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Londra

Uk, Johnson rivoluziona Whitehall. Via il Cabinet Secretary?

L'articolo di Daniele Meloni sulle mosse in cantiere del premier Johnson

 

L’indiscrezione clamorosa era sulla pagina di apertura del Sunday Telegraph: Boris Johnson vorrebbe liquidare il suo Cabinet Secretary, Mark Sedwill, non più tardi della prossima settimana in quello che è visto da molti commentatori come il più colpo più basso inferto dal nuovo governo conservatore alla PA britannica.

Sedwill, che era stato nominato dopo l’improvviso decesso di Sir Jeremy Heywood nel 2018, è il funzionario di Whitehall con maggiore seniority, il coordinatore dell’attività del Consiglio dei Ministri e, nella gerarchia tecnico-amministrativa britannica, il consigliere più vicino al Primo Ministro. Un Primo Ministro che ha già dimostrato di non gradire com’è strutturato il suo team di Downing Street, e che non ha avuto remore nel difendere il suo Chief Advisor, Dominic Cummings, durante la polemica per la presunta violazione del lockdown da parte di quest’ultimo.

Non ci sono dubbi sul fatto che molti attribuiranno a Cummings l’idea di togliere di mezzo Sedwill. Il Rasputin di Johnson infatti si era già espresso in modo tutt’altro che lusinghiero nei confronti di Whitehall in passato, invitando tutti gli weirdos – letteralmente i “picchiatelli” – a fare domanda per andare a lavorare a Downing Street. L’account twitter ufficiale dell’Home Civil Service aveva twittato un post di condanna della coppia Johnson- Cummings per la loro gestione della violazione del lockdown andando giù in modo piuttosto pesante: “Provate a pensare com’è lavorare con dei bugiardi come questi…” era il post, subito cancellato, il giorno in cui Cummings raccontò di avere fatto tutta la strada da Londra a Durham per verificare il funzionamento della sua vista post-Covid. In molti tra gli alleati di Johnson nel partito chiesero allora le dimissioni di Sedwill. Che sia arrivato il momento del redde rationem?

Whitehall sta vivendo un momento di grandi trasformazioni sotto la spinta di Johnson e del nuovo governo conservatore. Simon Case è stato nominato a fine maggio Permanent Secretary di Downing Street, una sorta di segretario generale della Presidenza del Consiglio: un ruolo che toglie ulteriore potere a Sedwill già privato della delega all’intelligence a vantaggio del neonato ruolo di Consigliere per la Sicurezza Nazionale (istituito da David Cameron).

Inoltre, l’accorpamento del Dipartimento per la Cooperazione Internazionale al Ministero degli Esteri ha visto accelerare la partenza del Permanent Secretary del Foreign Office, Sir Simon McDonald, ormai prossimo alla pensione. In questo caso sia Johnson che McDonald hanno espresso parole di reciproca stima, ma la sensazione è che lo shake-up imposto dal governo Tory stia mettendo in subbuglio Whitehall.

Parole molto meno dolci erano state espresse in passato da Sir Philip Rutnam, l’alter ego di McDonald al Ministero dell’Interno, dimessosi in aperto contrasto con il Segretario di Stato, Priti Patel, accusata di bullismo da parte dei funzionari dell’Home Office.

Infine, in pieno lockdown, il governo aveva sostituito il CEO del Civil Service, Sir John Manzoni, con Sir Alex Chisholm, che ha iniziato a lavorare a diretto riporto del Cabinet Minister, Michael Gove.

La Brexit, un establishment percepito come anti-Tory (vedere le polemiche anche sulla copertura mediatica dell’emergenza Covid con la BBC), e il tentativo di riplasmare Whitehall in modo che sia più in linea con le direttive del Governo, stanno portando a una vera e propria rivoluzione al vertice dello Stato permanente britannico. Solo il tempo ci dirà se il cambiamento si sarà rivelato proficuo.

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