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Armamenti

Spesa per armamenti, ecco gli Stati che investono di più (e di meno)

Le stime del Sipri indicano in 1.981 miliardi di dollari il valore del mercato degli armamenti che segnala una crescita in termini reali del 2,6% rispetto al 2019. Confronto Obama-Trump negli Usa

La più elevata spesa militare di sempre cade nell’anno dell’emergenza sanitaria. Non ci avrebbe scommesso nessuno. Eppure è quanto capitato nel 2020 in buona parte dei principali Paesi al mondo, Italia compresa.

A rilevarlo il Sipri di Stoccolma, uno dei più importanti pensatoi mondiali del settore nell’annuale “Trends in World Military Expenditure”, che dal 1988 monitora le risorse globalmente destinate agli armamenti.

Le stime del Sipri indicano in 1.981 miliardi di dollari il valore di questo mercato che segnala una crescita in termini reali del 2,6% rispetto al 2019 e del 9,3% in confronto a dieci anni fa. Vale a dire il 2,4% del prodotto interno lordo mondiale a fronte del 2,2% registrato l’anno precedente.

A guidare la graduatoria, come sempre finora, gli Stati Uniti d’America con una spesa di 778 miliardi di dollari, che significa +4,4% sul 2019 ma -10% sul 2011. Un dato che testimonia come gli anni di presidenza del repubblicano Donald Trump siano stati molto meno proni al complesso militar-industriale “a stelle e strisce” rispetto a quelli del predecessore democratico Barack Obama. Se nel 2020 la spesa per armamenti di Washington ha assorbito il 3,7% del Pil Usa, infatti, nel 2011 se ne ritagliava una fetta pari al 4,8%.

Dietro agli Usa, nella classifica dei maggiori spenditori militari mondiali si situa la Cina (con 252 miliardi presunti, perché Pechino su questo fronte è parca di notizie ufficiali) marcando una crescita dell’1,9%. Quindi appaiono India, Russia e Regno Unito, quest’ultimo una nuova entrata nelle prime cinque posizioni: nel 2020 Londra ha scavalcato l’Arabia Saudita, scesa al sesto posto. Al settimo la Germania, che a sua volta ruba il posto alla Francia, quindi Parigi appunto, il Giappone e la Corea del Sud. L’Italia rimane 11esima. Seguono il nostro Paese l’Australia, il Canada (che sale dalla 14esima posizione alla 13esima), Israele (in precedenza 16esima) il Brasile (che perde due gradini). L’ingresso di Israele tra le prime quindici piazze costringe all’uscita la Turchia, scivolata al 16esimo posto.

Tra i top 15 del 2019, solo tre Paesi accusano un arretramento di spesa nel 2020: Arabia Saudita (-10%), Turchia (-5%) e Brasile (-3,1%). Al contrario si piazzano Italia (+7,5%), Australia (+5,9%), Germania (+5,2%), Corea del Sud (+4,9%) e Usa (+4,4%). Il risultato del 2020, però, non è sempre lineare rispetto all’andamento del decennio.

Tra il 2011 e il 2020 tra i grandi spenditori militari sul podio più alto sale la Turchia (+77%), seguita da Cina (+76%), Corea del Sud (+41%), India (+34%), Germania (+2,8%). Non mancano gli indietreggiamenti. Coinvolgono tre Paesi: Usa (-10%), Regno Unito (-4,2%) e Italia, con un calo del 3,3% ma un passaggio dall’1,5 all’1,6% in riferimento al prodotto interno lordo, indice di una crisi che nel medio periodo non ha coinvolto solo le spese nella difesa e sicurezza ma l’intero sistema socio-economico tricolore. A meno che il 2020 non segni una proficua inversione di tendenza.

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