Oggi in Consiglio dei ministri l’ufficialità. Il governo ha scelto il nuovo ambasciatore italiano negli Stati Uniti: Marco Peronaci. Da Bruxelles, dove era Rappresentante permanente alla Nato, il diplomatico quindi volerà a Washington in un momento critico dei rapporti dell’Europa, e dell’Italia, con gli Usa di Donald Trump. Prenderà il posto di Mariangela Zappia, che a fine giugno lascerà la sede americana.
TUTTO SULLA CARRIERA DI MARCO PERONACI, NUOVO AMBASCIATORE ITALIANO NEGLI USA
Nato a Pavia, classe 1965, Peronaci ha una lunga carriera alle spalle, svolta ovviamente per molto tempo all’estero ma anche in Italia e a stretto contatto con diversi ministeri. Gli studi universitari li ha svolti a Roma: prima una laurea con lode in Scienze Politiche a La Sapienza, nel 1987, poi l’anno successivo il master in Relazioni internazionali alla SIOI, step quasi obbligato per molti candidati alla carriera diplomatica. Il 1988 è anche l’anno in cui supera il concorso per diplomatici. L’anno dopo, nel 1989, presta servizio di leva in Aeronautica militare, tra Taranto e Vigna di Valle.
IL PRIMO INCARICO PER MARCO PERONACI
Il primo incarico all’estero risale al 1991, quando è inviato come vice capomissione presso l’Ambasciata in Uganda, con accreditamento anche in Ruanda e Burundi. Nel 1993 viene invece trasferito a Tokyo, nell’Ambasciata in Giappone come responsabile per la stampa e le questioni politiche e culturali. Tornerà a Roma cinque anni più tardi, nel 1998, e andrà a dirigere il desk Asia della Direzione generale per gli Affari politici della Farnesina.
CONSIGLIERE DI ALFANO
Passerà quattro anni in Italia prima di tornare di nuovo all’estero. Questa volta direzione Parigi, dove nel 2002 è portavoce e consigliere per gli affari politici e culturali presso l’Ambasciata in Francia. Nel 2006 passa a Bruxelles, come Primo Consigliere alla Rappresentanza permanente presso l’Ue. Dove rimarrà fino al 2009. In quell’anno viene chiamato di nuovo a Roma per essere il consigliere diplomatico del ministro della Giustizia, cioè Angelino Alfano, nel governo Berlusconi IV.
L’ESPERIENZA CON MINNITI
Nel 2012 Peronaci vola di nuovo a Bruxelles, questa volta come Rappresentante permanente aggiunto presso l’Ue, con titolo e rango di ambasciatore. Tre anni dopo – nel 2015 – di nuovo Roma, di nuovo dalle parti di un ministero, di nuovo consigliere diplomatico di Alfano. Questa volta, però, al ministero dell’Interno. Al Viminale, continuerà da consigliere, una volta andato via Alfano, fino al 2017, con Marco Minniti.
COSA HA FATTO AGLI ESTERI
Tra il 2017 e il 2018, invece, “ritorna” al ministero degli Esteri, come portavoce e capo del Servizio per la stampa e la comunicazione istituzionale. Prima di ricevere l’incarico di Inviato speciale per la Brexit della Farnesina. Ruolo che ricoprirà fino al 2020, quando diventerà ambasciatore e rappresentante italiano nel Comitato Politico e di Sicurezza dell’Ue. Prima poi di passare al suo ultimo ruolo, quello alla Nato.
ONORIFICENZE E LIBRI
Incarichi su incarichi, quindi. Una dedizione all’Italia che gli è valsa l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, ricevuta nel 2018. Ma è stato un altro paese, il Giappone, a conferirgli una prima onorificenza dopo il suo servizio a Tokyo. Nel 1998, infatti, Peronaci ha ricevuto l’Ordine del Sacro Tesoro, Raggi dorati con Gran Collare del Giappone.
Autore di alcuni saggi sulla politica internazionale, l’ultimo lo ha scritto nel 2022, insieme a un altro ambasciatore, Rocco Palma. Il titolo, “Il sogno europeo dalla Ceca all’Unione attraverso le crisi: la nuova difesa europea”, è emblematico del contenuto. Inglese, francese, spagnolo e giapponese sono le lingue che l’ambasciatore parla con dimestichezza, come dice il suo cv e il sito del ministero degli Esteri. Per facilitare il dialogo con la Casa Bianca, a Peronaci può essere che gli serviranno tutte.