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Austria

Strage jihadista a Vienna, ecco le tensioni fra Austria e Turchia

Che cosa succede fra Austria e Turchia? L’approfondimento di Giuseppe Gagliano dopo la strage jihadista a Vienna E’ aumentato a quattro il numero dei civili uccisi durante gli attentati di ieri sera a Vienna: lo riporta il quotidiano austriaco Kleine Zeitung. I feriti finora sarebbero 17. Uno degli attentatori, un simpatizzante dell’Isis, è stato ucciso…

E’ aumentato a quattro il numero dei civili uccisi durante gli attentati di ieri sera a Vienna: lo riporta il quotidiano austriaco Kleine Zeitung. I feriti finora sarebbero 17. Uno degli attentatori, un simpatizzante dell’Isis, è stato ucciso dalla polizia. Quest’ultimo avrebbe annunciato su Instagram il suo gesto, postando alcune foto, lunedì. Il tabloid afferma che gli inquirenti ritengono “probabile” che i post di un jihadista sul social network siano proprio dell’attentatore rimasto ucciso nell’agguato. Proclamati 3 giorni di lutto nazionale. Gli inquirenti austriaci ritengono che gli attentatori potrebbero essere almeno quattro. Ci sono state perquisizioni in alcune abitazioni, e alcuni fermi. Secondo l’agenzia austriaca Apa, sono al lavoro un migliaio di agenti delle forze dell’ordine, provenienti anche dalla Niederösterreich e dal Burgenland, mentre 75 militari dell’esercito federale sono stati inviati a difendere gli obiettivi sensibili. Il terrorista ucciso alla polizia austriaca era un rifugiato di 30 anni: lo scrive il quotidiano austriaco Kronen Zeitung, che pubblica una fotografia dell’uomo con il volto oscurato, senza indicarne la nazionalità. E’ probabile che l’uomo, prosegue il giornale, si trovasse in Austria da qualche tempo. Secondo le informazioni raccolte da Kronen Zeitung, poco prima dell’attacco il terrorista aveva prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell’Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi. (Redazione Start Magazine)

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TUTTE LE TENSIONI FRA TURCHIA E AUSTRIA:

A settembre il ministro dell’Interno austriaco Karl Nehammer nel corso di una conferenza stampa nella capitale austriaca disse che il governo austriaco desidera inviare un messaggio chiaro alla Repubblica turca e cioè che lo spionaggio turco e l’ingerenza della Turchia nelle libertà civili dei cittadini austriaci non potranno mai essere mai tollerati in Austria. Inoltre, il funzionario austriaco aggiunse che il suo governo lavorerà a livello europeo per assicurarsi che la Turchia non interferisca negli affari interni degli Stati dell’Unione europea. Ma a cosa si riferiva esattamente il ministro?

LA SPIA TURCA

Una presunta spia turca sarebbe stata scoperta dalle autorità austriache dopo una grande protesta politica svoltasi a Vienna lo scorso giugno, sfociata in violenti scontri tra manifestanti filo-curdi e filo-turchi. I manifestanti erano membri di organizzazioni filo-curde a Vienna, ma sono stati affrontati da manifestanti filo-turchi, il che ha portato l’intera manifestazione a degenerare in violenti scontri di strada. Un’indagine della polizia austriaca ha stabilito che molti dei manifestanti filo-turchi erano affiliati a un gruppo turco di estrema destra noto come i Lupi grigi.

IL RUOLO DELL’INTELLIGENCE TURCA

Inoltre, secondo il ministero dell’Interno austriaco, è stato anche scoperto che l’intelligence turca, nota come MİT, ha contribuito a organizzare il gruppo dei Lupi grigi che si è contrapposta in modo violento alla manifestazione pro-curda. Tra i rivoltosi dei Lupi Grigi, dicono funzionari austriaci, c’era un uomo che era stato “reclutato” dal MİT per spiare attivisti filo-curdi o critici del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Nehammer ha precisati che la presunta spia ha già confessato di lavorare per i servizi segreti turchi. In risposta alle dichiarazioni di Nehammer, il governo turco ha accusato la leadership nazionale austriaca di nutrire una “ossessione anti-Turchia” e ha ovviamente negato qualsiasi coinvolgimento del governo turco.

I LUPI GRIGI

Come noto sul piano storico i lupi grigi sono stati fondati alla fine degli anni ’60 da Alp Arslan Türkç, uno dei principali promotori del colpo di stato del 1960. Inoltre questa organizzazione costituisce il braccio armato ufficioso dell’MHP diretto da Devlet Bahçeli, alleato di Erdogan. Fino al 2018 era stato classificata come organizzazione terroristica di estrema destra in Turchia. Benché sotto il profilo ideologico l’organizzazione sia persuasa della superiorità etnica dei turchi sui curdi, sui greci e sugli armeni, i Lupi grigi considerano i curdi il loro principale nemico nei cui confronti hanno posto in essere azioni terroristiche dentro e fuori la Turchia ora con il sostegno implicito ora esplicito del Mit turco.

LO SCENARIO

Non è d’altronde un caso che l’organizzazione terroristica turca sostenga i turcomanni in Siria con aiuti militari e che Ankara li utilizzi sia nel nord della Siria insieme all’Isis – e a gruppi mercenari – sia in Libia. Il coordinamento delle operazioni in Libia viene affidato a due uomini legati al Mit turco e cioè a Fatih Inal Tarkan e a Maher Mustafa Pasha che coordina i mercenari della “Divisione Al-Muntesir Billah”, dei turcomanni. Nello specifico Pasha avrebbe lanciato operazioni militari sulla città di Afrin in Siria in diretto coordinamento con l’intelligence turca ed i Lupi Grigi.

In ultima analisi questa organizzazione terroristica è uno strumento politico e militare del quale lo Stato turco si serve nello stesso modo con il quale, per esempio, la Stasi si serviva dei gruppi di estrema sinistra come la Raf e il Movimento del 2 giugno o di quelli palestinesi in funzione antiamericana e antisraeliana durante la guerra fredda o nelle stesso modo con il quale l’intelligence anglo-americana e italiana si servirono di Ordine nuovo e Avanguardia nazionale in funzione anticomunista. Se, sotto il profilo storico, queste sinergie tra intelligence e organizzazioni terroristiche costituiscono un esempio illuminante di come agisce il doppio stato per quanto concerne Turchia sono indispensabili per comprendere con quale spregiudicatezza si muove Erdogan sia nel contesto della politica interna che estera.

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