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Salvini

Tutti gli scazzi parlamentari tra Conte e Salvini

L'articolo di Andrea Mainardi

 

È il C-Day della crisi di governo.

Le tappe: dalle 14.30 si è riunita la conferenza dei capigruppo. Dalle 15 nell’Aula del Senato le comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Da lì si aprono due possibilità: si può arrivare al voto sulle risoluzioni di fiducia o sfiducia dei vari gruppi. Gli schieramenti hanno definito i loro testi. Nessuno scuce un rigo in attesa delle parole del premier. Non è detto che si voteranno.

CHE COSA (NON) HA DETTO CONTE. PAROLE E OMISSIONI DEL PREMIER IN SENATO. IL COMMENTO DI ARNESE

Ecco il resoconto del discorso di Conte e la replica di Salvini.

Ore 14.52: Conte è arrivato a Palazzo Madama. Proteste in strada. Lo accolgono due cori di manifestanti: “Buffone. Elezioni Subito”. Dall’altro schieramento: “Onestà, Onestà”.

Ore 15.00: Matteo Salvini si siede ai banchi del governo al lato della poltrona su cui siederà Conte. Alla sua sinistra Luigi di Maio. Non si degnano di uno sguardo.

Ore 15.02: Conte arriva in Aula. Strette di mano e bacioni con tutti. Anche con Salvini. Grandi sorrisi. Pure qualche abbraccio.

Ore 15.10: Conte inizia il suo intervento. Rivendica la parlamentarizzazione della crisi. Salvini e Di Maio più abbronzati del premier. Look senza troppa fantasia: giacche scure per tutti e tre, cravatta verde per il leader leghista, grigia per Di Maio. Rossa per Conte. Nodo scappino impeccabile.

Ore 15.14: Conte comincia a randellare la rottura della Lega. Dice: viola il contratto di governo e interrompe il cambiamento. Aumento Iva, congiuntura economica sfavorevole, rapporto con Ue. Dai banchi Renzi sorride e chiacchiera coi colleghi. “Irresponsabile innescare la crisi”, detta il premier: “Il ministro dell’Interno ha mostrato di seguire interessi personali e di partito”. Dalla Lega partono fischi. Il premier attacca ancora Salvini: “Grave carenza di cultura istituzionale”. “Aprire la crisi in pieno agosto quando già era chiara l’insofferenza dopo le Europee… Farlo ora suggerisce opportunismo politico”. Salvini sfodera smartphone, continua a prendere appunti su carta e sottolinea con l’evidenziatore, sovente sbuffando. Di Maio sempre impassibile. Solo qualche cenno di mezzo sorriso.

Ore 15.23: Conte chiede le dimissioni dei ministri della Lega. “Avete accreditato un governo dei no, macchiando 14 mesi di attività di governo”. Salvini scuote la testa. Conte all’attacco della Lega: “Avete offuscato la miriade di iniziative ferme da anni”. Salvini continua a fare cenni di no. Di Maio si scongela e comincia ad accennare sorrisi più ampi. Il ministro dell’Interno compulsa appunti.

Ore 15.30: Conte difende il non scioglimento delle Camere per portare in porto i progetti avviati. “Caro Matteo, hai annunciato questa crisi e chiedendo pieni poteri. Mi preoccupa”. I banchi della Lega rumoreggiano chiaramente. “Le crisi non si affrontano nelle piazze ma in Parlamento”, detta Conte. La Bongiorno alle sue spalle armeggia col cellulare e sovente sgrana gli occhi alle bordate di Conte. Il premier elenca il suo cahier de doléances: “Se tu avessi fatto”. Salvini sbotta. Di Maio si riprende e asserisce. “Hai prevaricato le competenze di altri ministri”. Salvini non si tiene più: oltre al volto che fa no, gesticola. Di Maio è tornato impassibile.

Ore 15.37: Conte a Salvini: “Non te l’ho mai detto: ma chi ha responsabilità politica dovrebbe evitare di mostrare simboli religiosi ai comizi”.

Ore 15.41: Conte: “Questa esperienza di governo qui si arresta”. Poi rilancia un programma di governo per l’Italia. Sull’Europa: “Non si può opporre un euroscetticismo disgregatore”. Parla di periferie da sostenere. È il secondo sguardo implicito al mondo cattolico Cei-Vaticano.

Ore 15.52: Conte si dimette. Pochi applausi.

CHE COSA (NON) HA DETTO CONTE. PAROLE E OMISSIONI DEL PREMIER IN SENATO. IL COMMENTO DI ARNESE

Ore 16.00: Salvini lascia i banchi del governo. Leggero abbraccio a Conte. Il premier trattiene la commozione. Salvini per il suo intervento chiede a Casellati dove sedersi. La presidente gli consiglia di tenere il suo intervento dai banchi della Lega. Così si trasferisce. Il leader leghista paragona le accuse del pesante intervento di Conte nei suoi confronti a quelle che avrebbe potuto ricevere da Saviano o Travaglio. Di Maio lo ascolta incrociando le braccia. Comincia a guardare il cellulare. Conte invece lo ascolta con attenzione. Salvini attacca su immigrazione, rapporti con l’Europa, economia. Alla sua destra Bagnai, a sinistra Calderoli.

Ore 16.00: Salvini: “Se questo governo si è interrotto è per i signor no”. Ricorda la sfiducia sulla Tav. “La decrescita felice non la conosco”. Toninelli è assorto. Senatori Pd sfoderano cartelli scritti a penna: “A casa”. Renzi sorride. Casellati chiama all’ordine.

Ore 16.19: Salvini rivendica la richiesta della protezione del Cuore Immacolato di Maria non per sé ma per il popolo italiano. Aula in subbuglio. “Omnia vincit amor”, dice. Mancano solo i bacioni. Conclude: “Buon lavoro col partito di Bibbiano”. Cirinnà si fa incontenibile. Si alza e gli risponde per le rime. Altri cartelli sventolati dal Pd: “Vai a casa”.

Bagnai twitta in diretta così:

Renzi così:

Ore 16.28: Salvini tira in ballo Giovanni Paolo II: “La fiducia bisogna meritarla con gesti e fatti concreti”. Quindi l’annuncio: “Se volete completare le riforme avviate, il taglio dei parlamentari, noi ci siamo”.

Ore 16.30: Inizia l’intervento di Renzi. Look consueto: elegante camicia bianca e completo grigio-blue. Ottima l’abbronzatura. Cita il Vangelo. Capitolo 25, ovviamente secondo Matteo: se ha fede, Salvini faccia sbarcare gli immigrati. Attacca Bagnai sulla sua campagna no euro. Poi affonda: “Salvini non abbiamo paura di sfidarla ovunque, anche al seggio di Bibbiano”.

Ore 16.30: Renzi: “Salvini, faccia chiarezza sui suoi rapporti con la Russia”. Ai 5S: no governo. “Felici che l’esperienza populista finisca”.

Nel mentre Bagnai twitta link a pezzi di Bach:

CHE COSA (NON) HA DETTO CONTE. PAROLE E OMISSIONI DEL PREMIER IN SENATO. IL COMMENTO DI ARNESE

 

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