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Crosetto Carri Armati

Vannacci, Crosetto e il mondo al contrario

I casi di Vannacci e dell'Albania al centro delle fibrillazioni post ferragostane. I Graffi di Damato

NON SOLO VANNACCI NELLE POLEMICHE AGOSTANE

Chiamiamoli pure scampoli d’agosto, se volete. E cerchiamo di trattarli con ironia, sottraendoci alla tentazione di renderli emblematici della tossicità della politica. Che riesce, per esempio, a trasformare in un mezzo scandalo, con tanto di comunicato, proteste e controcomunicato, un gesto di semplice buon senso -non di chissà quale patriottismo a buon mercato- la decisione presa da Giorgia Meloni nella sua beve vacanza in Albania di far pagare dall’ambasciata italiana gli 80 miserabili euro di un conto al ristorante dal quale sono fuggiti quattro altrettanto miserabili connazionali. Miserabbili, direi, con la indimenticabile doppia b del compianto Ugo La Malfa.

UN CASO ALBANIA?

Come si permette la presidente del Consiglio – hanno protestato subito da Roma alcuni non miserabili ma, direi, penosi politici di cui non faccio i nomi per carità umana – di scialacquare il denaro pubblico? Di farsi bella con i soldi degli altri? E lei, la povera Meloni, si sente costretta a far precisare dall’ambasciata d’Italia a Tirana, con tanto di ufficialità, che la diplomazia ha pagato solo “materialmente” il conto, in realtà addebitato a “fondi personali della presidente del Consiglio”.

Si spera che la storia, lo scampolo, finisca qui. E non si reclami di provare che gli 80 euro saranno pagati proprio dalla Meloni, tirandoli fuori dal suo portafogli, se ancora ne porta uno addosso, e non prelevati da misteriosi e segretissimi scrigni di Stato.

IL CASO VANNACCI

Da uno scampolo all’altro. Uno legge sulla prima pagina del Corriere della Sera che è stato “tolto il comando al generale” spezzino Roberto Vannacci, già capo della Folgore, per un improvvido libro omofobo scritto e autopubblicato con Amazon “Il mondo al contrario” senza il necessario permesso delle autorità superiori e si chiede di quale comando, in particolare, fosse stato titolare l’alto ufficiale. E scopre che si tratta del sicuramente inoffensivo – mi scusi il generale già scelto per la successione – Istituto Geografico Militare di Firenze, con tutte le maiuscole al loro posto.

LA MOSSA DI CROSETTO

Non si è trattato tuttavia di una destituzione pura e semplice, attesa invece dalla vigilante opposizione, ma di un trasferimento “in forza extra-organico” nel meno inoffensivo -se le parole hanno ancora il loro senso- “Comando forze operative terrestri”. O “Comfoter”, se vi piace di più l’acronimo dei comunicati ufficiali che non credo abbiano potuto ancor più gonfiare il petto del ciclopico ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Uno poi, magari lo stesso colpito dal titolo liquidatorio del Corriere della Sera, legge su Libero che “salta il generale e il libro diventa un best seller”, a ruba con le sue 373 pagine a euro 17,96, acquistabile direttamente da Amazon usando anche il bonus cultura e il bonus della carta del docente, e si chiede se è tutto vero o uno scherzo. Nel quale è riuscito a cadere anche un uomo dal fisico bestiale di Crosetto distraendosi da affari seri come la guerra in Ucraina o quella, ancora più vicina a casa nostra, degli scafisti nel Mediterraneo.

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