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Vi racconto Macaluso, mio primo ex direttore al quotidiano l’Unità

Emanuele Macaluso è morto il 19 gennaio, lo stesso giorno di Bettino Craxi in esilio a Hammamet. Il ricordo della giornalista Paola Sacchi

 

Il termine comunista come quello opposto fascista viene ormai brandito come arma, a seconda delle convinzioni politiche di una parte e dell’altra.

Si dirà che però il comunismo e antichi riflessi totalitari sono sopravvissuti nei suoi nipotini del Pd. Vero.  Ma c’erano anche comunisti come Emanuele Macaluso.

In un mondo dove c’è chi se gli ricordi che era di sinistra da “piccolo” o “piccola”, e sono tanti, o se ne vergogna o sembra offendersi perché ormai sembrano come tutti nati sotto un cavolo “liberale” e anticomunista, voglio ricordare il mio ex primo direttore a L’Unità di tanti anni fa. Colui che mi assunse da ragazza, proveniente da una famiglia medio borghese non del Pci, anzi profondamente anticomunista in un ramo di essa.

Emanuele, per me e tanti di noi ex Unità organo del Pci, anche un caro amico, è morto il 19 gennaio, lo stesso giorno di Bettino Craxi in esilio a Hammamet.

Fu proprio lui alle cinque della sera di 21 anni fa a darmi al telefono, con voce rotta dalla commozione, quasi in diretta, la notizia drammatica della morte dello statista socialista ed ex leader del Psi, a soli 65 anni, appresa dal suo amico di una vita, il socialista Rino Formica. Al quale chiedeva frequentemente notizie sulla salute di Bettino negli anni di Hammamet.

Se ho scritto il libro-intervista “I Conti con Craxi” (MaleEdizioni), prefazione di Stefania Craxi, una parte del merito è dello stesso Emanuele che mi sollecitò a parlare “con quell’uomo” per cercare di approfondire le ragioni della mancata unità a sinistra.

Lui, esponente doc della cosiddetta ala migliorista, per le sue posizioni eretiche, aperte al confronto non solo con Craxi, ma anche con mondi completamente opposti ai suoi, non fu visto sempre benissimo nei derivati del Pci, Pds-Ds-Pd.

Emanuele, uomo profondamente di sinistra, ma sempre con atteggiamento molto laico e antigiustizialista, sottolineò anni fa in un convegno con dei giovani l’errore originario del “settarismo” nei confronti di Filippo Turati, tacciato dai comunisti di “Socialfascismo”. Lo disse proprio lui, Macaluso, l’ex stretto collaboratore di Palmiro Togliatti.

Macaluso sottolineò in un libro con Paolo Franchi, alcuni anni fa, dal titolo significativo “Da cosa non nasce cosa”, l’errore di certi continui passaggi come l’approdo finale al Pd, in sostanza senza riflettere mai su errori e soprattutto sulla stessa identità del Pd.

Rimase sempre convinto di un dato storico: il Pci fu “emancipazione per milioni di contadini, operai”, costituendo così anche “un fattore di sviluppo economico per l’intero Paese”.

Figlio di un ferroviere di Caltanissetta, ex sindacalista giovanissimo delle lotte dei lavoratori delle zolfatare e dei braccianti, l’ultimo addio gli verrà dato nella sede della Cgil.

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