Gli ucraini sono nazisti?
È uno degli interrogativi al quale risponde Vittorio Emanuele Parsi, professore ordinario di Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore di ASERI (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali), nel corso di una conversazione con Alessandro Albanese Ginammi (ricercatore in Storia economica presso l’Università per Stranieri di Perugia).
Nel terzo approfondimento Parsi chiarisce cosa si nasconde dietro la teoria secondo cui la Russia sta denazificando l’Ucraina.
Il professore risponde raccontando la storia dal 2014 a oggi soffermandosi sulla questione della Crimea e sugli accordi di Minsk.
Parsi parla inoltre del dibattito “armi sì, armi no” all’Ucraina: “Cosa succederebbe se l’Austria oggi invadesse il Friuli e il Trentino? Non si può rinunciare alla guerra difensiva. Gli Ucraini hanno il diritto di difendersi e gli alleati di aiutarli, compreso l’aiuto militare. Gli Ucraini hanno il diritto di esistere. Chi critica le armi all’Ucraina adotta una logica non etica. Ci sono rischi a intervenire aiutando gli ucraini? Sì, gli stessi se intervieni in una rissa per difendere un debole di fronte a un prepotente che lo aggredisce. Corri gli stessi rischi di quando intervieni a difendere una donna assalita per strada da uno stupratore. Puoi farti male, ma non puoi pretendere che l’aggressione finisca perché la vittima deve cedere più in fretta che può. Assumiamoci le nostre responsabilità. La politica è coraggio, non è viltà”.
Nel prossimo video Parsi prova a rispondere alla domanda: l’Italia dovrebbe uscire dalla Nato? E, nell’ultimo approfondimento: propaganda russa contro propaganda americana, a cosa credere?
(3. continua)