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Sisma 2016, la ricostruzione e le critiche-boomerang di Legnini

Tensioni e diversità di vedute sulla ricostruzione post sisma 2016 fra commissario di governo, Legnini, e parlamentari. Ecco tutti i dettagli.

 

Diversità di vedute sulla ricostruzione post terremoto 2016 fra commissario Legnini e parlamentari. Ecco il punto della situazione.

Che cosa prevede la legge di bilancio

La Legge di Bilancio del 2022 prevede il rifinanziamento del fondo per la ricostruzione privata per le case danneggiate dal terremoto del 2016. La norma stanzia oltre 6 miliardi di euro, la conferma per quattro anni del Superbonus al 110% e la proroga di alcuni termini legati allo stato di emergenza, che viene esteso al 2022, come le norme che riguardano le macerie, le agevolazioni sulle bollette delle utenze, l’esenzione Irpef, Imu ed Isee per gli immobili inagibili. I fondi stanziati dalla Legge di Bilancio si sommano al Fondo complementare al PNRR per le aree sisma da 1,78 miliardi. Quest’ultimo prova a rispondere a necessità storiche, che in alcuni casi dopo la crisi pandemica sono diventate vere e proprie emergenze, come l’assenza delle connessioni digitali, che ha reso difficili lo smart working e l’insegnamento a distanza. Il fondo è diviso in due linee di intervento.

I danni del sisma del 2016

Lo sciame sismico del 2016 ha causato danni a oltre 80 mila immobili di cui il 62% nella regione Marche, il 16% in Abruzzo, l’11% in Umbria e il restante l’11% nel Lazio. L’Abruzzo ha visto coinvolti 103.483 abitanti (7,8 per cento della regione) 3 province, 23 comuni, il Lazio 72.798 abitanti (1,2 per cento della regione) una provincia, 15 comuni, l’Umbria 57.505 abitanti (6,5 per cento della regione) 2 province, 15 comuni e le Marche 348.473 (22,6 per cento della regione) 4 province, 85 comuni. L’onorevole Tullio Patassini (Lega Nord) in un’interrogazione rivolta al Ministero per il sud e la coesione territoriale ha chiesto se “si intendano adottare iniziative per proseguire con riguardo agli interventi previsti dal fondo complementare PNRR, con una distribuzione dei medesimi su base regionale che tenga presente l’effettivo impatto causato sui territori dagli eventi sismici del 2016 e 2017, al fine di sostenere lo sviluppo omogeneo delle aree interne appenniniche”.

14 miliardi di euro per la ricostruzione

“Lo Stato, che ha già messo a disposizione della ricostruzione del Centro Italia 14 miliardi di euro, e 1,8 miliardi con il Fondo complementare al PNRR per lo sviluppo economico, sta facendo in pieno la sua parte”, ha scritto il Commissario straordinario di governo per la ricostruzione post sisma 2016, Giovanni Legnini, nella presentazione degli stanziamenti del 2022 per la ricostruzione post sisma 2016. Il Commissario Legnini chiama tutti gli attori coinvolti a fare la loro parte. “Adesso è ora che tutti i protagonisti della ricostruzione, cittadini, tecnici, sindaci, uffici regionali, facciano la loro con il massimo impegno possibile – ha scritto, criticamente, Legnini -. Non possiamo accettare ulteriori ritardi, indecisioni o comportamenti opportunistici: dove si può, si deve ricostruire”.

Legnini chiede ai sindaci di preparare cronoprogrammi

“Nello stesso tempo avvieremo un’azione nei comuni più colpiti, dove la ricostruzione in alcuni casi è ancora molto indietro, spingendo i sindaci a predisporre dei cronoprogrammi puntuali per la presentazione delle domande dei privati”, ha aggiunto il Commissario Legnini incontrando i giornalisti e i rappresentanti delle associazioni e dei comitati dei cittadini per fare il punto sulla Legge di Bilancio, il fondo del PNRR per le aree sisma. Il Commissario attribuisce dunque parte delle responsabilità dei ritardi ai primi cittadini dei piccoli centri.

I risultati del 2021: stanziati 1,7 miliardi di euro

“Nei primi undici mesi del 2021 – si legge nella relazione riassuntiva – sono state approvate 4.884 richieste di contributo per la ricostruzione di immobili privati danneggiati dal sisma, con l’autorizzazione ad aprire altrettanti cantieri, per un importo di 1,7 miliardi di euro. Sono quasi il doppio di quelle approvate nel 2020 (2.657 domande), e rappresentano quasi la metà di quelle approvate dall’avvio della ricostruzione a oggi (11.830, per un importo complessivo di 3,4 miliardi di euro)”. Le erogazioni dei fondi sulla base dello stato di avanzamento dei lavori ammontano, per il periodo che va da gennaio e novembre, “a 762 milioni di euro, oltre la metà delle erogazioni complessive dall’avvio della ricostruzione, pari a 1,47 miliardi di euro”. Inoltre nel 2021 i cantieri ultimati sono stati 2.185 per circa 5 mila unità immobiliari. I cantieri che hanno terminato i lavori sono 5.879, con la riconsegna di circa 15 mila unità immobiliari.

Mercato edilizia saturato dal Superbonus

“In questi due anni abbiamo rimosso gli ostacoli normativi e procedurali più evidenti. Oggi riscontriamo difficoltà legate all’andamento del mercato dell’edilizia, prima saturato dal successo del Superbonus, poi ingessato dall’aumento dei prezzi – ha aggiunto Legnini -. Abbiamo già deciso un primo aumento del contributo di ricostruzione, ma entro febbraio avremo anche un nuovo prezzario, più aderente alle condizioni attuali del mercato. Nel frattempo progettisti possono usare i prezzari regionali, già adeguati, e contare sul riconoscimento dei maggiori costi per i lavori già iniziati e sul Superbonus al 110% che consente di coprire la spesa per gli interventi di riparazione che resterebbero sulle spalle dei proprietari”.

Superbonus anche a chi ha già usufruito di benefici per la ricostruzione

Tuttavia al netto delle storture il Superbonus 110% si è rivelato un grande incentivo all’ammodernamento del patrimonio edilizio italiano. “Il Superbonus è uno strumento fondamentale anche per accelerare la ricostruzione post sismica nel Centro Italia e per migliorare ulteriormente la sicurezza sismica e l’efficienza energetica di decine di migliaia di edifici che devono ancora essere ricostruiti, in quanto è possibile utilizzarlo in concorso virtuoso con il contributo per la ricostruzione post-sisma, previsto dall’articolo 5 del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229”, scrive il senatore Agostino Santillo (M5S) nella sua interrogazione dello scorso 8 giugno. Il senatore chiede al Governo, tra le altre cose, di “estendere l’applicazione dell’agevolazione di cui all’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, anche agli immobili ed ai manufatti di qualunque genere che abbiano già goduto di detrazioni o benefici fiscali o contributi concessi in occasione di terremoti, alluvioni o altri eventi calamitosi”.

Una proroga alle scadenze nelle zone colpite dal sisma del 2016

“Il territorio della Regione Marche come ben sappiamo, è stato duramente colpito dal sisma del 2016 – ha detto Antonio Saccone (FI) nella sua interrogazione del 7 dicembre scorso -. Sono 140 i Comuni colpiti e danneggiati dal sisma in Centro Italia, cui spettano gli aiuti ed i rimborsi previsti dal decreto legge terremoto”. I ritardi nella ricostruzione dovrebbero essere legati alla confusione burocratica e normativa. “I provvedimenti governativi dovrebbero costituire il cuore del processo di ricostruzione e dare nuovo slancio alla ripresa socio-economica dei territori del Centro Italia colpiti dal sisma; tuttavia, sebbene il Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini abbia affermato il 30 dicembre scorso che il 2021 dovrà essere l’anno del “definitivo decollo della ricostruzione”, la situazione sul nostro territorio è ancora in parte bloccata – si legge ancora nell’interrogazione di Saccone in cui si critica l’azione di Legnini -; infatti sono molti i provvedimenti normativi in favore delle aree del cratere che sono entrati in vigore il I gennaio di quest’anno. Ma tali provvedimenti si affiancano alle agevolazioni previste dal Decreto Rilancio ed è difficile districarsi tra le varie scadenze previste”. Al Governo viene chiesto di valutare, nelle zone colpite dal terremoto, una “proroga per il ricorso alle agevolazioni già in essere, che altrimenti potrebbero risultare non usufruibili incolpevolmente”.

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