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Istituti Di Ricerca Cinesi

L’ultima scaramuccia tra Usa e Cina? I siti web delle compagnie aeree americane

L’ultima dal fronte Pechino-Washington è il botta e risposta per le pretese cinesi di modifica dei riferimenti a Taiwan, Hong Kong e Macao nei siti web delle compagnie aeree americane, definite “assurdità orwelliane” dalla Casa Bianca. L’articolo di Chiara Rossi “Sciocchezze orwelliane”. Le ha definite così sabato scorso la Casa Bianca le pretese di Pechino.…

“Sciocchezze orwelliane”. Le ha definite così sabato scorso la Casa Bianca le pretese di Pechino. L’ultima diatriba tra gli Stati Uniti e la Cina corre tra cielo e web. Ma scendiamo nei dettagli di questa nuova frontiera della guerra commerciale tra Trump e il Dragone.

LE PRETESE CINESI

A scatenare la scintilla è stato l’ente per l’aviazione cinese quando ha inviato una lettera a 36 vettori aerei stranieri, tra cui alcune compagnie americane, in cui si richiedevano alcune modifiche. Nello specifico ai vettori è stato “chiesto” di modificare i propri siti web qualora vi fosse un riferimento che Taiwan, Hong Kong o Macao facessero parte di Paesi indipendenti dalla Cina.
Pechino si riferisce ai menù a tendina dei motori di ricerca per i voli sui siti delle compagnie aeree. Abbiamo provato per esempio a selezionare un volo New York-Taipei e nel momento in cui si digita Taipei, esce Taipei [Taiwan] e non Taipei [Cina].

American Air Lines web site

NOTE DOLENTI

Forse Taiwan è la questione territoriale più delicata che riguarda la Cina. Lo status di Taiwan è in discussione dal 1949, quando vi si rifugiarono le forze nazionaliste in fuga dai comunisti costituendo un proprio governo. Negli ultimi anni le tensioni sono aumentate con la crescente diffidenza di Pechino nei confronti dell’attuale presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen. Tutt’altra storia invece per Hong Kong e Macau, ex colonie europee, che ora fanno parte formalmente della Cina ma sono gestite in gran parte in modo autonomo.

LA PRESA DI POSIZIONE DI WASHINGTON

Sabato è arrivata la dichiarazione ufficiale della Casa Bianca in cui si definiscono “assurdità orwelliane” le richieste erano cinesi e secondo la quale il presidente degli Stati Uniti Donald Trump “sosterrà gli americani che resistano agli sforzi del Partito comunista cinese di imporre la correttezza politica cinese alle compagnie e ai cittadini statunitensi”.

IL BOTTA E RISPOSTA

“Non importa quello che dice la controparte americana, nulla cambierà il fatto oggettivo che esiste una sola Cina nel mondo e che le regioni di Hong Kong, Macau e Taiwan sono parti inseparabili del territorio cinese”, ha dichiarato Geng Shuang, un portavoce del ministro per gli Affari esteri cinese sul sito web del ministero. Shuang ha poi aggiunto: “Va sottolineato che le imprese straniere che operano in Cina dovrebbero rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina, attenersi alle leggi cinesi e rispettare i sentimenti nazionali del popolo cinese”.

IL PRECEDENTE DI DELTA AIRLINES

Se la Casa Bianca è stata così ferma riguardo le richieste cinesi, non altrettanto si può dire su una compagnia aerea a stelle e strisce. A gennaio, la Delta Air Lines si è scusata per “un errore involontario” dopo che l’autorità per l’aviazione cinese aveva dichiarato che Taiwan e il Tibet erano stati elencati come paesi separati dalla Cina sul sito web del vettore americano. “Si è trattato di un errore involontario senza alcuna intenzione commerciale o politica, e ci scusiamo profondamente per l’errore. Come uno dei nostri mercati più importanti, siamo pienamente impegnati in Cina e nei nostri clienti cinesi” ha precisato la compagnia con una nota ufficiale.
Sempre a gennaio, i funzionari cinesi hanno sospeso temporaneamente il sito web cinese della catena di alberghi di lusso Marriott, con la solita accusa di elencare Tibet, Taiwan, Hong Kong e Macao come paesi separati.
Anche in quell’occasione, pronte scuse dal Marriott con la promessa che “non avrebbe sostenuto assolutamente alcuna organizzazione separatista per minare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina”.

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