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Brics

Tutte le manovre militari del Sudafrica con Russia e Cina

Il Sudafrica terrà un'esercitazione militare con le marine di Russia e Cina, facendo rabbrividire l'Occidente. L'articolo di Marco Orioles.

 

Schiaffo agli Usa, all’Occidente e all’Ucraina da parte del Sudafrica, che non solo si è rifiutato a suo tempo di condannare in sede Onu l’aggressione a Kiev, ma ora si accinge ad ospitare le marine di Russia e Cina nell’ambito di un’esercitazione trilaterale che si terrà proprio in concomitanza con il primo anniversario dello scoppio della guerra.

L’esercitazione militare in Sudafrica

L’annuncio del nuovo impegno congiunto delle forse armate di Pretoria, Mosca e Pechino è stato dato il 20 gennaio dal governo sudafricano.

“La South African National Defense Force (SANDF) – si legge nel comunicato – ospiterà un’esercitazione marittima multinazionale con la Russia e la Cina per un periodo di dieci giorni”, dal 17 al 27 febbraio.

Denominato “esercitazione MOSI”, l’evento si terrà nelle città portuali di Durban e Richards Bay nelle acque dell’Oceano Indiano a Est del Paese, e ha l’obiettivo dichiarato di “rafforzare le relazioni già fiorenti tra i tre Paesi.”

Nel testo dell’esecutivo si precisa che questa è la seconda esercitazione congiunta effettuata dai tre Paesi, con la prima che si è tenuta nel novembre 2019 presso Cape Town.

La partecipazione della fregata russa con missili supersonici

Come ha precisato lunedì la Tass, riferisce Reuters, all’esercitazione prenderà parte un gioiello della la marina russa come l’Ammiraglia della flotta dell’Unione Sovietica Gorshkov, che è armata con i missili supersonici Zircon che viaggiano a una velocità nove volte superiore a quella del suono e hanno un range di più di mille chilometri.

Come ricorda Al Jazeera, Putin in passato ha parlato della fregata e dei suoi missili supersonici convinto che “non abbiano analoghi nel mondo”.

La visita di Lavrov e le dichiarazioni della Ministra degli Esteri di Pretoria

L’annuncio dell’esercitazione è stato dato pochi giorni prima della visita del capo della diplomazia russa Sergej Lavrov, accolto a Pretoria dalla sua omologa Naledi Pandor sullo sfondo delle vivaci contestazioni di parte dell’opposizione, che ha denunciato l’inopportunità tanto della visita quanto dell’esercitazione, e della sia pur piccola comunità ucraina residente in Sudafrica.

Ma l’accoglienza riservata da Pandor al suo collega è stata più che calorosa oltre che scandita da dichiarazioni che hanno fatto rabbrividire l’Occidente.

“Tutti i Paesi in tutto il mondo conducono esercitazioni con i propri amici. È il naturale corso delle relazioni”, ha detto la ministra incalzata dalle domande dei reporter presenti alla conferenza stampa congiunta con Lavrov.

Ribadendo la linea di neutralità del Presidente Cyril Ramaphosa, Pandor ha sostenuto che il Sudafrica non intende essere forzato a prendere posizione sul conflitto in Ucraina, ma ha anche accusato l’Occidente di doppio standard in quanto condanna la Russia e ignora temi come la questione palestinese.

Nel confermare che il Sudafrica non si allineerà con gli alleati di Kiev nella condanna alla Russia, la ministra ha sottolineato che il suo Paese non può assumere posizioni “semplicistiche e infantili … visto il massiccio trasferimento di armi” all’Ucraina.

Come riportato dalla Bbc, il Ministero della Difesa di Pretoria ha dato man forte alla Pandor difendendo la pianificata esercitazione e ricordando che in passato il Sudafrica ne ha ospitate altre similari con gli Usa, la Francia e altri Paesi Nato.

Le parole di Lavrov

Durante la conferenza stampa congiunta, Lavrov ha speso parole di apprezzamento per il “ben equilibrato e attento approccio” del Sudafrica al tema della guerra in Ucraina.

Il ministro ovviamente ha difeso l’esercitazione congiunta definendola uno sviluppo naturale in cui “tre Paesi sovrani, senza violare alcuna norma della legge internazionale, conducono esercitazioni”. Ha quindi schernito i “nostri colleghi americani” che “credono che solo loro possono condurre esercitazioni attorno al mondo”.

Lavrov si è detto inoltre in favore del fatto che “ogni Paese abbia i suoi propri diritti nel sistema internazionale come stipulato dalla carta Onu”, affermando che è in questa cornice che “noi sviluppiamo la nostra cooperazione incluso nel contesto dei Brics”.

Il commento dell’analista Ispi

In un lungo thread su Twitter, la ricercatrice dell’Ispi Eleonora Tafuro ha scavato a fondo tra le ragioni che spingono all’abbraccio due Paesi come Sudafrica e Russia.

Tafuro ricorda anzitutto che il Sudafrica è “uno dei più importanti alleati della Russia in un Continente che è diviso sull’invasione dell’Ucraina e sui collegati tentativi occidentali di isolamento” di Mosca, la quale – aggiunge l’analista – “vuole mostrare che ha ancora partner commerciali e nel campo della sicurezza che non smetteranno di fare affari con la Russia a causa della sua aggressione contro l’Ucraina”.

In merito alla retorica antioccidentale che domina il discorso pubblico russo, Tafuro rileva che una simile attitudine trova orecchie attente nel Continente africano suscitando la memoria dei tempi in cui l’Unione Sovietica sosteneva i movimenti anticoloniali. Questo, sottolinea l’analista, costituisce oggi “una parte chiave della strategia di soft power di Mosca nel continente”.

Tafuro aggiunge inoltre un particolare significativo relativo ai legami esistenti e in fieri tra Russia e paesi del Brics come il Sudafrica, coinvolti nel tentativo russo di “usare per i pagamenti internazionali le valute nazionali, bypassando così il dollaro e le sanzioni Usa”.

A tal proposito la ricercatrice dell’Ispi ricorda che “il blocco dei Brics ha già cominciato ad emettere prestiti in valute nazionali con la sua New Development Bank e sta anche conducendo i commerci” con le stesse valute.

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