da cui è partita la pandemia.

LUFTHANSA REGISTRA UN LIEVE CALO DI PRENOTAZIONI SUI VOLI DA E PER LA CINA

A risentirne sono già ora le compagnie aeree. Dalla Lufthansa fanno sapere di aver registrato in questi ultimi giorni “una lieve riduzione delle prenotazioni per i voli da e per la Cina”. Altre compagnie hanno già ridotto i numeri dei voli, una misura che secondo fonti di stampa starebbero valutando anche gli Stati Uniti. Negli aeroporti tedeschi si intensificano gradualmente le misure di sicurezza. Dopo l’installazione di avvisi in tre lingue (tedesco, inglese e cinese) all’interno degli scali, ora i piloti dei voli provenienti dalla Cina devono informare prima dell’atterraggio gli addetti delle torri di controllo tedesche sullo stato di salute dei passeggeri.

LE PRIME STIME DEGLI ECONOMISTI: LA CRESCITA CINESE POTREBBE RIDURSI DELL’1%

Gli economisti sono ancora prudenti nelle valutazioni, ma per nulla ottimisti. “La pandemia avrà sicuramente conseguenze negative per l’economia, ma è ancora presto per valutarne il grado”, ha detto all’Handelsblatt Clemens Fuest, presidente dell’Ifo, l’istituto di ricerca economica di Monaco. “Tutto dipenderà dalla sua evoluzione”, ha proseguito Fuest, “ma se la situazione ricalcherà quella della Sars nel 2003, la crescita della Cina potrebbe ridursi dell’1% e quella dell’intera Asia Sudorientale di mezzo punto”.

Il caso Webasto è esemplare. L’azienda bavarese deve il successo di questi ultimi anni soprattutto al business in Cina. Dei 13.000 addetti, 3500 sono impegnati in 12 stabilimenti cinesi. Più di un terzo del fatturato complessivo di 4,5 miliardi di euro arriva dal paese del Dragone. L’azienda bavarese è leader mondiale nella produzione dei tetti panoramici e un auto su due in Cina è dotata di tale accessorio. Gli stabilimenti cinesi producono i tetti panoramici anche per marchi occidentali come Volkswagen e General Motors. Un crollo del business cinese a seguito del virus potrebbe avere gravi ripercussioni sui bilanci aziendali. “Lo stabilimento di Wuhan è fermo e non sappiamo ancora quando potremo ripartire”, ha detto Engelmann per il quale, con lo sguardo al suo ambito, è ormai chiaro che l’epidemia inciderà pesantemente sull’economia dell’industria automobilistica: “Colpirà l’intero settore e anche tutti i fornitori”.

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