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Turismo Covid -free

Turismo, come dovranno essere i luoghi Covid Free

Il blog “Economia del gusto” di Gianandrea Abbascià

Covid Free, non solo un imperativo e un mantra, ma una nuova, seppur temporanea, normalità!

Se si parla di turismo non si può prescindere dal considerare tutte le attività economiche ad esso riconducibili: in Italia il settore vale più del 5% del Pil, si arriva al 13% se si considera anche l’indotto. La pandemia ha avuto effetti devastanti su tutto l’intero settore. Bisogna quindi ripartire prima possibile. A questo punto la parola d’ordine non potrà che essere “Covid-Free”.

Il tutto però non potrà e non dovrà tradursi in un mero bollino da esporre all’ingresso di una struttura o sul proprio sito internet, ma dovrà davvero diventare, permettetemi di dirlo, un vero e proprio modo di pensare. Non entriamo nel merito, oggi, se è preferibile un turismo di prossimità che porti ad evitare spostamenti di enormi masse o altro; proviamo a soffermarci sull’approccio che addetti ai lavori e turisti dovranno adottare.

Il Covid-free, è evidente, potrà raggiungersi quando tutta la popolazione sarà vaccinata, o comunque al raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge; ma sappiamo benissimo che ciò non accadrà nel giro di due mesi. È allora doveroso poter traslare il concetto di covid-free sull’adozione di protocolli di sicurezza, che siano però chiari, facilmente attuabili e soprattutto che non debbano lasciare spazio ad interpretazioni. Puntare sul buon senso è buona cosa ma è evidente che, per la legge dei grandi numeri, è opportuno adottare provvedimenti concreti e di facile attuazione.  In questi giorni si sta parlando di ipotetiche date, tra conferme e smentite. La situazione non è certamente di facile gestione ma, mese dopo mese, la stagione più proficua dell’anno è alle porte e sappiamo benissimo che i tantissimi operatori non possono certo passare in 48 ore in modalità Off-On, soprattutto perché, oltre alla complessa organizzazione dei consueti preparativi, anche quest’anno, dovranno essere pronti ad attuare le nuove, eventuali, disposizioni per la messa in sicurezza. Serve tempo, ed essendo ormai alle porte della metà di aprile, è proprio il tempo ad essere la risorsa più scarsa.

Il recente passato deve però essere di supporto. Si dice spesso che è possibile imparare dai propri errori. Sia ben chiaro, ci si è trovati a gestire situazioni decisamente anomale, nuove, e per questo non si può certo colpevolizzare nessuno. Si poteva fare meglio, si poteva fare diversamente; si è fatto.

Oggi abbiamo la “fortuna” di fare tesoro del passato e allora proviamo a ripartire da quello. In occasione delle riaperture dello scorso maggio (2020), e a seguire poi con la stagione estiva notevoli sforzi sono stati richiesti a tutti gli operatori. Più che nuove richieste di sforzo è meglio pensare ad un cambio di passo che deve vedere partecipi tutti, turisti compresi.

Una organizzazione capillare per la predisposizione di test molecolari; una strutturata organizzazione dei trasporti ed il suo potenziamento; una efficiente organizzazione per la sanificazione degli ambienti; la sensibilizzazione sul rispetto delle regole (le campagne pubblicitarie lanciate durante il trimestre aprile-giugno 2020 potrebbero tornare utili); presidi sanitari mobili locali pronti ad intervenire; l’utilizzo di tutti i possibili spazi all’aperto per le molteplici attività – ristorazione in primis, ma non solo, attività culturali e di intrattenimento – in modo da consentire un equo distanziamento di sicurezza. Con i protocolli covid-free il turista dovrà avere la concreta percezione che ogni cosa è al suo posto, ogni minimo dettaglio è stato curato. Di pari, anche il turista dovrà fare la propria parte, in primis accettando le “regole del gioco” e mettendosi direttamente in discussione. Il piano vaccinale e i protocolli di sicurezza faranno la loro parte; se anche noi turisti facciamo la nostra, sarà tutto più semplice!

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