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Siria

L’energia ha alimentato la guerra in Siria?

La guerra in Siria può essere inserita in un contesto energetico, data la sua posizione utile al commercio di gas naturale. L'articolo di Giuseppe Gagliano.

La Repubblica Araba di Siria si trova in una posizione unica, fungendo da crocevia per il transito di risorse energetiche dal Medio Oriente verso l’Europa e l’Asia. La sua importanza geopolitica deriva in gran parte dalla sua posizione strategica, che permette il controllo dei corridoi energetici terrestri e del potenziale passaggio di gasdotti.

L’INTERESSE DEL QATAR PER LA SIRIA

Secondo quanto riportato da Robert F. Kennedy Jr. e altri analisti, l’origine del conflitto siriano può essere rintracciata ben prima delle cosiddette “primavere arabe”. Già nel 2000, si discuteva la possibilità di costruire un gasdotto che avrebbe collegato il Qatar, ricco di riserve di gas naturale, ai mercati europei attraverso la Siria. Questo gasdotto avrebbe ridotto la dipendenza europea dal gas russo, ma allo stesso tempo avrebbe messo in ombra gli interessi di altri attori regionali e globali, inclusa la Russia, che ha da sempre considerato la Siria un alleato strategico nel mantenere il proprio status di principale fornitore di gas all’Europa.

L’interesse del Qatar nel finanziare un tale gasdotto attraverso la Siria si è scontrato con la fedeltà di Damasco verso Mosca, che già beneficiava di un accordo per il transito del gas via mare e non era intenzionata a vedere compromesso il proprio monopolio. Quando il presidente Bashar al-Assad ha declinato la proposta del Qatar a favore di un progetto alternativo che avrebbe favorito l’Iran, un altro alleato regionale di Damasco e principale rivale del Qatar nel mercato del gas, le tensioni sono aumentate.

PRIMAVERE ARABE E GEOPOLITICA DEL GAS

Le narrazioni tradizionali vedono l’inizio della guerra civile in Siria nel contesto delle primavere arabe, ma analizzando la geopolitica del gas, emergono altri possibili fattori scatenanti. Il dissenso interno si è trasformato in un conflitto aperto che ha attirato l’intervento di potenze esterne, ognuna con i propri interessi economici e strategici. La guerra in Siria si è quindi configurata come un conflitto per il controllo delle risorse energetiche, oltre che un campo di battaglia per l’influenza regionale.

Con l’intervento di attori esterni come la Russia e l’Iran da una parte, e gli Stati Uniti e alleati regionali dall’altra, la Siria è diventata l’epicentro di una guerra per procura, dove il controllo del gas naturale e dei suoi corridoi gioca un ruolo chiave. Le dinamiche complesse della regione, unite alle ambizioni delle potenze straniere, hanno contribuito a rendere la Siria un luogo di confronto geopolitico di primaria importanza, con ripercussioni che vanno ben oltre i suoi confini.

In conclusione, la Siria rappresenta un caso emblematico di come le risorse naturali possano diventare un catalizzatore di tensioni internazionali e di come le guerre moderne siano spesso influenzate da obiettivi economici sotto il velo di rivendicazioni politiche o ideologiche. La guerra in Siria è quindi un prisma attraverso il quale osservare le molteplici sfaccettature delle politiche energetiche e dei giochi di potere del XXI secolo.

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