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Escalation

Ucraina: si arriverà a una guerra? Seminario Ispi

Chi ha partecipato e che cosa si è detto al meeting dell’Ispi "Usa-Europa-Russia: l’escalation continua… Verso cosa?".

 

“Oggi alle Nazioni Unite abbiamo mostrato la piena natura della minaccia della Russia alla sovranità ed integrità territoriale dell’Ucraina e ad i principi base dell’ordine internazionale”. Il presidente USA Biden non ha usato mezzi termini quando ha preso la parola per discutere delle minacce russe alla sovranità dell’Ucraina. La Russia sta facendo pressioni affinché la Nato non permetta all’Ucraina di unirsi all’Alleanza ma, per la Nato e gli Stati Uniti, questa richiesta è irricevibile.

130mila soldati russi al confine ucraino

Il vertice ONU è stato richiesto dagli Usa per affrontare la “chiara minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali e alla Carta delle Nazioni Unite”, come l’ha definita l’ambasciatore statunitense Linda Thomas-Greenfield. L’inviato Onu dell’Ucraina ha affermato che la Russia avrebbe dispiegato circa 130mila militari a lungo il confine ucraino, in aggiunta alla presenza di 3mila soldati di Mosca fra i 35mila separatisti filo-russi nella regione del Donbass.

Toni troppo alti, rischio di un incidente

“Toni troppo alti. Non va bene perché rende la soluzione più difficile, perché ci può essere un incidente e allora la situazione diventerebbe ancora più difficile da risolvere”. A parlare così è Alessandro Minuto-Rizzo, ex ambasciatore e Presidente NATO Defense College Foundation, nel corso del meeting dell’ISPI Usa-Europa-Russia: l’escalation continua…Verso cosa?.

Putin vuole portare indietro le lancette della storia

“Putin vuole “rimettere il dentifricio nel tubetto” – dice l’ambasciatore – nel senso che trova che l’esplosione dell’URSS sia stata una delle grandi tragedie del secolo scorso. E dal punto di vista russo si può anche capire”. Il diplomatico ricorda un evento curioso di cui si rese protagonista il presidente Putin e che può far capire molto del suo approccio all’ultimo secolo di storia russa. “L’ultima volta che come segretario generale aggiunto della NATO sono stato a Mosca il mio segretario generale andò a trovare Putin al Cremlino e mi raccontò che aveva nel cassetto gli accordi di Helsinki del 1975. Li tirò fuori si mise a leggere, sottolineando i punti nei quali la Russia era stata trattata male”. In sostanza la mossa di Putin sarebbe un tentativo di “passare alla storia come colui che ha ricostituito le glorie nazionali della Russia. Credo che abbia pensato di alzare i toni perché se non crea una crisi, quasi a livello di guerra, gli altri non lo ascoltano. Lui crede di avere la storia dalla sua parte e, da buon russo, non riconosce fino in fondo l’indipendenza dell’Ucraina”.

Il ripiegamento dell’Occidente

Ma perché Putin ha deciso di agire ora? “Perché secondo lui e il suo entourage in occidente c’è una tempesta perfetta. Negli USA è cambiata la presidenza americana, che sta avendo problemi di politica interna. Inoltre il presidente Biden deve anche affrontare le elezioni di midterm, potrebbe diventare un’anatra zoppa.”. Questa è l’opinione della prof.ssa Mara Morini dell’Università di Genova, relatrice dell’evento ISPI.  Alle considerazioni di politica interna se ne aggiungono altre di politica estera. A indebolire la presenza USA agli occhi della Russia ci sarebbe anche l’approccio USA “pivot to Asia”, che fa porre molta attenzione alle minacce asiatiche (Cina in testa) ma che impone il disimpegno in altre aree, come l’Afghanistan. Anche l’Europa sta vivendo un periodo di maggiore “instabilità”. “Putin ha perso come punto di riferimento di Angela Merkel come relazione privilegiata, vedremo se riuscirà a costruire una buona relazione anche con Olaf Scholz – continua la prof.ssa Morini -. Sappiamo che sul tavolo c’è anche la questione delle Nord Stream 2 che coinvolge anche l’Ucraina. Inoltre Putin sa quanto è debole in politica estera e disunita in politica di difesa l’Unione Europea. Da questo punto di vista è senza dubbio una tempesta perfetta dal punto di vista russo”.

Ucraina, l’ultimo pezzo dell’URSS

L’Ucraina è un paese grande quanto la Francia che vive una forte polarizzazione al suo interno con un nord-ovest filo europeo e un sud-est filorusso. “La Russia farebbe fatica a vedere andare verso la cultura occidentale l’Ucraina perché è l’ultimo grande pezzo di Unione Sovietica, uno dei più pregiati, più storici – dice Mattia Bernardo Bagnoli, corrispondente, responsabile della redazione ANSA di Mosca relatore dell’evento ISPI -. In questo momento Putin cerca di usare l’Ucraina all’interno di una strategia molto più vasta che è quella di ancorare la Russia nelle tematiche moderne. La Russia oggi a gravi problemi”.

La difficoltà della Russia a entrare nel futuro

I problemi della Russia riguardano in primis la corsa alla transizione energetica che, quando sarà completata, potrebbe far perdere valore alla grande quantità di combustibili fossili (gas, carbone, petrolio) sui quali è seduta. “La Russia è indietro da questo punto di vista. C’è da anni la promessa della modernizzazione dell’economia del Paese ma questa modernizzazione non arriva mai – continua il corrispondente ANSA -. Un altro elemento di tensione è la strategia europea di tassare i prodotti che non rispettano i requisiti verdi imposti dall’UE. La Duma ora è davvero in un guado perché deve entrare in un futuro per il quale non è attrezzata”. Se la Russia non ha ancora gli strumenti per entrare nel futuro, di certo non le mancano quelli del recente passato. “La Russia è potete se parliamo di hard power, hard security, ha i carrarmati, ha armi ipersoniche e l’ha sbandierato in ogni modo in questi anni, ha le armi nucleari. Ha un elemento strutturale, militare e di forza anche diplomatica che vuole utilizzare in questo momento anche come merce di scambio su altri tavoli”, dice Mattia Bagnoli.

Difficile che si arrivi a uno scontro diretto

“Biden non ha alcuna voglia di essere coinvolto in una crisi ucraina ma deve far vedere che non ha paura di giocare duro”. È scettico l’ambasciatore Minuto-Rizzo su un “riscaldamento” del conflitto tra USA e Russia. “Io non credo che ci sarà un’invasione dell’Ucraina perché non credo sia nell’interesse della Russia. A meno che non succeda per sbaglio. Credo che la Russia voglia ricostituire la sua forza nazionale e vorrebbe una zona cuscinetto intorno alla Russia. Potrebbe conquistare facilmente l’Ucraina perché non ha un esercito in grado di difendersi da quello russo”, aggiunge il diplomatico. “L’ipotesi più probabile sia quella di continuare ad aumentare la tensione, ora ci saranno le esercitazioni in Bielorussia congiunte, poi ci saranno le esercitazioni nucleari e questo aggiungerà tensione – aggiunge il corrispondente Mattia Bagnoli -. Un’ipotesi è che parecchio si può ottenere senza fare nulla, spingendo l’Europa su una crisi di nervi. Alla fine Putin potrebbe tornare a casa con un accordo al 30% rispetto al 100% che aveva chiesto che è comunque molto di più di quello che avrebbe potuto ottenere quattro mesi fa. E poi tra un po’ potrebbe ricominciare. Però c’è il rischio di incidenti”.

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