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Cina Guerra

Scazzo Francia-Italia, ecco errori e colpe. L’analisi di Dario Fabbri

"La reazione francese è oggettivamente spropositata e oggettivamente sgradevole. Ma la posizione del governo italiano pecca un po' di ingenuità". Che cosa succede e perché tra Francia e Italia sul dossier migranti nell'analisi di Dario Fabbri, direttore della rivista di geopoliica 

 

Alta tensione nelle relazioni tra Italia e Francia. La crisi dei migranti rischia di peggiorare, ancor di più, un rapporto che già non godeva di ottima salute. Dopo il fermo “no” del Governo italiano ad accogliere nei porti italiani la nave Ocean Viking, della ong SOS Mediterranée, con a bordo 234 migranti, la Francia ha accettato che la nave entrasse nel porto di Tolosa. Le conseguenze non si sono fatte attendere.

LA REAZIONE DI GÉRALD DARMANIN: FRANCIA FUORI DALL’ACCORDO DI RICOLLOCAMENTO MIGRANTI

Lo scorso giugno il nostro paese ha firmato un accordo che prevede il ricollocamento annuo di circa 10 mila migranti, tra le persone salvate in mare a seguito di operazioni Sar nel Mediterraneo. Il ministro degli interni Darmanin ha detto che la Francia uscirà dall’accordo e ha invitato la Germania a fare altrettanto. L’accordo prevedeva che tra l’estate del 2022 e quella del 2023 alcuni paesi europei accogliessero volontariamente 8mila migranti arrivati in un paese di primo ingresso in Europa, come in molti casi è l’Italia. La Francia avrebbe dovuto accogliere 3.500 migranti: sinora i migranti accolti sono solo 38, partiti a settembre.

DARIO FABBRI: “LA FRANCIA CI ASPETTAVA AL VARCO”

La relazione tra Italia e Francia non era iniziata nel migliore dei modi. “La reazione francese è oggettivamente spropositata e oggettivamente sgradevole – ha detto l’analista geopolitico Dario Fabbri nel corso della trasmissione “Piazza Pulita” su La7 -. Aggiungiamo qualcos’altro. Appena eletta Giorgia Meloni, la premier francese ha detto “vigileremo sul rispetto dei diritti delle donne” con riferimento al rispetto della legge sull’aborto. E in quell’occasione tali affermazioni furono respinte dal presidente della Repubblica Mattarella. Se queste erano le posizioni di partenza mi pare che il nostro governo si sia cacciato in uno scivolone del tutto gratuito. La Francia ci aspettava al varco”. Il presidente Mattarella, secondo il direttore della rivista di geopolitica Domino, Dario Fabbri, aveva capito quale fosse il clima e per questo aveva velocizzato il conferimento dell’incarico a Giorgia Meloni per consentirle di incontrare quanto prima il presidente Macron.

LA FRANCIA CHIEDE LA RAPPRESAGLIA CONTRO L’ITALIA

Oltre a uscire dall’accordo sui ricollocamenti la Francia ha invitato gli altri paesi partner a fare altrettanto. “Quando la Francia dice alla Germania e agli altri paesi ‘non applicate nemmeno voi l’accordo siglato in Lussemburgo lo scorso giugno’ vuole una rappresaglia di tutti – aggiunge Fabbri -. Sottolinea, inoltre, che gli alleati ideologici del governo italiano non sarebbero andati loro in aiuto, Visegrad e dintorni che sui migranti hanno la stessa posizione”. Un’ingenuità, secondo Fabbri, aprire un fronte con la Francia in questo momento. “Ci fa più male che bene. Avevamo davanti diversi mesi per immaginare un tavolo su questo tema o per lo meno per lavorare dietro le quinte”, spiega Fabbri.

UN ERRORE TRACCIARE LA LINEA IDENTITARIA SUI MIGRANTI

Insomma l’Italia poteva immaginare che un atteggiamento così rigido avrebbe gettato benzina sul fuoco. “Tracciare la classica linea identitaria sui migranti in una questione di questo tipo è da ingenui – continua il direttore editoriale di Domino -. Anzitutto siamo a novembre non a giugno, non abbiamo davanti una stagione di sbarchi, non siamo in emergenza. Quindi mi pare ingenuo cadere nella trappola francese”.

LA FRANCIA VUOLE EVITARE IL RITORNO ALL’AUSTERITY, PROPRIO COME L’ITALIA

Per quanto sia difficile andare d’accordo con i cugini d’oltralpe all’Italia non resta altra scelta. “Noi abbiamo bisogno della Francia e la Francia ha bisogno di noi, siamo insieme su alcuni dossier – spiega Dario Fabbri -. Fermo restando che la Francia ci considera subalterni, non ci vuole alla pari. Però il nostro obiettivo comune è che la Germania non torni all’austerity, non imponga l’austerity alle istituzioni europee. E la Germania, tendenzialmente, attraverso la sua opinione pubblica, ha quella posizione. La Francia ha il nostro stesso obiettivo, perché l’economia francese non va meglio della nostra. È la ragione per cui nasce il 26 novembre 2021 il Trattato del Quirinale, un asse bilaterale che, se fossimo in un contesto paritario, non dovrebbe servire, però serve per arginare quello che potrebbe diventare lo strapotere tedesco”.

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