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Che cosa si sono detti Erdogan e Conte su Libia e non solo

L'articolo di Giusy Caretto

Una stretta di mano e un appuntamento al prossimo weekend, per un vertice sulla Libia a Berlino, cui parteciperanno anche Italia, Turchia e Russia. Forse, un impegno congiunto per far tornare la pace in Libia.

Questo l’esito dell’incontro tenuto oggi da Giuseppe Conte ad Ankara con Recep Tayyip Erdogan.

ITALIA-LIBIA: COLLABORAZIONE IN VISTA?

Partiamo dalla questione libica. Turchia e Russia, in occasione del battesimo del Turkstream, hanno chiesto il cessate il fuoco permanente in Libia ed anche l’Italia è pronta a lavorare per questo. “Apprezziamo gli sforzi da parte italiana per raggiungere l’obiettivo”, ha detto Recep Tayyip Erdogan, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il premier italiano, Giuseppe Conte, ad Ankara.

“Mi auguro che al più presto si sottoscriva il cessate il fuoco”, ha aggiunto Erdogan.

IL VERTICE DI BERLINO

Sarà questo lo scopo principale anche del vertice fissato a Berlino per il prossimo weekend. “Il presidente Putin, il presidente Conte ed io abbiamo la volontà di partecipare a questo vertice”, ha dichiarato il presidente turco.

LE INTENZIONI ITALIANE

“Continua l’impegno da parte dell’Italia per la tregua e per una soluzione politica in Libia. Vogliamo promuovere il dialogo e favorire la stabilizzazione della regione”, ha scritto Conte su Facebook, parlando proprio dell’incontro con Erdogan.

ITALIA PARTNER STRATEGICO DELLA TURCHIA

“È un grande piacere avere come ospite il caro amico Conte: da quando ha preso l’incarico siamo in stretto contatto. Oggi ho avuto modo di conversare a lungo con lui: abbiamo anche fatto un pranzo di lavoro”, ha anche riferito Erdogan, ricordando che “l’Italia è partner strategico e alleato” della Turchia.

RAPPORTI INTENSIFICATI?

“Mi auguro che questa visita intensifichi i nostri rapporti. Quest’anno terremo un vertice intergovernativo, non ne facciamo uno dal 2012″, ha anche detto il presidente turco.

I NUMERI DEL RAPPORTO ITALIA-TURCHIA

Guardando ai numeri, l’amicizia tra Italia e Turchia vale in export oltre 10 miliardi di euro, secondo dati Sace. Cifra che potrebbe toccare, se i buoni rapportano restano, anche i 12 miliardi nel 2021.

L’AFFRONTO AD ENI

Se i buoni rapporti restano. Perché propria l’amica Turchia sta trivellando, da ottobre 2019, nelle acque di Cipro, nel blocco assegnato da Nicosia ad Eni e Total. E già a febbraio 2019 una nave turca aveva bloccato le attività di esplorazione di Eni in acque cipriote. Paolo Gentiloni, all’epoca primo ministro, mandò una nave della marina italiana, ma Eni si ritirò.

LA RIDEFINIZIONE DELLE ZONE ECONOMICHE

Mette a rischio l’amicizia tra Roma ed Ankara anche il memorandum d’intesa, siglato il 27 novembre, in cui il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier del governo libico riconosciuto dall’Onu, Fayez al-Sarraj hanno ridefinito i confini marittimi tra Turchia e Libia.

Ankara rivendica parte della Zee (Zona economica esclusiva) della Grecia e Tripoli parte di quella greca e di quella egiziana. In realtà, il presidente turco vorrebbe rivendicare parte della Zee di Cipro, di Egitto e di Siria.

Erdogan ha annunciato ipotetiche possibili “esplorazioni congiunte” con la Libia alla ricerca di idrocarburi offshore nelle aree delimitate dal memorandum d’intesa.

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