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Un Csm in parte eletto e in parte sorteggiato?

Il Bloc Notes di Michele Magno

Come ha osservato Luciano Violante (il Foglio, 31 maggio), le vicende relative alla magistratura romana hanno riacceso i riflettori su una questione di fondo: in che modo si designano ai vertici degli uffici giudiziari i magistrati che decidono della nostra reputazione, della nostra libertà e dei nostri beni? Oggi -nella grande maggioranza dei casi – quelle responsabilità vengono attribuite sulla base di un criterio “politico”. I magistrati eletti al Csm, sedici su ventiquattro (i laici eletti dal Parlamento sono otto), appartengono alle correnti dell’Anm. Queste correnti si comportano come piccoli partiti. Le designazioni agli incarichi direttivi, in gran parte dei casi, vengono effettuate grazie a scambi in base ai quali ciascuna corrente offre il proprio voto a un’altra chiedendo come contropartita che l’altra voti un proprio candidato. Poiché le correnti in magistratura non si battono con le chiacchiere, lo stesso Violante non ha escluso la possibilità, per correggere gli inconvenienti dell’attuale sistema, di eleggere la metà dei componenti del Csm attraverso il sorteggio.

“Il sorteggio è nella natura della democrazia, il suffragio è nella natura dell’aristocrazia”, scrisse Montesquieu nello “Spirito delle leggi” (1748). Usato in sistemi misti nella democrazia ateniese, nella Venezia dei dogi e nei comuni medievali, a partire da Firenze, è stato poi travolto dall’affermazione della democrazia parlamentare. Tuttavia, continuiamo a utilizzarlo in casi sporadici ma significativi. In Italia, a sorte vengono estratti i membri aggiunti della Corte costituzionale per giudicare i reati presidenziali e i giudici popolari della Corte d’Assise e della Corte d’Assise d’Appello (per non parlare delle giurie statunitensi); nel Regno Unito, con sorteggio possono essere presentati progetti di legge di iniziativa parlamentare. Nelle procedure concorsuali, può accadere che le commissioni siano selezionate con un sistema misto di candidature spontanee e sorteggio. Ovviamente, è assurdo oggi pensare che organi politici possano essere composti da persone scelte a caso; “par hasard” direbbero i francesi, dove “hasard” designa un cubetto simbolo della sorte: il dado.

Ma il Csm non è un organo politico. È un ufficio che provvede ad assunzioni, assegnazioni, trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari dei magistrati, nato col preciso scopo di evitare che queste funzioni siano svolte dal ministero di Giustizia, mettendo in pericolo l’indipendenza dell’ordine giudiziario dal potere esecutivo. Se le funzioni sono dunque di alta amministrazione, modificare il sistema di designazione dei componenti del Csm introducendo il meccanismo del sorteggio non dovrebbe menare scandalo. Beninteso, si tratta di una riforma complicata e che richiede una revisione costituzionale, ma forse contribuirebbe quanto meno ad arginare il fenomeno del correntismo.

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