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Tricarico Nato

Perché il generale Tricarico russa su Putin e picchia la Nato

Secondo l'ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica, Leonardo Tricarico, la Nato ha sbagliato a incoraggiare l'ingresso dell'Ucraina nell'alleanza provocando il "fallo di reazione" Russia di Putin. Il corsivo di Francis Walsingham

 

In un paio di interventi su LA7 per discutere dell’attacco della Russia all’Ucraina – uno alla trasmissione Tagadà, l’altro al Tg La7 di Enrico Mentana -, il generale Leonardo Tricarico si è scagliato contro il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, per aver incoraggiato l’Ucraina a entrare nell’alleanza, causando così una crisi con Mosca sfociata poi nell’invasione di giovedì mattina.

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Tricarico è stato capo di stato maggiore dell’aeronautica militare dell’Italia, un paese membro della Nato, dal 2004 al 2006.

COSA HA DETTO TRICARICO A TAGADÀ

“C’è stata una promessa non scritta”, ha detto Tricarico a Tagadà, “all’Unione sovietica, allora in dissolvimento, che i paesi satelliti non sarebbero entrati nella Nato. Naturalmente un impegno che nessuno ha potuto mantenere. Però da qui a incoraggiare il transito nella Nato ce ne passa. E mi riferisco naturalmente a questo chiacchiericcio continuo, questa attività declaratoria del segretario generale Stoltenberg che non so se sia stato autorizzato dai singoli paesi a parlare in quei termini e con quella perentorietà”, ha detto Tricarico, presidente della Fondazione Icsa e firma di punta della rivista Formiche di Paolo Messa (“la macchina più editoriale apprezzata a Washington”, secondo Dagospia).

“Basta andare a guardare per esempio l’adesione degli ultimi due paesi, che sono il Montenegro e la Macedonia del nord”, ha aggiunto il generale. “E si vedrà quanto siano stati incoraggiati a transitare invece di essere scoraggiati, come andrebbe fatto oggi con l’Ucraina, cercando di trovare una condizione di equilibrio accettabile dalle due parti in causa”.

COSA HA DETTO TRICARICO AL TG LA7

Al telegiornale di Mentana, invece, Tricarico ha detto che “la Nato, in tutta questa vicenda, non aveva alcun titolo a parlare. Perché la Nato è un’alleanza difensiva, è un’alleanza che può intervenire in maniera fuori dalla difesa soltanto se un suo membro viene attaccato, c’è un Articolo 5 che scatta. Ed è quello che è scattato con le Torri gemelle nel 2001”, ha detto nel corso di uno speciale del tg diretto da Mentana.

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“Se questo è vero”, ha proseguito, “Stoltenberg ha fatto molto male a parlare quotidianamente con un certo piglio, una certa perentorietà, una certa sicumera, che sicuramente ha alimentato in Putin questa incertezza e questo timore che veramente ci fosse la determinazione e il consenso internazionale a che l’Ucraina transitasse nella Nato. Quindi quello di Putin, se vogliamo, è stato un fallo di reazione, tremendo”.

“Di questo si tratta”, ha aggiunto.

E infine, per concludere: “Noi non dobbiamo assolutamente incoraggiare il transito nella Nato dell’Ucraina, cosa che purtroppo in maniera surrettizia, e qualche volta aperta, la Nato ha fatto. Semmai bisogna gettare acqua, e non benzina, sul fuoco, e soprattutto sulle aspirazioni dell’Ucraina”.

COSA VUOLE LA RUSSIA

Tricarico, ovviamente, non giustifica Vladimir Putin per aver ordinato l’invasione dell’Ucraina, ma anzi lo considera responsabile della situazione. In un certo senso ne comprende però, e ne legittima, i timori e le richieste. Per non dire l’isteria, la sindrome di accerchiamento per un’alleanza che – come lo stesso generale ricorda – è difensiva, non offensiva.

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C’è chi dirà che è realismo geopolitico, il suo: visto che la Russia vuole la Nato lontana dai suoi confini, e visto che la Russia è una potenza militare che confina con l’Europa e vi intrattiene rapporti commerciali ed energetici, tanto vale darle ciò che vuole. Ma questa è solo una parte della storia: a muovere Putin non è solamente la sicurezza nazionale (cioè l’allontanamento della Nato), ma la voglia di ricostruire una sfera di influenza nel territorio ex-sovietico e di “riprendersi” l’Ucraina, che dopo la cacciata del filorusso Yanukovich si è avvicinata molto all’Occidente. Per il bene dell’Occidente, però – sembra dire Tricarico -, le porte della NATO dovrebbero restare chiuse per Kiev, permettendo di conseguenza a Mosca di determinare la politica estera e l’orientamento strategico di uno stato indipendente.

LA PROMESSA DELLA NATO ALL’UCRAINA

È vero che la Nato ha accolto moltissimi paesi che un tempo rientravano nell’orbita sovietica – come la Polonia, antirussa -, ed è vero che l’alleanza atlantica ha fatto una promessa di membership all’Ucraina (era il 2008, con gli accordi di Bucarest). È vero che quella promessa fu fatta innanzitutto dagli Stati Uniti, e accolta con scetticismo dagli alleati europei.

Dal 2008 a oggi, però, di quella promessa – già vaga al tempo – non se ne è fatto nulla. Anche il presidente americano Joe Biden, pur difendendo il principio per Kiev di decidere autonomamente il proprio collocamento nel mondo, ne ha parlato con molta cautela, facendo capire di non essere interessato a procedere in tal senso.

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