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Su guerra, Ucraina, Russia, energia e Libia diciamoci tutto. Parla Crosetto

Che cosa ha detto Guido Crosetto, presidente di Aiad (Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza) su guerra, Ucraina, Russia, energia, Libia e non solo.

 

Il mondo come l’abbiamo conosciuto finora potrebbe non esistere già più. Quello a cui ci affacciamo sarà un nuovo mondo, più violento, che mette a rischio il benessere al quale il mondo occidentale si è abituato nell’ultimo mezzo secolo e in cui sarà necessario farsi largo con fatica. E’ il pensiero di Guido Crosetto, imprenditore, presidente AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza) ed ex coordinatore e deputato di Fratelli d’Italia, esternato oggi durante il programma Omnibus su La7.

Le difficoltà militari dell’Ucraina

“È evidente che la Russia abbia problemi logistici e quindi difficoltà di rifornimento di cibo, di carburante, di armi, di pezzi di ricambio e di tutto ciò che serve in una campagna di questo tipo – ha sottolineato Crosetto -. C’è un altro tema: lo sguardo con cui Putin guarda l’Ucraina è totalmente diverso da quello con cui lo guardiamo noi. Superata la fase di “faccio tutto in tre giorni”, fare tutto in un mese o in due mesi non cambia nulla. A questo punto ogni giorno che passa è un giorno che noi occidentali pensiamo di debolezza in più per la Russia, in realtà ogni giorno che passa, se nessuno li aiuta, è un giorno di debolezza in più per l’Ucraina perché gli stessi problemi di logistica che rileviamo per la Russia dobbiamo calcolarli dall’altra parte per l’Ucraina”. Così come dobbiamo va considerato essere braccati, circondati dall’esercito russo.  “I russi li stanno circondando e una volta che hanno circondato il tempo gioca dalla loro parte perché persone all’interno di queste enclave sono persone chiuse al resto del mondo – ha aggiunto l’ex sottosegretario alla Difesa nel governo Berlusconi -. A quel punto i russi possono sviluppare il loro attacco che non guarderà in faccia a nessuno, non avrà pietà”.

Lo spietato approccio alla guerra di Putin

La strategia militare russa, al momento, ha utilizzato quasi esclusivamente forze di terra. “Non hanno utilizzato nemmeno l’1% del loro arsenale missilistico e della loro possibilità di fare male bombardando. Abbiamo parlato molto di armi chimiche, se dovranno usare armi chimiche le useranno – ha aggiunto Crosetto -. L’approccio alla guerra, alle vittime anche civili che ha Putin è completamente diverso da quello che hanno gli occidentali. Per cui le immagini, le notizie, le cose che ci toccano in questi giorni non possono che deflagrare nei prossimi giorni”.

Il potenziale miliare russo: il rischio di armi chimiche

L’esercito russo ha un potenziale distruttivo molto più ampio e vasto di quello che abbiamo visto sinora. “Le possibilità di aumentare il livello di attacco da parte della Russia sono spaventose – ha aggiunto Crosetto -. La possibilità che ha la Russia di lanciare missili e fare attacchi aerei non è stata quasi usata sinora”. Gli attacchi agli edifici civili non sarebbero errori ma fanno parte di una precisa strategia per “far cedere moralmente l’Ucraina e costringere il presidente o chi comanda l’Ucraina a considerare la possibilità di arrendersi. Per ora non sono state usate ma penso che il prossimo passo saranno le bombe chimiche. Putin ha chiamato i macellai di Aleppo, ci sono i ceceni”.

Il cambio di mentalità richiesto all’Occidente

L’Europa si è trovata sorpresa davanti alla spietata freddezza messa in campo dalla Russia nella guerra contro l’Ucraina. “Noi abbiamo una visione occidentale e talvolta, “tra virgolette”, romantica della guerra. Invece la guerra è crudele e Putin la interpreta con una freddezza a cui noi non siamo più abituati mentalmente ma è così – ha rimarcato Crosetto -. Ci è richiesto, a livello collettivo, un cambio di mentalità rapidissimo nei prossimi giorni perché stiamo interloquendo con una persona che parla un’altra lingua. Certo quando sarà finito tutto possiamo fare i discorsi sugli errori del passato, dal 2010, 2014, 2008 dal 2000 se vogliamo andare indietro, da quando Biden stesso faceva riflessioni sugli errori dell’allargamento della Nato, possiamo fare tutte le riflessioni che vogliamo tra qualche mese, ma oggi quelle riflessioni non ci servono, oggi ci serve capire cosa dobbiamo fare per fermare questa guerra, lasciar mettere in piedi corridoi umanitari per salvare più persone possibili e dall’altra parte capire quale sia il punto di arrivo massimo che può avere l’occidente perché Punti non si ferma”.

L’avanzata dell’esercito russo

La resistenza ucraina, per quanto valorosa e coraggiosa, non ha la possibilità, sul lungo periodo di resistere all’avanzata dell’esercito di Putin. “In questa battaglia, chi sarà il vincitore finale, stante le forze in campo e le armi a disposizione, è chiarissimo. Non sappiamo se tra una settimana, due mesi, tre anni ma non interessa a Putin, come non interessava la Siria. Il punto di arrivo è quello”.

Crosetto: “Abbiamo dimenticato la parola guerra, non vogliamo sentirla”

Il blocco occidentale, Europa e Usa, sono chiamati a decidere quale ruolo svolgere in questa tragedia. “C’è un modo di muoversi a cui bisogna rispondere, purtroppo le risposte non sono sempre quelle di sedersi a un tavolo e battersi pacche sulle spalle, delle volte sono complesse. Oggi ci troviamo di fronte a una risposta che deve essere più complessa e che ci interpella in tempi brevissimi e in modo violento. È un dramma per noi perché la parola “guerra” l’abbiamo abolita, la parola “sofferenza” l’abbiamo abolita, nessuno di noi vuole sentirla”. Finora abbiamo offertole armi, ma quelle che abbiamo offerto sinora non consentono agli ucraini di difendersi – ha spiegato Crosetto -. Infatti gli ucraini stanno chiedendo aerei, batterie missilistiche, carrarmati. Tutte cose, tra l’altro ex sovietiche, che sono quelle che sanno usare, partendo dai mig per potersi difendere. Il prossimo passo che sarà chiesto all’occidente sarà fornire questo tipo di armi, non solo quelle che sono state fornite, oltre ai fucili, perché mancano anche quelli, insieme alle munizioni”.

Cosa dice e non dice la Cina secondo Crosetto

Ieri il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha incontrato a Roma il direttore dell’Ufficio della Commissione Affari Esteri Yang Jiechi. Le dichiarazioni post vertice sono state estremamente sintetiche e non hanno lasciato spazio a prospettive di una svolta decisiva. “Quello che è successo ieri tra Cina e USA non è sicuramente di buon auspicio – ha sottolineato il presidente di presidente di “Orizzonte Sistemi Navali” – . Anche se le notizie non sono ufficiali. Sappiamo solo che la Cina non abbia detto di no alla richiesta di armi russe. E questo è uno dei punti che interpella di più l’occidente. Io sono ogni giorno più preoccupato e vedo la via che si stringe e intravedo, e lo dico con grande tristezza, come punto di arrivo un intervento molto più diretto dell’occidente. Se continua così, se non interviene nessun fattore a cambiare quello che sta accadendo”.

Tutti gli errori della politica estera italiana secondo Crosetto

L’ex sottosegretario alla Difesa ha fatto anche una disamina di quelli che considera errori fatti dal nostro paese in temi di politica estera. “Abbiamo perso la Libia senza rendercene conto, c’erano pochi cretini che sostenevano l’importanza di non fare la guerra in Libia, io ero uno di quelli. E non ci rendiamo conto che Putin è in Africa da tempo insieme ai cinesi, e la Libia e l’Africa sono più vicini dell’Ucraina a noi”. L’opinione sulla politica estera degli ultimi anni non è affatto positiva. “Noi abbiamo fatto la politica estera finora litigando con il Qatar, gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita e l’Egitto, per cose nobili magari ma sono anni che dico che bisognava distinguere quelli che hanno ucciso Regeni dal Governo dell’Egitto perché nessuno ha giudicato l’Italia per i carabinieri che hanno ucciso Cucchi, abbiamo giudicato quei carabinieri non lo Stato – ha rimarcato con forza Crosetto -. L’Eni ha scoperto il più grande giacimento del gas mediterraneo in Egitto”.

La necessaria realpolitik

Del resto l’amministrazione di un Paese richiede un approccio di realpolitik che può non piacere ma che può essere necessario. “Noi non abbiamo un piano energetico pluriennale, non abbiamo risorse – ha avvertito Crosetto -. Una volta esisteva un piano che prevedeva delle scorte in tutti i settori, da quello agricolo a quello energetico, negli ultimi anni abbiamo abbandonato anche questa capacità strategica che ogni azienda ha, ogni azienda ha risk manager. A livello statale non esiste. Abbiamo pensato che il mondo fosse un posto bucolico dove vivere e cercare di competere economicamente. Abbiamo scoperto che il mondo non è bucolico che la realtà piò essere difficile e drammatica.

Gli errori nella politica energetica

Errori, secondo Crosetto, sono stati commessi anche nel campo della politica energetica, che si intreccia strettamente alla politica estera. “Un tempo facevamo politica energetica. La Russia era uno dei punti di approvvigionamento, poi c’era il Tap, poi c’era l’Algeria, la Libia e poi si stavano aprendo altre strade – continua Crosetto -. Ma proprio quando stavamo chiudendo il cerchio e saremmo stati il paese più indipendente dal punto di vista energetico d’Europa quel governo e cadde e iniziò la guerra in Libia. Alcune cose che tutti hanno applaudito in realtà sono drammatiche oggi”.

Come cambierà il Pnrr?

Per la nostra economia questo conflitto può essere ancora peggiore della pandemia perché aumenta il rischio di tensioni sociali. “L’altro effetto, come ha detto Macron, può essere quello della mancanza di cibo per i paesi più poveri e future migrazioni – ha aggiunto Crosetto -. La somma di tutte queste cose ci porta a prospettare un futuro di debolezza economica. Per questo il PNRR ha poco senso e poco valore adesso. Un’altra conseguenza di quello che stiamo vivendo saranno nuovi investimenti sugli armamenti, i tedeschi l’hanno fatto immediatamente. Il fatto che sia cambiato il mondo porterà a cambiamenti di questo tipo”.

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