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Arabia Saudita

Tutte le mosse della Russia in Arabia Saudita

Tutti gli ultimi segnali di un ridimensionamento degli Stati Uniti in Arabia Saudita. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

I primi segnali di un ridimensionamento degli Stati Uniti in Arabia Saudita sono apparsi in una serie di mosse nelle ultime settimane.

Infatti Biden ha appena fatto una significativa dichiarazione nelle sue strategie regionali nell’Asia occidentale rimuovendo il più avanzato sistema di difesa missilistica statunitense e le batterie Patriot che erano state schierate in Arabia Saudita per contrastare l’Iran e contrastare gli attacchi aerei degli Houthi dello Yemen.

Riyadh ha già mostrato il suo disappunto cancellando bruscamente una visita programmata nel regno del segretario alla Difesa americano Lloyd Austin. Il Pentagono ha citato “problemi di pianificazione” come motivo, ma il rinvio è arrivato quando Austin era già nella regione in viaggio verso l’Arabia Saudita dopo aver visitato Qatar, Bahrain e Kuwait.

L’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica islamica iraniana si è affrettata a concentrarsi su ulteriori mosse degli Stati Uniti in Arabia Saudita. Un commento dell’IRNA di domenica era intitolato “Gli Stati Uniti intendono ritirare 20.000 truppe dall’Arabia Saudita?”

Nel frattempo, in una inconsueta coincidenza venerdì, l’amministrazione Biden ha declassificato un rapporto di 16 pagine del Federal Bureau of Investigation (Fbi) che collega i dirottatori dell’11 settembre a cittadini sauditi che vivono negli Stati Uniti.

La US National Public Radio (NPR) ha commentato: “Il rapporto parzialmente redatto mostra una relazione più stretta di quanto fosse noto in precedenza tra due sauditi in particolare – incluso uno con status diplomatico – e alcuni dei dirottatori… Mentre [11 settembre 2004] la Commissione non è stata in gran parte in grado di collegare gli uomini sauditi ai dirottatori, il documento dell’Fbi descrive connessioni multiple e telefonate”.

Sebbene il documento dell’Fbi non tracci alcun collegamento diretto tra i dirottatori dell’11 settembre e il governo saudita nel suo insieme, convalida gli argomenti in quella direzione e, insieme alle prove pubbliche raccolte fino ad oggi, fornisce un modello di come al-Qaeda ha operato all’interno degli Stati Uniti con il sostegno attivo e consapevole del governo saudita.

È interessante notare che sezioni molto influenti dei media iraniani hanno anche riferito che gli Stati Uniti hanno evacuato tre delle 13 basi militari statunitensi in Siria nelle ultime settimane.

Ma anche sotto il profilo delle relazioni con l’Iran si sta attuando un cambiamento significativo in cui la Russia sta giocando e giocherà un ruolo sempre più rilevante.

Infatti la Russia si sta coordinando con gli Stati Uniti come dimostra il fatto che il viceministro degli Esteri Sergey Ryabkov ha dichiarato giovedì scorso a Mosca che le modalità per riprendere i negoziati a Vienna sono state discusse durante i colloqui con l’inviato speciale degli Stati Uniti in visita per l’Iran, Robert Malley, l’8-9 settembre durante i quali ha sottolineato di condividere con gli americani un’intesa sulla necessità di compiere ulteriori progressi nei negoziati.

In un gesto significativo verso il governo Raisi, la Russia ha stanziato 5 miliardi di dollari all’Iran per lo sviluppo della centrale nucleare di Bushehr e alcuni altri progetti. È interessante notare che questi progetti includono l’implementazione della ferrovia Incheboron-Zahedan, che dovrebbe collegare la rete ferroviaria russa con i porti iraniani di Bandar Abbas e Chabahar.

Senza dubbio, la Russia sta aiutando i piani dell’Iran a emergere come hub nella connettività regionale tra il Golfo Persico, l’Africa e l’Asia meridionale con l’Afghanistan, l’Asia centrale e l’Eurasia in generale.

Insomma Mosca stia migliorando la traiettoria della cooperazione economica russo-iraniana in attesa della revoca delle sanzioni contro l’Iran anche se Vladimir Putin non aspira a diventare il nuovo sceriffo dell’Asia occidentale: Mosca sta utilizzando il ridimensionamento degli Stati Uniti dall’Arabia Saudita e un accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran potrebbe potenzialmente aprire nuove strade per far avanzare la Russia interessi.

Non a caso la Russia ha siglato un accordo di cooperazione militare russo-saudita firmato a Mosca il 24 agosto che potrebbe significare per Riyadh la volontà di diversificare le sue relazioni di difesa. L’accordo è stato firmato dal vice ministro della Difesa saudita, il principe Khalid bin Salman, che è anche il fratello minore del potente principe ereditario Mohammad bin Salman.

Una considerazione finale: gli Stati Uniti stanno spostando gradualmente ma inesorabilmente il loro baricentro geopolitico verso l’Indo-Pacifico?

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