skip to Main Content

Erdogan

Tutte le mosse contraddittorie di Erdogan in Siria

L’articolo dell’analista Giuseppe Gagliano sulla Siria Secondo il periodico arabo Alaraby, l’esercito turco ha posto in essere un’offensiva contro le infrastrutture delle forze democratiche siriana ubicate nel nord della Siria fra il 15 e il 16 marzo nonostante sia stata apparentemente raggiunta una tregua tra il presidente russo Vladimir Putin e Erdogan proprio il 5…

Secondo il periodico arabo Alaraby, l’esercito turco ha posto in essere un’offensiva contro le infrastrutture delle forze democratiche siriana ubicate nel nord della Siria fra il 15 e il 16 marzo nonostante sia stata apparentemente raggiunta una tregua tra il presidente russo Vladimir Putin e Erdogan proprio il 5 marzo. Ma si tratta appunto soltanto di una tregua e non di certo di un trattato di pace bilaterale.

Un altro paradosso apparente di questa guerra consiste nel fatto che le forze democratiche siriane siano il principale alleato degli Stati Uniti nella lotta contro lo Stato islamico in Siria. Naturalmente il fatto che queste forze siano a guida curda ha indotto la Turchia a definire queste forze come strettamente legate al partito dei lavoratori del Kurdistan cioè al famigerato PKK considerato una organizzazione terroristica.

Da un lato dunque la Turchia è un membro permanente ,e di grande rilievo sotto il profilo strategico ,della Nato dall’altro lato però la Turchia ha fatto oggetto di ripetute offensive militari proprio il miglior alleato degli Stati Uniti. Il doppiogiochismo di Erdogan frutto di una scelta strategica flessibile inoltre si rileva dal fatto che da un lato ha accettato gli S-400 e dall’altro lato continua a chiedere e fare pressione per l’intervento della Nato all’interno dello scacchiere siriano.

Ebbene, queste scelte strategiche apparentemente contraddittorie, non devono, a nostro avviso, sorprendere poiché sono il risultato di una precisa politica turca in Medio Oriente e cioè quella di conseguire un’autonomia di carattere sia militare sia politico per la futura spartizione del Medio Oriente (Siria e Iraq), cercando di ridimensionare il ruolo americano nell’area. Non a caso, proprio allo scopo di poter conseguire questo obiettivo, Ankara ha posto in essere scelte geopolitiche di riavvicinamento verso la Russia.

Back To Top