NOMINE & RINOMINE
CDP, LA RIVINCITA DI SCANNAPIECO
Mio pezzetto del 20 luglio 2018 quando l'allora ministro dell'Economia, Tria, fu sconfitto da M5s sul vertice della Cassa depositi e prestiti: a Scannapieco fu preferito Palermo.https://t.co/OMvsOrwYhM
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
Dario Scannapieco, ecco curriculum e idee (sul Pnrr) del nuovo capo di Cdp
NOMINE & FANTASIE
"I nomi per Cdp? Rimbalza in ogni fantasiosa ricostruzione quello di Dario Scannapieco", assicurava il 15 marzo 2021 Sergio Rizzo sul quotidiano Repubblica.
La fantasia, evidentemente, è andata al potere.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
NOMINE & CAPRIOLE
La Stampa, 14/5: "Fs e Cdp, ipotesi nel segno della continuità per Battisti e Palermo".
La Stampa, 27/5: "Battisti e Palermo sostituiti da Ferraris e Scannapieco"
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
Luigi Ferraris, chi è il nuovo capo azienda di Ferrovie al posto di Battisti
NOMINE & CONFLITTI (CASO MICROSOFT?)
Nuovo vertice Fs. Presidente Nicoletta Giadrossi (in Brembo e Falck Renewables). Ad Luigi Ferraris (ex Terna). Nel cda Silvia Candiani (ceo Microsoft Italia), Pietro Bracco (commercialista), Stefano Cuzzilla (Federmanager), Alessandra Bucci (Fs), Riccardo Barbieri (dirigente Mef)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
Ferrovie, ecco il curriculum del nuovo presidente Nicoletta Giadrossi
CHI VIGILA SULLA SICUREZZA?
I controlli della sicurezza degli impianti fissi di trasporto sono delegati agli Ustif, uffici territoriali pubblici relegati in posizione marginale. Al vertice del sistema scelto c’è Accredia una società partecipata da vari ministeri, ma a maggioranza privata. (Domani)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
CLIMA PESSIMO PER SHELL
Clima, verdetto storico contro Shell: tribunale olandese impone tagli più severi alla CO2. La compagnia dovrà ridurre del 45% il volume assoluto delle emissioni entro il 2030. Vittoria per 7 ong e 17mila cittadini. La società farà appello. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
I VALORI DELLA BIELORUSSIA
Due i bersagli più logici per chi voglia colpire lo Stato bielorusso: industria petrolchimica, che ha beneficiato del petrolio a basso prezzo fornito da Mosca per rivenderlo in Europa, e potassio, tra le prime voci dell’export bielorusso che assicura 1/4 della domanda Ue. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
ALITALIA DECOLLA?
Alitalia: "Nel giro di un paio di mesi arriverà quella nuova. Con lo stesso nome, ma molto più piccola. Una sessantina di aerei, la metà dei dipendenti e quindi con circa 5 mila esuberi, e con meno rotte. La Commissione Ue ha dunque dato il via libera al nuovo piano". (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
Alitalia. La newco potrà comprare il ramo «aviation» di Alitalia, ma con una flotta più che dimezzata (50-52 aerei), personale ridotto (circa 2.500 tra piloti, assistenti di volo e quartier generale) da assumere con un nuovo contratto e meno slot. (Corriere della Sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
PENSIONI, A CHE QUOTA SIAMO?
Quota 100 non recupera appeal: il 57% esce con almeno 63 anni. Rilevazione Inps. Al 13 maggio 297.269 domande accolte e 54.930 «giacenti». Solo il 28,9% da lavoratrici. Non superano il 43% le uscite con 62 anni e 38 di contributi. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
ALLEANZA DRAGHI-MACRON IN LIBIA?
"Frenare le partenze dei migranti dalla Libia, rafforzando anche finanziariamente il governo di Tripoli. Collaborare per mettere ordine nel caos del Sahel. Sono i pilastri della nuova “pace” tra Roma e Parigi: svolta dopo anni di battaglie per interposte milizie". (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
CENTRISTI CENTRIPETI
"Coraggio Italia di Toti e Brugnano gioca su 2 tavoli: punta a scalzare Fi nel ranking del centrodestra e lancia la sfida ai centristi fuori dal recinto del centrodestra, come Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda. Il piano B prevede una réunion di questa area politica". (Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
COMUNI IN CRACK
Solo a Napoli la questione vale poco meno di 950 milioni. A Torino il colpo è da 430 milioni, a Reggio Calabria da 176 e a Salerno da 127. Ma lontano dai grandi centri ci sono casi anche più gravi, con conti fino a 2mila euro a residente. Quasi sempre al Sud. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) May 27, 2021
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUL CRACK DEI COMUNI:
No. I 500 milioni recuperati in extremis dal secondo decreto «sostegni» dopo la caduta della norma salva-bilanci non bastano. E, a ben guardare, non si capisce bene nemmeno a che cosa servano. Perché nessuno fin qui ha dettato regole chiare su come ripianare il disavanzo esploso nei conti degli enti locali sui prestiti statali 2013-2015 per pagare le fatture arretrate dei fornitori. La valanga, secondo i dati offerti ieri dal ministro dell’Economia Franco rispondendo alla Camera a un quesito di Roberto Pella (Fi), riguarda 1.750 enti locali. Poco più di 800, calcola l’Ifel, rischiano il dissesto.
Solo a Napoli, dove il Comune viaggia da anni oltre l’orlo del default (bloccato per legge fino al 30 giugno) anche senza la nuova botta, la questione vale poco meno di 950 milioni. A Torino il colpo è da 430 milioni, a Reggio Calabria da 176 e a Salerno da 127. A Napoli, che come capita spesso primeggia quando si parla di crisi dei conti, il ripiano del buco chiederebbe un migliaio di euro ad abitante. Ma lontano dai grandi centri ci sono casi anche più gravi, con conti fino a 2mila euro a residente. Quasi sempre al Sud.
La sorpresa che ha travolto i Comuni mentre stavano chiudendo i rendiconti 2020 e i preventivi 2021-23 è arrivata a fine aprile con la sentenza 80/2021 della Consulta, che per la seconda volta ha bocciato le regole sulla gestione di quei prestiti. La questione è complessa ma le ricadute sono facili da riassumere. In gioco secondo i calcoli Ifel ci sono circa 2,8 miliardi di maggiori disavanzi da ripianare: farlo in 30 anni, come chiedevano le regole cancellate dalla Corte, costa circa 110 milioni annui (gli anni residui sono 25), mentre chiudere il tutto nei tempi ordinari (tipicamente, tre anni) porta a oltre 900 milioni i fondi da accantonare in ogni esercizio.
Il deposito della sentenza ha scatenato un lavorìo vorticoso alla ricerca di un rimedio, che per ora si è tradotto solo nei 500 milioni prima destinati a rifinanziare il fondo per gli enti in deficit strutturale e ora girati a poco più di 300 fra gli enti più colpiti. L’Anci ha proposto un ventaglio di soluzioni, a partire dal ripiano statale dell’extradeficit. Ma la discussione nel governo si è presto concentrata su un ripensamento tecnico che permettesse di far rientrare queste somme nei meccanismi di accompagnamento della riforma contabile del 2015. Ipotesi che ha un pregio e un difetto: è gratis per lo Stato, perché torna a permettere la copertura trentennale, ma così facendo va in direzione contraria alla sentenza della Corte. Un ampio fronte politico (solo Iv ha sollevato forti dubbi) preme per ripescare in Parlamento la soluzione esclusa dal decreto. Ma ieri Franco ha tirato il freno: «Il Governo – ha detto – sta attentamente valutando la compatibilità costituzionale dell’eventuale norma da adottare».
Lo dice la geografia, che concentra 739 degli 812 Comuni a concreto rischio dissesto (il 91%) al Sud, dove la riscossione delle entrate zoppica da sempre, apre voragini nei bilanci locali e allunga i tempi di pagamento ai fornitori sanati dai prestiti statali.