Italia risponde alla Turchia, a Cipro. Da mesi una nave turca sta trivellando nella zona economica esclusiva di Cipro concessa ad Eni e Total. La Francia aveva già inviato cospicue forze navali nel Mediterraneo Orientale per ricordare la sua presenza, ora ha deciso di fare un passo in tal senso anche l’Italia. Roma ha inviato la fregata Virginio Fasan della Marina Militare nel porto di Larnaca, a Cipro.
Ecco tutti i dettagli.
L’INVIO DELLA VIRGINIO FASAN
Partiamo dalle novità. Come si legge sul sito della Marina Militare, la fregata Virginio Fasan ha sostato nel porto di Larnaca, a Cipro, da sabato 8 febbraio a lunedì 10. La fregata, seconda delle unità classe Fremm, è comandata dal capitano di fregata Daniele Vailati.
Costruita nello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso, la nave è stata varata il 31 marzo 2012 e consegnata alla Marina Militare qualche mese dopo.
COSA HA FATTO LA NAVE
La Nave Fasan, spiega la Marina Militare, sta “conducendo un’operazione di pattugliamento nel Mar Mediterraneo Orientale per svolgere attività di presenza e sorveglianza degli spazi marittimi, in rispetto del diritto internazionale e a tutela degli interessi nazionali”.
La Fremm è stata inviata a Larnaca “nell’ambito delle attività di Diplomazia Navale-Naval Diplomacy, peculiarità della Marina Militare, svolte nel settore della cooperazione internazionale e del dialogo tra i Paesi dell’area, con cui l’Italia intrattiene importanti rapporti politico-diplomatici, economici e industriali”, si legge nel comunicato.
UNA MOSSA ATTESA?
Qualche settimana fa il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha avuto un colloquio con il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu, durante il quale ha condannato le mosse della Turchia nel mediterraneo orientale. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Di Maio ha espresso “la preoccupazione dell’Italia per la presenza di navi turche impegnate in attività di perforazioni non autorizzate a sud della Zona economica esclusiva di Cipro”.
ITALIA ACCANTO A CIPRO
La posizione dell’Italia era emersa anche nell’incontro tenutosi a Roma, il 29 gennaio, tra il titolare della Farnesina e il ministro degli esteri cipriota, Nikos Christodoulides.
I due Paesi, come si legge sul sito della Farnesina, “hanno convenuto che la delimitazione delle zone economiche esclusive e della piattaforma continentale dovrebbero essere affrontate attraverso il dialogo e i negoziati in buona fede, nel pieno rispetto del diritto internazionale e conformemente al principio delle relazioni di buon vicinato”.
GRECIA ED ITALIA SI ESERCITANO INSIEME
Il sostegno dell’Italia non arriva solo a Cipro, ma anche ad Atene, che in questi mesi, insieme a Nicosia, è stata tra le vittime sacrificali “immolate” dalla Turchia in nome del sogno dell’impero neo-ottomano di Erdogan.
In questi giorni, la nave Fremm “Carabinieri” si sta esercitando al fianco della nave greca “Aigaion”.
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NAVE LIBANESE BLOCCATA A GENOVA
La reazione dell’Italia contro le mosse turche passa anche per Genova, su segnalazione della Francia. Una nave che batte bandiera libanese, Bana, sospettata di avere fornito mezzi militari turchi in Libia è ancora oggi ormeggiata al porto di Genova. Il cargo, prima di dirigersi verso l’Italia, è comparso davanti a Tripoli scortato da due fregate turche, secondo quanto riferito dalla portaerei francese Charles de Gaulle, che ha tracciato il percorso della nave.
Per i francesi la Turchia ha usato quella nave per inviare armi e blindati al suo alleato libico, Fayez al Serraj.
L’OFFENSIVA TURCA
Le mosse italiane possono essere lette come risposte all’atteggiamento del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che da mesi sta trivellando le Zone economiche esclusive di Cipro concesse ad Eni e Total; ha ridisegnato, in accordo con Tripoli, le Zone Economiche esclusive di Turchia e Libia (a danno dei fondali di Nicosia ed Atene, in funzione anti-Eastmed); ha deciso di inviare truppe in Libia per “sostenere la pace” e ha annunciato nuove possibili trivellazioni nel Mediterraneo.
LA REAZIONE FRANCESE
A tutto questo, c’è da dire, Parigi ha già risposto da diverso tempo, molto prima dell’Italia. E come si legge su AnalisiDifesa, la Francia aveva già “inviato cospicue forze navali nel Mediterraneo Orientale, inclusa la portaerei De Gaulle, che hanno effettuato esercitazioni con le marine greca e cipriota”.
IL SUPPORTO AD EASTMED
Intanto, tra le mosse dell’Italia in funzione anti-turca potrebbe rientrare anche l’appoggio ad EastMed, un gasdotto di circa 1.900 chilometri che nel giro di tre anni dovrebbe collegare i giacimenti ricchissimi di gas nel mare di Israele e di Cipro con l’Italia, passando per la Grecia. La ridefinizione delle Zone Economiche da parte turco-libica metterebbero in gioco Ankara, che taglia il quadrante del Mediterraneo orientale, diventando il Paese a cui proprio Cipro, Israele e Grecia dovrebbero chiedere il nullaosta per far approdare il gasdotto EastMed prima sulle coste greche.
ROMA REALMENTE INTERESSATA AL GASDOTTO?
Il Ministro dell’Energia di Israele, Yuval Steinitz, in un’intervista rilasciata il 30 gennaio ha ribadito l’impegno dell’Italia nel progetto, nonostante Poseidon (il gasdotto che dovrebbe collegare all’Italia EastMed) non rientri al momento tra le priorità del Governo Giallorosso, come da versione definitiva del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) presentato alla Commissione Europea.
Interview with Minister of Energy, Dr. Yuval Steinitz: Israel has an agreement now also with Greece, Italy, and Cyprus about a pipeline from the Middle East to Europe.https://t.co/E6kQSoEEJH via @INSSIsrael
Cc. @MarcoFlorianMED #Gas— Italian Politics (@ItalianPolitics) February 8, 2020