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Ultras

Inter, Milan, gli ultras e la ‘ndrangheta

Il contesto dietro all'operazione a Milano contro le infiltrazioni mafiose tra gli ultras di Milan e Inter. E cosa c'entra Fedez. Il post di Antonio Talia, giornalista esperto di criminalità organizzata e autore di Statale 106, tratto dal suo profilo X

 

A Milano è in corso un’operazione di Dda, Polizia e Guardia di Finanza contro le infiltrazioni mafiose nelle tifoserie di Inter e Milan. Decine di perquisizioni, sequestri e arresti. I vertici degli ultras di Milan e Inter sono stati praticamente azzerati.

In realtà le sovrapposizioni tra ultras di Milan e Inter e la criminalità organizzata – ‘Ndrangheta in particolare – non sono certo una novità.

GLI OMICIDI DI ULTRAS DI MILAN E INTER

L’operazione di oggi, come hanno detto in conferenza stampa il procuratore Viola e gli altri investigatori, è anche legata all’omicidio di Antonio Bellocco, rampollo del clan Bellocco di Gioia Tauro ucciso dal capo ultrà dell’Inter Andrea Beretta a settembre. Ma è solo l’inizio.

Nell’ottobre del 2022 era stato ucciso a colpi di arma da fuoco fuori da casa sua l’ex capo ultras dell’Inter Vittorio Boiocchi, un omicidio in pieno stile da criminalità organizzata. Nell’aprile del 2019, in pieno giorno, in via Cadore, c’era stato il tentato omicidio di Enzo Anghinelli, ultras del Milan implicato in storie di spaccio. Ma si tratta solo di stupefacenti? Ovviamente no: anche se la droga è una bella fetta di business c’è anche molto altro.

Nel libro Milano sotto Milano racconto ad esempio come nella seconda metà degli anni ‘10 il clan Cristello della Ndrangheta controllava almeno una parte dei chioschi ambulanti di panini fuori da San Siro e da altri stadi lombardi. I Cristello – che ovviamente sono anche coinvolti nel narcotraffico – controllavano una serie di agenzie di security per discoteche dell’hinterland di Milano e della Brianza, e reclutavano i buttafuori anche tra gli ultras. Inoltre intorno al 2011 gli ‘ndranghetisti Giulio e Vincenzo Martino controllavano una parte del catering di San Siro tramite un imprenditore milanese incensurato e indebitato, e stavamo mettendo mano sul resto (trovate tutta la storia in Statale 106).

COSA C’ENTRA FEDEZ

E dall’operazione della Dda di oggi emergono anche ulteriori rapporti tra gli ultras arrestati e Fedez (che non è indagato): il rapper si era rivolto al capo ultras Luca Lucci per fare in modo che la sua bevanda Boem fosse distribuita all’interno di San Siro.

Lucci si era detto disponibile per intercedere (quindi aveva autorità su questioni del genere) e poco dopo – secondo i pm – Fedez aveva proposto a Lucci di entrare in società per acquisire l’Old Fashion (nota discoteca di Milano). Il rapper Fedez sosteneva di essere in contatto con Stefano Boeri (presidente della Triennale, dove ha sede la discoteca) e di essere alla ricerca di un metodo per coinvolgere il capo ultras nella gestione.

Secondo il pm il pestaggio di Cristiano Iovino si inserisce in questo contesto, e dimostra che il gruppo di ultras di Luca Lucci si attivava anche su spedizioni punitive a richiesta. Luca Lucci, che è stato arrestato stamattina, era stato contattato da Fedez anche per la ricerca di “una persona fidata che potesse occuparsi della sicurezza del rapper e della sua famiglia”.

(tratto dal profilo di Talia su X)

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