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Londra

Uk-Ue, come va il negoziato sull’accordo di libero scambio

Riprendono i negoziati tra Lord Frost e Michel Barnier per l’accordo di libero scambio tra Londra e Bruxelles. Il punto di Daniele Meloni

 

Boris Johnson ha partecipato domenica al Cenotaph lungo Whitehall alla Remembrance Sunday, la cerimonia che celebra il sacrificio dei caduti britannici e dell’Impero Britannico nei due conflitti mondiali e nelle successive guerre. Oggi però è business as usual per il premier conservatore, che si ritrova ad affrontare le questioni molto più prosaiche dell’attualità.

Un’attualità che nel Regno Unito si chiama Covid e si chiama Brexit. Riprendono infatti oggi i negoziati tra Lord Frost e Michel Barnier per l’accordo di libero scambio tra Londra e Bruxelles. Data di scadenza 31 dicembre 2020 se si vuole evitare il no deal, che lascerebbe le due parti senza un accordo commerciale e con l’organizzazione mondiale del commercio come arbitro di dazi, tariffe ed eventuali controversie.

Lo stesso Johnson ha lasciato trasparire ottimismo sul raggiungimento di un possibile accordo, affermando che le linee guida sono state stabilite e che l’accordo è lì, “pronto per essere concluso”. Detto questo, il Premier ha anche ribadito che se così non fosse il Regno Unito è pronto a lasciare l’Ue, il suo mercato unico e l’unione doganale a partire dal 1° gennaio 2021. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha detto che ci sono stati dei progressi ma c’è ancora “un’ampia diversità di vedute” sui diritti di pesca nelle acque britannica, sul tema dei diritti dei lavoratori, sulla protezione dell’ambiente e sul level playing field correlato agli aiuti di Stato.

Sarà dunque corsa contro il tempo per i negoziatori dei due team. Entrambi si dicono intenti a evitare il no deal ma entrambi non lo escludono affatto e che un accordo non sarà fatto “a qualsiasi prezzo”. Ultime schermaglie prima della pace? Bluff da entrambe le parti? Tra pochi giorni lo sapremo.

Prima di partire per Londra Barnier si è detto fiducioso ma ha anche ribadito di essere arrivato in Uk per “rappresentare gli interessi di tutti i 27 Paesi”: una frase volta a scacciare i dubbi sulla sua presunta accondiscendenza nei confronti di Parigi e Berlino, che sono i Paesi all’avanguardia della trattativa.

Intanto, la Camera dei Lord si appresta a votare contro l’Internal Market Bill che tante polemiche aveva creato alla sua presentazione ai Comuni. Il testo prevede la possibilità per i ministri di andare oltre il Withdrawal Agreement stabilito lo scorso ottobre 2019, in particolare sulla questione degli aiuti di Stato. Mentre il ministro per l’Ambiente, George Eustice, è stato esplicito nel definirlo “un ottimo Bill, che serve a preservare l’accesso al mercato britannico di tutti i Paesi che fanno parte del Regno Unito”, l’ex leader Tory, l’euroscettico Lord Howard, ha annunciato il suo voto sfavorevole. Le pene per i leader del partito Conservatore sono destinate a non terminare mai.

 

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