Leonardo Maria Del Vecchio crede in Boem, la bevanda ipocalorica e ipoalcolica al gusto di zenzero lanciata la scorsa estate da Tubo, startup italiana da lui finanziata insieme a Fedez e Lazza. L’erede dell’impero Luxottica vi ha investito altri 3 milioni di euro, nonostante finora l’impresa non sembri essere decollata. Fatti, nomi e numeri
Nata con l’idea (di Fedez) di voler innovare l’universo italiano dei drink, pensando soprattutto ai giovani attenti a bere meno e meglio, Boem, la bevanda ipocalorica e ipoalcolica al gusto di zenzero lanciata la scorsa estate da Tubo srl – startup a cui oltre al cantante partecipano il rapper Lazza, Camillo Bernabei del gruppo di distribuzione Bernabei e soprattutto Leonardo Maria Del Vecchio -, secondo quanto scriveva un paio di mesi fa Italia Oggi, non aveva riscosso un grande successo.
Tuttavia, i suoi autori sembrano tutt’altro che intenzionati a demordere. A cominciare da Del Vecchio che, con un aumento di capitale da 3 milioni di euro, è diventato socio di maggioranza. E per dargli nuovo slancio – in vista dell’estate? – è stato annunciato anche un nuovo management.
MA CHE BEVANDA (E IDEA) È?
Poco meno di un anno fa, Fedez e Lazza annunciavano la novità (poco) alcolica da loro inventata e battezzata Boem. Si tratta di un hard seltzer, ovvero una bibita gasata con un basso tasso di alcol e poche calorie, al gusto di zenzero. Si presenta in una lattina da 33 cl, come quelle della birra, e ha una gradazione alcolica di 4,5%. Le kcal sono 91.
Dopo un anno trascorso a trovare il giusto mix di aromi, Lazza, Fedez, Del Vecchio e i Bernabei hanno quindi lanciato la loro prima bibita “vegana” e “gluten free”, che “rappresenta una nuova categoria di bevande fun and flexible per ogni occasione” e che “è disruptive e accattivante”. Sul sito si può acquistare un minimo di 4 lattine da 33 cl al prezzo di 9,16 euro.
Wired che l’aveva assaggiata in anteprima commentava: “il gusto è molto, molto delicato: non bisogna immaginarsi una ginger beer, lo zenzero si sente appena. Al palato più che gli aromi arriva una sensazione zuccherina. Dovendo fare un paragone, ricorda una Sprite con molto meno limone. Ma con un po’ di alcol, che comunque non si sente affatto mentre la si beve. Insomma: è talmente poco intensa come sapore che potrebbe piacere a tutti, perché è pensata proprio per essere un prodotto pop”.
UN MEZZO FLOP?
Seppur pensata per piacere a grandi e piccini (comunque maggiorenni), Boem non sembra aver dato i risultati immaginati. Stando infatti a quanto scriveva Italia Oggi a metà febbraio, “avrebbe dovuto essere distribuita ovunque già all’inizio 2024, ma al momento è ancora acquistabile solo on line o trovabile nei punti vendita Esselunga e in quelli della famiglia Bernabei di Roma”.
Inoltre, gli hard seltzer, apparentemente apprezzati dai giovani americani più salutisti, in Italia non hanno ancora preso piede. Secondo il Corriere della sera, “all’estero il giro d’affari ha superato i 10 miliardi di dollari (circa 9 miliardi di euro) e si stima crescerà con una media annua di oltre il 10% fino al 2030”, mentre per Affari italiani si prevede “una crescita dei consumi del 12% entro il 2027”.
TRA SOCI CHE SI SFILANO E SOCI CHE INVESTONO
La Tubo srl, società costituita dalla Happy Seltz (joint venture delle società Zedef di Fedez e Rome&More dell’imprenditore Camillo Bernabei) per lanciare Boem, ha in seguito visto l’ingresso nel capitale di Lmdv Capital del giovane Del Vecchio e di J Project di Lazza e Francesca Liseno, mamma del rapper arrivato l’anno scorso secondo al Festival di Sanremo.
Tuttavia, sempre Italia Oggi osservava che, considerando “i primi mesi di mercato sembra averci visto lungo Francesca Liseno, la mamma che amministra le società di Lazza, che ha preferito limitare l’investimento al solo 3% del capitale della società che produce la bibita”. Del Vecchio, invece, quando è entrato a far parte del progetto ha acquisito “il 40% del capitale sociale, e quindi 40 mila euro, ma pagando con un aumento di capitale riservato un sovrapprezzo di 2.460.000 euro che ha dato alla società tutta la liquidità necessaria agli investimenti”.
L’AUMENTO DI CAPITALE DI DEL VECCHIO…
Ma l’erede di Luxottica ci ha proprio preso gusto e, dopo il lancio del cocktail BitterBoem nella sua nuova Trattoria del Ciumba in Brera a Milano, ha ora annunciato con Lmdv Capital un aumento di capitale da tre milioni di euro. Del Vecchio quindi adesso è socio di maggioranza con il 54% del capitale, diluendo al 43% la Happy Seltz e al 3% la J Project di Lazza.
L’aumento, spiega la nota, consentirà a Boem di assumere “nuove figure professionali altamente qualificate e motivate, con pregresso in importanti aziende del settore”, e “di rafforzare la presenza sul mercato” ampliandone la presenza “in migliaia di locali in tutta Italia e tra gli scaffali di tutte le principali insegne di supermercati”. Boem sarà inoltre disponibile nei principali festival di musica italiani e lo scorso settembre è diventato partner ufficiale del Milan.
…E IL NUOVO GIOVANE MANAGEMENT
Detto fatto. La notizia dell’aumento ha seguito quella del nuovo management a cui spetta il compito di far crescere Boem. A sette mesi dal lancio della bibita l’amministratore delegato, il manager enologo Massimo Benetello, era stato sostituito con Edoardo Tribuzio, giovane manager, classe ’89 ed ex founder di Mymenu (“azienda che cercava di tutelare i rider” ma che recentemente “è stata costretta ad alzare bandiera bianca”, scriveva lo scorso dicembre Avvenire). Ad affiancarlo come capo del marketing c’è poi Matteo Giannetti, 32 anni, ex marketing manager dei premium spirits di Campari Italia.