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Von der Leyen con Trump vuole fare la cinesina?

Ursula von der Leyen nel nuovo mondo: pragmatica con Trump e costruttiva con la Cina. Il punto del Mattinale Europeo

Pragmatismo con Donald Trump, dialogo costruttivo con la Cina di Xi Jinping, accordi commerciali per proteggersi da potenziali dazi americani, primo viaggio del suo collegio in India all’inizio della primavera. Ursula von der Leyen ieri ha illustrato al pubblico del Forum Economico Mondiale di Davos quali saranno le sue priorità di fronte a un mondo che “ha iniziato a frammentarsi lungo nuove linee” e in cui “le regole di ingaggio tra le potenze globali stanno cambiando”. Questa è “una nuova era di dura competizione geostrategica”, ha detto la presidente della Commissione. “Non dovremmo dare nulla per scontato. E mentre ad alcuni in Europa potrebbe non piacere questa nuova realtà, siamo pronti ad affrontarla”. Come? Il discorso di Davos era atteso da molti. Von der Leyen ha offerto poche sorprese. La volontà di re-impegnarsi con il “rivale strategico” Cina è la principale. Trump non è stato menzionato. Gli Stati Uniti solo una volta.

Quella di Ursula von der Leyen è stata la sua prima apparizione in pubblico del 2025, dopo la polmonite che l’ha costretta a cancellare i suoi impegni di inizio anno, anche a causa di un ricovero in ospedale. Il discorso è stato pronunciato il giorno dopo l’inaugurazione del secondo mandato di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti e i suoi primi ordini esecutivi, e sull’onda della campagna condotta dal suo alleato Elon Musk per destabilizzare alcune democrazie europee. L’appuntamento del Forum Economico Mondiale di Davos ha offerto a von der Leyen una platea familiare, che frequenta da tempi immemorabili e a cui è affezionata. L’ospite, Klaus Schwab, l’ha ricoperta di elogi per come ha gestito le crisi scoppiate nel suo primo mandato. Ma chi si aspettava un discorso assertivo per affrontare le minacce che circondano l’Europa, usando gli strumenti della sovranità europea, è rimasto deluso.

Con Donald Trump “la prima priorità sarà dialogare presto, discutere di interessi comuni ed essere pronti a negoziare”, ha detto Ursula von der Leyen. “Saremo pragmatici, ma resteremo sempre fedeli ai nostri principi. Proteggeremo i nostri interessi e sosterremo i nostri valori”. E’ il punto di equilibrio in un’Ue profondamente divisa sulla strategia da tenere nei confronti del presidente americano. Francia e Spagna vorrebbero alzare i toni in nome di più sovranità europea. La Germania e una maggioranza di paesi vogliono evitare una guerra commerciale, anche a costo di sacrificare la sovranità europea. L’Italia e l’Ungheria sono nel campo dei trumpiani: ritengono che Trump sia un’opportunità, non un pericolo.

Von der Leyen intende comprare gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti e ricordare a Trump che i dazi non convengono a nessuno. “Nessun’altra economia al mondo è integrata come la nostra. Le aziende europee negli Stati Uniti impiegano 3,5 milioni di americani e un altro milione di posti di lavoro americani dipendono direttamente dal commercio con l’Europa”, ha detto von der Leyen. “Intere catene di fornitura si estendono su entrambe le sponde dell’Atlantico. Ad esempio, un aereo americano è costruito con sistemi di controllo e fibre di carbonio provenienti dall’Europa. E i medicinali americani sono realizzati con sostanze chimiche e strumenti di laboratorio che provengono dalla nostra parte dell’Atlantico”, ha spiegato la presidente della Commissione. “Il volume degli scambi tra noi è di 1,5 trilioni di euro, che rappresentano il 30 per cento del commercio globale”. Basterà a placare la belligeranza commerciale di Trump?

Una parte della strategia di Ursula von der Leyen per limitare i danni di una guerra commerciale con gli Stati Uniti è di moltiplicare gli accordi di libero scambio. “Dobbiamo cercare nuove opportunità ovunque si presentino. Questo è il momento di impegnarci oltre i blocchi e i tabù”, ha detto la presidente della Commissione. “L’Europa è un mercato vasto e attraente”, “i nostri accordi non hanno vincoli nascosti”, mentre “altri sono interessati solo a esportare ed estrarre”, ha spiegato von der Leyen. Con gli accordi di libero scambio l’Ue diversifica “le nostre catene di fornitura”. Von der Leyen ha menzionato l’Africa e l’Asia Pacifico. “Il primo viaggio della mia nuova Commissione sarà in India. Insieme al primo ministro (Narendra) Modi vogliamo potenziare la partnership strategica con il paese e la democrazia più grandi del mondo”.

La vera novità del discorso di Davos è una nuova giravolta sulla Cina. Di fronte a una politica sempre più predatoria da parte del regime di Xi Jinping, nel 2023 Ursula von der Leyen aveva decretato il “de-risking”. La Cina non era più classificata come partner e concorrente, ma unicamente come “rivale strategico”. La presidente della Commissione ora sembra tornare al dicembre del 2020 quando, su impulso di Angela Merkel, aveva concluso un accordo sugli investimenti (il Comprehensive Agreement on Investment o CAI) con Xi. “Dobbiamo dialogare in modo costruttivo con la Cina, per trovare soluzioni nel nostro reciproco interesse”, ha detto von der Leyen. “Il 2025 segna 50 anni di relazioni diplomatiche della nostra Unione con la Cina. La vedo come un’opportunità per impegnarci e approfondire la nostra relazione con la Cina e, ove possibile, anche per espandere i nostri legami commerciali e di investimento”.

(Estratto dal Mattinale Europeo)

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