Il 24 settembre il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato in maniera esplicita che gli americani non intendono tollerare da parte del governo talebano metodi di punizione inumani e crudeli come il ritorno alle imputazioni o alle esecuzioni.
COSA HANNO FATTO I TALEBANI
I talebani che hanno letteralmente cacciato a pedate nel sedere gli americani dall’Afghanistan sono stati talmente impressionati dalle parole del presidente americano che il 26 settembre hanno mostrato pubblicamente quattro cadaveri di presunti rapinatori, uno dei quali è stato appeso ad una gru nella piazza principale di Herat.
LE PAROLE DEL MULLAH TURABI
A rincarare la dose ha provveduto anche il mullah Nooruddin Turabi, che ha dichiarato ad Associated Press che il movimento talebano proseguirà sia con l’esecuzione che con le amputazioni. Nessuno infatti, ha precisato il mullah, può dirci quali debbano essere le leggi che dobbiamo o non dobbiamo applicare.
LA NECESSITÀ DI TRATTARE CON I TALEBANI
Siamo persuasi che là dove America First ha fallito riuscirà l’Onu, la cui autorevolezza e credibilità saranno tali da indurre i talebani a modificare profondamente le loro norme nel campo del tutto penale.
Al di là delle battute, servirebbe da parte dell’amministrazione americana meno retorica, meno arroganza e più pragmatismo. Piaccia o meno, gli americani dovranno trattare con i talebani e al momento attuale non possono certo farlo minacciando velatamente ripercussioni di ordine militare.
LA CHIAVE È IL DENARO
La chiave per controllare i talebani, per acquietare il loro integralismo fanatico e sanguinario è ancora una volta il denaro. Pecunia non olet.