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Tutti i progetti internazionali di The Student Hotel

L’articolo di Laura Magna Intende investire tra i 600 e i 700 milioni in 5 anni in Italia, nel settore hotelerie. “Molto dipende ovviamente dal passo con cui procede lo sviluppo dei progetti in corso, quelli nel piano di espansione relativo all’Italia sono 10”, ha detto a margine della cerimonia di presentazione del suo primo…

Intende investire tra i 600 e i 700 milioni in 5 anni in Italia, nel settore hotelerie. “Molto dipende ovviamente dal passo con cui procede lo sviluppo dei progetti in corso, quelli nel piano di espansione relativo all’Italia sono 10”, ha detto a margine della cerimonia di presentazione del suo primo avamposto nel Belpaese, a Firenze, Charlie MacGregor, imprenditore scozzese, fondatore di The Student Hotel, modello ibrido che si ispira al mondo dei college e degli studentati britannici e che trasla in maniera originale la formula dentro strutture di design che offrono ospitalità a studenti, professionisti, viaggiatori, ma anche spazi di co-working e co-linving, area fitness, eventi di community, ristorazione, connessione.

Il TSH Lavagnini occupa un edificio costruito nel 1864 nel centro città per uso diplomatico: grazie a un restauro di 50 milioni, è stato creato uno spazio di 20.000 m² e 390 stanze, che sarà operativo dal prossimo primo luglio. Il gruppo The Student Hotel ha in programma investimenti per 1,8 miliardi di euro entro il 2021: la cordata è formata oltre che dal CEO e fondatore MacGregor, Aermont Capital LLP e APG.

“Di fatto non abbiamo competitor che offrano un modello ibrido come il nostro”, dice MacGregor, la cui famiglia ha iniziato costruire residenze studentesche per conto dell’università di Edimburgo negli anni Ottanta. Lui, Charlie, ha scelto di lanciarsi invece in un Oceano Blu, ovvero un mercato nuovo “senza alcuna concorrenza, in uno spazio incontestato, dalle possibilità illimitate”, come quelle di un oceano blu, appunto, per dirla con le parole di W. Chan Kim e Renée Mauborgne, autori del libro Blue Ocean Strategy.

Forse sta in questa scelta di osare il segreto della crescita di The Student Hotel, fondato nel 2006 in Olanda. “Vivevo ad Amsterdam da due anni e avevo visto più volte offrire agli universitari dei “loculi” o dei garage, spacciati per nuove strutture. Ho toccato con mano che c’è una lista di attesa di quattro anni per ottenere una stanza in una residenza studentesca. Ho anche constatato che il sistema era in difficoltà, che non riusciva a far fronte alla domanda e che questo impattava negativamente sul rendimento degli studenti e sull’immagine di una certa sede universitaria. Così ho iniziato a riproporre il modello britannico dei college e degli studentati. Volevo mettere in pratica tutte le cose positive che avevo imparato nel Regno Unito con l’intento però di migliorarle. Volevamo offrire agli studenti un servizio di gran lunga migliore rispetto a quello a cui sono abituati. E, perché no?, coinvolgere anche genitori e famiglie nell’esperienza dello studente. Volevamo far vivere comunità diverse sotto lo stesso tetto”.

MacGregor non sapeva ancora che avrebbe fondato un hotel, non solo uno studentato, ma uno spazio aperto e inclusivo. “In origine il progetto non era questo. Sapevo di voler creare la miglior accommodation possibile, con grandi spazi comuni che invitassero le persone a stare insieme e a tessere relazioni. Credo che il risultato e l’efficienza del network abbiano stupito tutti, in primis me stesso! Di come gli ospiti degli hotel davvero si immergano e beneficino dell’ambiente creato dagli studenti, che sono poi il nostro cliente prìncipale. Due gruppi vitali, pieni di energie diverse, che si incontrano e si completano in un’esperienza davvero unica. La mia speranza è che questo tipo di esperienza possa riaccendere lo spirito da studente che è in ognuno di noi, e tenerlo vivo il più a lungo possibile. Se il nostro ruolo apporta un contributo positivo nella comprensione e nella conoscenza dell’altro, allora davvero possiamo sperare di essere di aiuto per la costruzione di un mondo di pace”.

Da Firenze, dove gli studenti possono soggiornare per periodi da un semestre a un anno per 800 euro al mese e avere un pacchetto completo (non solo la stanza, ma tutti servizi disponibili), The Student Hotel si estenderà a Bologna, dove la struttura è in costruzione e aprirà a inizio 2019 e successivamente a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, dove ci si trova nella fase di pianificazione e “la costruzione partirà il prossimo anno per aprire nel 2021”, dice MacGregor. Che ha grandi ambizioni: e oltre ad aver individuato altre due sedi ancora a Firenze sta cercando altre location tra Roma, Napoli, Torino, Milano e Venezia. Ma non solo Italia: entro 5 anni il gruppo progetta 65 proprietà dalle 11 attuali in Europa. Per poi approdare in Usa, Canada e Asia.

La cifra che ha destinato al nostro Paese è molto elevata, considerando la dimensione totale del mercato. Secondo la società di consulenza Usa JLL, specializzata in servizi immobiliari, il volume degli investimenti in hotelerie in Italia nel 2017 è stato pari a 1,1 miliardi di euro contro i 22 miliardi dell’Europa e i 70 a livello globale. Nel corso degli ultimi dieci anni, la quota di investitori stranieri nel nostro Paese è passata dal 50% ai due terzi del totale, segnale di una internazionalizzazione e di un sempre maggior interesse degli investitori internazionali per il mercato domestico. Un mercato immobiliare, quello degli alberghi, che segue dinamiche del tutto difformi da residenziale e uffici e non ha sentito la crisi. La panoramica dell’ospitalità, come la descrive JLL, è di circa un milione di camere distribuite in 33mila strutture, il secondo stock al mondo. Con un difetto: le camere sono distribuite in strutture con una media di 33 camere ciascuna, dunque molto piccole. Predomina l’impresa familiare e per il 90% dunque parliamo di strutture che non saranno mai oggetto di transazione, così l’interesse degli investitori internazionali si concentra su Roma e Milano e poi su Firenze e Venezia.

“Il mercato è in fase di saturazione, soprattutto in città come Milano, il che rende complesso trovare edifici adeguati ai nostri progetti”, conferma MacGregor, che però vede nel nostro Paese enormi potenzialità di sviluppo. L’Italia non fa paura, neppure dal punto di vista della burocrazia. “Perché c’è burocrazia in Italia? – scherza l’investitore – in realtà ogni Paese alla sua, la Scozia, l’Olanda, la Francia e certamente l’Italia. Bisogna imparare a conoscere regole e sistemi e lavorare. I tempi autorizzativi sono lunghi, le procedure farraginose. Ma non è impossibile”.

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