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Turchia Balcani

Tutte le manovre di Erdogan in Albania (contro l’Italia?)

L'analisi di Giuseppe Gagliano sugli obiettivi di politica estera della Turchia in Albania

Partiamo come di consueto dai fatti. Giovedì 23 aprile l’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu ha riferito la notizia secondo la quale è stato siglato un accordo e un protocollo finanziario tra il ministro della Difesa turco e il suo omologo albanese. Questo accordo non farà altro che rafforzare il piano di cooperazione nel contesto militare che era stato siglato lo scorso 27 febbraio quando si erano incontrati il direttore generale della politica della difesa albanese e il delegato militare turco. Non c’è dubbio che questo accordo non faccio altro che consolidare la partnership non solo militare ma anche economica tra la Turchia e l’Albania.

È necessario infatti sottolineare che l’11 febbraio il ministro degli Esteri turco aveva inaugurato a Tirana il Centro per gli studi balcanici fondato dalla New York University di Tirana di proprietà della Fondazione turca Maarif che viene considerata uno strumento efficace — analogo agli Istituti Confucio cinesi — per concretizzare il soft power turco in Albania. Infatti nel 2018 proprio la Fondazione-creata nel giugno del 2016-aveva acquistato la New York University di Tirana insieme a molti altri istituti educativi e formativi con lo scopo di tutelare la presenza musulmana in Albania.

Allo stato attuale, la Fondazione Maarif vanta una presenza in 35 paesi con un totale di 294 istituti di istruzione, la maggior parte presenti in Asia meridionale, Africa e Europa sud-orientale.

Tuttavia questa fondazione rappresenta anche uno strumento efficace per contrastare la rete mondiale di istituzioni educative del suo nemico Fethullah Gulen. A parte la New York University, la Fondazione ha acquistato nel 2018 sia la New York Basic Education School che la NY High School a Tirana.

Non si deve dimenticare che la Turchia è presente nel campo educativo in Albania da decenni e cioè da quando l’ex presidente turco Turgut Ozal aveva inaugurato il primo college turco a Tirana nel 1993, due anni dopo il crollo del comunismo in Albania. Il college, chiamato Mehmet Akif, è divenuto presto un’istituzione d’élite, la prima scuola privata dell’Albania post-comunista che offre un’istruzione di alta qualità in albanese, inglese e turco.

Quale sia l’obiettivo di politica estera turco in Albania non è certamente difficile da comprendere: la politica di proiezione di potenza turca è finalizzata certamente a creare una zona di influenza all’interno dei Balcani a danno del nostro paese.

Al di là della specifica questione albanese, complessivamente parlando, è difficile negare che la Turchia stia infatti sempre più diventando un agguerrito e temibile concorrente dell’Italia non solo sullo scacchiere libico e ma anche in relazione allo sfruttamento delle risorse energetiche a Cipro.

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