Dopo South Dakota, South Carolina e Maryland, anche il Texas si aggiunge ora alla lista degli Stati americani in cui è fatto esplicito divieto agli impiegati pubblici di installare TikTok sui device di proprietà del governo o di condurre gli affari dello Stato con dispositivi privati potenzialmente compromessi. Intanto al Congresso viene presentata una seconda proposta di legge che mira a bandire tout court l’applicazione a livello nazionale. Ma secondo un senatore democratico simili misure non sono necessarie perché TikTok starebbe già collaborando con l’intelligence Usa per garantire che la piattaforma non sia usata per spiare.
La mossa di Abbott
Come riportato dalla Cbs, la svolta in Texas arriva con una direttiva del governatore Greg Abbott impartita al Dipartimento di Pubblica Sicurezza e a quello delle Risorse Informative affinché elaborino, entro il tassativo termine del prossimo 15 febbraio, una policy relativa all’uso di tutti i device affidati ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato e a quelli privati posseduti dagli stessi.
La nuova direttiva, ricorda la Cbs in un altro articolo, giunge dopo che lo scorso dicembre lo stesso Abbott aveva dato indicazioni ai dirigenti delle agenzie statali affinché proibissero ai dipendenti di scaricare TikTok sui dispositivi di proprietà pubblica, citando la “minaccia da parte del Partito comunista cinese di infiltrare gli Stati Uniti”.
Per giustificare la nuova mossa, Abbott ha usato parole inequivocabili: “i rischi di sicurezza associati all’uso di TikTok sugli apparati usati per condurre gli affari importanti del nostro Stato non devono essere sottovalutati né ignorati … Di proprietà di un’azienda cinese che impiega membri del Partito comunista cinese, TikTok raccoglie un significativo ammontare di dati dal dispositivo dell’utente, inclusi dettagli sulla sua attività su internet”.
Cosa prevede il piano del Texas su TikTok
In base alla direttiva emanata dal governatore, si dovrà ora procedere in tempi brevissimi a redigere un piano contenente le indicazioni vincolanti per il personale delle agenzie e degli uffici pubblici.
Gli obiettivi prefissati dell’operazione sono i seguenti:
- bandire e prevenire l’installazione o l’uso di TikTok e di altre tecnologie proibite su qualsiasi device di proprietà dello Stato, quali cellulari, laptop, tablet, desktop computer e ogni dispositivo dotato di una connessione internet;
- proibire ai dipendenti e ai contractor di condurre gli affari dello Stato su dispositivi personali su cui sia installata tecnologia proibita;
- identificare location sensibili, meetings e personale di ogni agenzia che possano essere esposti (alla captazione da parte di) dispositivi personali su cui sia installata tecnologia proibita, e negare l’accesso a tali aree sensibili a simili dispositivi e il conseguente uso;
- implementare restrizioni di rete che prevengano l’uso di tecnologie proibite nelle reti delle agenzie pubbliche da parte di qualsiasi dispositivo.
La nuova proposta di legge al Congresso
L’azione drastica del Texas arriva negli stessi giorni in cui due parlamentari repubblicani hanno presentato al Congresso una proposta di legge che prevede un bando totale su scala nazionale dell’applicazione cinese.
Come riferisce The Hill, l’iniziativa del senatore Josh Hawley e del deputato Ken Buck conferirebbe al Presidente il potere di bloccare e proibire le transazioni con ByteDance, la parent company di TikTok.
La nuova proposta di legge si aggiunge a quella analoga e bipartisan presentata l’anno scorso con le prime firme del senatore Marco Rubio e dei deputati Mike Gallagher e Raja Krishnamoorthi, tutti repubblicani.
A stretto giro è arrivata anche la replica di TikTok, il cui portavoce Brooke Oberwetter ha cercato di spostare l’attenzione dalla presunta pericolosità di una singola applicazione verso il più ampio tema della carente regolamentazione Usa in materia di privacy e protezione dei dati.
“Noi speriamo – si legge nella nota del portavoce riportata da The Hill – che (i proponenti della legge) concentrino le loro energie sugli sforzi per affrontare questi temi in modo olistico, piuttosto che pretendere che bandire un singolo servizio possa risolvere i problemi di cui sono preoccupati o rendere gli americani più sicuri”.
TikTok collabora con l’intelligence Usa?
In controtendenza con queste iniziative ostili sono state le dichiarazioni del senatore democratico Cory Booker secondo cui, per citare il titolo dell’articolo con cui The Hill ne ha dato notizia, “TikTok sta lavorando con l’intelligence Usa per assicurare che la Cina non possa usare la piattaforma per spiare”.
Booker non nega il problema posto da TikTok in termini di potenziale minaccia “alla sicurezza e ai segreti nazionali” degli Usa e ammette che al Congresso esiste una “forte visione bipartisan” secondo cui questo tema necessiti di azioni rapide e incisive. Ma ha anche una sua personalissima idea su come trovare una soluzione.
“Penso che ci siano due modi per approcciare questo tema”, ha detto Booker durante la trasmissione Face the Nation della Cbs. “Il passo proattivo di bandire (TikTok) sui dispositivi governativi è qualcosa che il governo federale, gli Stati e persino le singole municipalità stanno facendo. Ma un altro approccio è coinvolgere direttamente le compagnie. Esse stanno adesso lavorando con gli uomini dell’intelligence per tentare di assicurarsi che vengano adottate le appropriate precauzioni affinché i cinesi non possano avere accesso e spiare”.