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Covid-19 in Spagna: allarmi, critiche e speranze

Tutte le ultime novità in Spagna su Covid-19

La Spagna ha superato la soglia dei 1.000 morti, mentre i contagi sono quasi 20.000. Ospedali saturi e in difficoltà: come in Italia, si darà precedenza a chi ha più aspettative di vita. La Spagna non ha saputo approfittare del vantaggio che aveva rispetto all’Italia, denuncia una dottoressa di Valencia che lavora a Milano.

I NUMERI

Anche in Spagna i numeri fanno paura, come in Italia. “Il numero dei contagi è salito a 19.980, 2.833 casi più di ieri. Chiedo grande attenzione nell’interpretazione di queste cifre, che dipendono da molti fattori, come il sovraccarico dei laboratori”, ha detto Fernando Simón, direttore del Centro di coordinamento per gli avvisi sulla salute e le emergenze.

I morti sono 1.002, mentre i guariti 1.588.

MADRID: FORNI CREMATORI OPERATIVI H24

I due forni crematori nella città di Madrid, quelli di Almudena e Sur, operano 24 ore al giorno a causa dell’aumento delle morti per coronavirus. S’iniziano a requisire gli alberghi di grandi catene a Madrid per ospitare i malati di Covid-19, ha documentato il Tg2.

L’EVOLUZIONE

In Spagna, i casi sono cresciuti ad un ritmo simile a quello dell’Italia e della Corea del Sud, ma ora sembra che il numero dei contagi abbai subito un’accelerazione.

Madrid è dove ci sono più infezioni da coronavirus, con Catalogna, Paesi Baschi e Andalusia che registrano meno casi. Il ritmo con cui crescono le infezioni è, per il momento, simile ovunque.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRIORITA’ A CHI HA PIU’ SPERANZA DI VITA

Pieni i reparti di terapia intensiva degli ospedali che si trovano nelle città più colpite. Come in Italia, dunque, i medici intensivisti devono essere pronti a dare priorità di cura ai pazienti che hanno aspettative di vita maggiore. La Società Spagnola di medicina intensiva ecoronarica (Semicyuc), si legge su El Pais, ha prodotto una guida etica per aiutare i medici a prendere queste decisioni. Il testo raccomanda, tra due pazienti in condizioni simili, di “dare priorità a chi ha maggiore aspettativa di vita”.

“È importante notare che l’età cronologica (in anni) non dovrebbe essere l’unico elemento da considerare nelle strategie di allocazione”, si legge nel documento.

GIORNI DURI IN ARRIVO

“I giorni peggiori stanno arrivando”, ha detto il ministro della Sanità Salvador Illa, che ha affermato che l’aumento dei casi è costante e che ancora non si sa se  le dure misure di contenimento sociale adottate dal governo siano efficaci per frenare realmente l’epidemia.

IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE?

“Il primo picco dell’epidemia di coronavirus in Spagna è già stato superato. Il numero di infezioni giornaliere, che hanno raggiunto il picco tra venerdì 13 e sabato 14, ha iniziato a calare con l’applicazione delle misure di contenimento da domenica. Ma superare un’epidemia non è come scalare una montagna”, scrive Jose Corbella. “Il peggio arriverà in futuro. Possono essere necessarie da una a due settimane tra i primi sintomi e le complicanze che richiedono il ricovero in terapia intensiva. Il picco degli arrivi in terapia intensiva dovrebbe verificarsi nella prima metà di aprile. (…) Alla fine arriverà il picco delle morti, la cui entità è ancora imprevedibile”, sostiene Jose Corbella.

IN CAMPO L’ESERCITO

Per scongiurare il peggio, è entrato in campo l’esercito. A Barcellona, per esempio,  i militari hanno disinfettato l’ aeroporto di El Prat e il porto e hanno avviato l’installazione di un centro di accoglienza presso l’area della Fiera , secondo il capo dello staff della difesa, il generale Miguel Villaroya.

LA SPAGNA NON HA APPROFITTATO DEL VANTAGGIO

Rimbombano, in questo scenario, le parole di Ana, una dottoressa di Valencia che lavora in un ospedale di Milano: “La Spagna ha avuto un vantaggio di 15 giorni nell’adottare misure e non lo ha fatto”, ha detto Ana ad El Mundo. “E’ arrivata in ritardo e quello che accadrà metterà a dura prova il Paese”.

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