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Germania Covid

Vi racconto gli scazzi in Germania fra Merkel e Lander sulle nuove misure anti Covid

Fallisce la riunione Merkel-Länder. La cancelliera non ottiene il via libera a nuove restrizioni. Decisioni rinviate a lunedì prossimo. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

Quanto sia diventata difficile la gestione di questa seconda ondata pandemica è testimoniato dal grande scontro che ha mandato all’aria in Germania il vertice governo-regioni, convocato virtualmente per fare un bilancio delle prime due settimane di semi-lockdown. E adottare le adeguate correzioni. Angela Merkel da un lato, i presidenti dei Länder dall’altro, due fronti che avevano marciato più o meno compatti in primavera, ora si fronteggiano scambiandosi accuse velenose. Nessuna decisione, tutto rinviato a lunedì prossimo, quando cancelliera e presidenti torneranno a riunirsi con l’obbligo di prendere decisioni.

Sul tavolo c’erano le nuove misure studiate dalla cancelliera sulla base del suo bilancio a metà mini-lockdown: è vero che la curva dei contagi ha iniziato a rallentare, ma troppo lentamente e non quanto servirebbe per evitare che anche la rinomata macchina sanitaria tedesca, con il suo numero di terapie intensive record in Europa, finisca fuori giri verso Natale. C’è stato un rallentamento della dinamica di crescita, ma nessuna inversione di tendenza.

Un giudizio che aveva prodotto un pacchetto di misure di inasprimento che la cancelliera intendeva adottare con l’avallo dei presidenti regionali. Ma già prima di collegarsi via web, quando le agenzie di stampa hanno reso noto il contenuto delle proposte, i leader dei Länder, cui il sistema federale tedesco demanda la gestione e l’applicazione delle regole anti-Covid, hanno fatto muro, irritati per il fatto che l’ufficio della cancelleria si fosse fatto un pacchetto tutto suo senza consultare nessuno.

Di quel pacchetto è rimasto molto poco, un semplice appello della cancelliera ai cittadini a limitare gli incontri a un solo nucleo familiare fisso e a rinunciare completamente a feste private: “Ogni contatto che non avviene è una buona cosa”, ha detto. Invito che Merkel ha lanciato alla fine della furibonda riunione, con una certa concitazione, in una conferenza stampa imbarazzante che non è riuscita a mascherare la tensione. Per il resto nulla, tutto resta come prima, almeno fino alla prossima settimana.

L’accusa dai Länder è di mancanza di collegialità: Merkel e i suoi decidono tra di loro e ai presidenti non resterebbe altro che abbozzare, sostengono. Dopo le rimostranze del parlamento, che si sente scavalcato da decisioni cui non contribuisce, ora anche i leader delle regioni puntano i piedi. È una questione politica, di difesa delle competenze e forse a livello locale si avverte la pressione di una parte dei cittadini sempre più stanca delle restrizioni, così come la protesta delle categorie costrette a pagare il pedaggio economico più consistente: ristoratori, albergatori, artisti, organizzatori di eventi.

Tra le proposte di Merkel, una serie di restrizioni ai comportamenti privati dei cittadini, come quella di limitare gli incontri a solo due persone di un altro nucleo familiare e di consentire che i bambini e ragazzi frequentassero solo un amico fisso. Divieto assoluto di feste private fino a Natale, rinuncia completa ad attività all’aria aperta e a viaggi privati non strettamente necessari, così come a gite turistiche di giornata. Limitazioni ai contatti con familiari anziani, senza che si giunga all’isolamento, e distribuzione loro gratuita di maschere del tipo Ffp2, tra le più efficaci nella difesa dal virus.

Altre misure controverse riguardano la scuola, con l’introduzione dell’obbligo di mascherina in aula anche per gli alunni delle elementari (al momento esonerati) e il dimezzamento delle classi, una ipotesi che molti istituti giudicano non praticabile.

Ultimo punto di scontro, la proposta di un’auto-quarantena di sette giorni in presenza di sintomi di raffreddore come tosse e starnuti: chiunque ne fosse interessato dovrebbe autonomamente non uscire di casa e non recarsi al lavoro, potendo accedere a un certificato medico elettronico senza particolari trafile burocratiche.

Nulla di tutto questo è stato deciso e ogni ipotesi è stata rinviata alla prossima settimana, quando cancelliera e presidenti di regione torneranno a incontrarsi, sempre virtualmente. Secondo i quotidiani tedeschi, nel corso dell’incontro sarebbero volate parole grosse tra la cancelliera e i presidenti, in particolare il sindaco di Berlino, l’unico a essere fisicamente presente alla cancelleria durante la riunione. Merkel avrebbe dal canto suo sfidato i presidenti delle regioni a mettere su carta le loro proposte per lunedì prossimo: saranno la base della discussione cui il governo aggiungerà le sue proposte.

Quel che invece sembra procedere con una certa speditezza è l’organizzazione logistica per la futura somministrazione dei vaccini, quando arriveranno. Il governo preme affinché tutto sia pronto per metà dicembre, con i grandi centri di vaccinazione distribuiti nei vari Länder del paese. A Berlino, dove la macchina amministrativa è notoriamente più lenta, l’organizzazione è stata affidata a una vecchia conoscenza, Albrecht Broemme, ex vigile del fuoco con grandi capacità organizzative, che ha realizzato in poche settimane un ospedale Covid di emergenza nei padiglioni della fiera con 1000 posti a disposizione, mai utilizzato nel corso della prima ondata ma ora utilissimo per fronteggiare con più tranquillità questa seconda fase. E la struttura nella fiera sarà uno dei sei centri di vaccinazione che dovrebbero ospitare ciuascuno 15 postazioni. Broemme punta alla vaccinazione di 20.000 berlinesi al giorno, per un totale di 400.000 cittadini (su 3,7 milioni di abitanti ufficiali) nella prima fase.

I preparativi sono iniziati anche negli altri Länder, con la definizione dei magazzini segreti in cui verranno scaricate le dosi, dotati dei frigoriferi per conservare il vaccino di Pfizer-Biontech che necessita di temperature intorno ai -70 gradi. Si sa che l’esercito fornirà personale e logistica, mentre si vanno definendo le liste prioritarie di chi verrà vaccinato nella prima fase, secondo i suggerimenti forniti dal gruppo di esperti del Koch Institut, dell’Accademia Leopoldina e del Consiglio etico. Dovrebbero essere in cima alla lista i gruppi più a rischio: anziani e malati cronici, personale medico, operatori della scuola, funzionari pubblici come poliziotti e vigili del fuoco.

I tempi dipenderanno dalla disponibilità dei vaccini (più case farmaceutiche paiono in dirittura d’arrivo). La Bild ha rivelato una lettera del ministero della Salute della Baviera, secondo cui non sarebbe da escludere la possibilità che il vaccino di Pfizer possa essere disponibile già entro la fine di dicembre. Il che spiega la corsa affinché tutto sia pronto prima di Natale, entro le prossime quattro settimane.

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