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Tutti i pesanti sottosegretari di Lega e Forza Italia nel governo Draghi

Salvini e Berlusconi piazzano come sottosegretari uomini di Lega e Forza Italia in posti chiave di ministeri di peso. La Nota di Paola Sacchi

 

Matteo Salvini piazza, con deleghe pesanti, tutti i suoi “leoni” e “leonesse” quarantenni della svolta della Lega nazionale primo partito; Silvio Berlusconi strappa deleghe altrettanto importanti dove inserisce volti e nomi di Forza Italia che rilanciano lo spirito azzurro doc delle origini.

I due leader del centrodestra al governo, il “capitano” leghista del partito con i maggiori consensi e il Cav, il fondatore stesso della coalizione (di cui Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ha scelto invece di stare all’opposizione), nella partita dei sottosegretari e dei viceministri, fanno sentire tutta la loro impronta. Mentre, come era previsto dallo stesso mandato di ampia autonomia conferitogli dal Quirinale, nella partita dei ministri è stata più determinante la “sintesi” di Mario Draghi, dopo aver sentito i partiti.

Non mancano le tensioni con i Cinque Stelle e anche con il Pd per la inevitabilmente caratterizzante presenza di Lega e Forza Italia nella squadra che ha completato la formazione dell’esecutivo Draghi. Dove hanno riscontro i numeri in parlamento sulla fiducia ottenuta dal nuovo premier alla guida di quello che ha definito “il governo del Paese”.

È l’esecutivo che ha posto fine alla maggioranza giallo-rossa. Quella maggioranza che però Cinque Stelle, terremotati da un bel numero di dissidenti, e sinistra, con i vertici Pd, sembrano come faticare ancora a definire “ex”. Con la conseguente perdita della centralità di prima.

Nove incarichi vanno alla Lega, sei a Forza Italia, sei al Pd, undici ai Cinque Stelle, due a Italia Viva.

Per Salvini si può parlare di vittoria della leva dei suoi quarantenni, salviniani doc, cresciuti con lui e da lui valorizzati già nel partito e nel governo Conte 1. Si potrebbero chiamare le sentinelle di Salvini in ministeri chiave figure come quella del quarantenne di punta Nicola Molteni che torna come sottosegretario al Ministero dell’Interno, dove ha già collaborato con lo stesso capo leghista titolare del Viminale.

Molteni è stato uno degli estensori dei decreti sicurezza. Spicca tra i quarantenni fedelissimi di “Matteo” Gianmarco Centinaio, già ministro dell’Agricoltura nell’esecutivo giallo-verde o giallo-blu, come è stato chiamato, che ritorna come sottosegretario nello stesso dicastero che guidò nel Conte 1. Centinaio, ora sottosegretario all’Agricoltura sarà la “sentinella” del pentastellato Stefano Patuanelli, suo successore.

È la prima volta nel governo invece, e in ruolo di peso, di un altro “leone” quarantenne di Salvini, Alessandro Morelli, viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, giornalista professionista cresciuto con il leader leghista a Milano dove ne ha ripercorso le orme come direttore di Radio Padania e poi come consigliere e capogruppo al Comune di Milano.

Morelli è stato sempre uno degli organizzatori e animatori chiave delle kermesse salviniane. Ma c’è anche un altro quarantenne significativo della svolta salviniana, già capo del sindacato Ugl, Claudio Durigon, il deputato pontino, volto simbolo della presenza della Lega a Roma e nel Lazio, dove ha scelto di aprire la sede proprio in Via delle Botteghe Oscure, con evidente sfida al Pd per via del richiamo al vecchio Pci e alla sua rappresentanza nel mondo del lavoro. Durigon è il sottosegretario all’Economia.

E alla Cultura torna, come sottosegretario, una delle dirigenti più importanti della Lega di Salvini, Lucia Borgonzoni sulla quale il leader leghista puntò per la difficile sfida in Emilia- Romagna, dove comunque la Lega considerò già una vittoria aver raggiunto con la sua candidata la soglia record di oltre il 40 per cento.

La Lega, che strappa alcuni incarichi in più del Pd, ha anche Vannia Gava all’Ambiente; Tiziana Nisini al Lavoro; Stefania Pucciarelli alla Difesa; Rossano Sasso all’Istruzione.

Portano, con lo stesso criterio, tutta la “firma” di Berlusconi i nuovi esponenti azzurri della squadra di governo che occupano caselle decisive. Su queste spicca la nomina come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all ‘Informazione e Editoria di Giuseppe Moles, azzurro della prima ora, ex stretto collaboratore del cofondatore di Forza Italia, il professore liberale Antonio Martino, che è stato ministro della Difesa e degli Esteri dei governi Berlusconi. Moles va a occupare a Palazzo Chigi il ruolo strategico che fu di Paolo Bonaiuti il portavoce storico del Cav. Di cui la sua seconda portavoce, dopo Bonaiuti, Deborah Bergamini, diventa sottosegretario ai Rapporti con il parlamento.

Un azzurro di peso, anche lui delle origini, Gilberto Pichetto Fratin è viceministro allo Sviluppo Economico, accanto al ministro, pilastro della Lega di governo, Giancarlo Giorgetti, con cui è da sempre in sintonia. Pichetto è stato già capogruppo di FI al Senato nella commissione Bilancio. All’Industria in Piemonte Pichetto è stato assessore dell’ex presidente Enzo Ghigo, uno dei 27 uomini azzurri di Publitalia primo embrione di Forza Italia.

Diventa sottosegretario alla Difesa un altro uomo forte del mondo berlusconiano, molto legato a Berlusconi e alla sua famiglia, da sempre di casa a Arcore, Giorgio Mulè, già alla guida di testate Mediaset e a lungo direttore del news magazine Panorama quando era il settimanale di punta del Gruppo Mondadori, di cui è presidente Marina Berlusconi, a capo anche di Fininvest. Mulè dopo la sua elezione a deputato è stato anche portavoce unico dei gruppi di FI di Camera e Senato.

Il nome dell’ex direttore di Panorama sarebbe stato contestato dai Cinque Stelle per l’ipotesi originaria di un incarico all’Editoria. E mugugni sarebbero venuti anche dal Pd. Anti-berlusconismo all’improvviso di ritorno, dopo che da sinistra sono state tanto tessute le lodi del Cav?

C’è, intanto, tutta la “firma” di Berlusconi nella nomina di Francesco Paolo Sisto, avvocato, deputato, da sempre in prima fila nella battaglia garantista, a sottosegretario alla Giustizia. Il senatore Francesco Battistoni è invece sottosegretario all’Agricoltura, senatore, vicino al coordinatore nazionale di FI Antonio Tajani, cofondatore del partito azzurro.

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