IL MANCATO INCASSO DI LEONARDO CON DRS
Leonardo ieri ha visto sfumare l’incasso di un minimo di 540 milioni di euro fino a un massimo di 683 milioni. È la conseguenza del rinvio dell’offerta pubblica iniziale (Ipo) di Leonardo Drs: era prevista la vendita del 22% del capitale, fino al 25,3%. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
Ecco perché l’ex Finmeccanica rottama la quotazione dell’americana Leonardo Drs
PROFUMO DI SALVINI IN LEONARDO
"È opportuna e urgente la scelta di una nuova dirigenza". Lo dichiarano il leader della Lega Matteo Salvini e il deputato Ferrari, responsabile dipartimento Difesa della Lega, "stupiti per l'annuncio della società Leonardo di rinviare l'Ipo di Drs".
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
Leonardo, Drs e le bufale sul Pentagono. Il corsivo di Arnese e Walsingham
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU LEONARDO E DRS
Secondo autorevoli fonti finanziarie, la domanda non è stata sufficiente ad assorbire i 31,9 milioni di azioni offerte nella fascia di prezzo proposta, tra 20 e 22 dollari. Il punto di equilibrio si sarebbe trovato intorno ai 18 dollari.
Pertanto l’incasso minimo si sarebbe ridotto del 10% a 574,2 milioni di dollari, pari a 485,8 milioni di euro, ovvero 55 milioni in meno del minimo programmato. Secondo fonti vicine all’a.d., Alessandro Profumo, Leonardo non ha voluto «svendere». «Un’Ipo verrà valutata nuovamente quando le condizioni di mercato saranno favorevoli e sarà possibile ottenere un’Ipo di successo con una valutazione appropriata di questo business strategico», ha detto la società.
La debolezza della domanda sarebbe stata alimentata dalle recenti dichiarazioni del presidente americano, Joe Biden, sul taglio la spesa militare. Il bilancio 2020 di Drs, in dollari, dichiara 2.778 milioni di ricavi (il 18% del gruppo Leonardo, calcolato in euro), un utile operativo di 181 milioni e netto di 85 milioni, con 427 milioni di debiti finanziari netti.
Fonti finanziarie fanno notare che dal 9 novembre, quando si è cominciato a parlare dell’operazione Drs, i titoli della difesa negli Usa sono aumentati del 20% circa, circa 10 punti più del mercato americano e quindi non ci sarebbero condizioni avverse di mercato. Fonti vicine all’operazione rilevano però che dal 15 marzo a ieri le società «mid cap Defense», come Drs, hanno perso circa il 6 per cento. Profumo ha detto che le condizioni di mercato sono cambiate negli ultimi giorni. I proventi del collocamento sarebbero serviti a ridurre l’indebitamento finanziario netto di Leonardo, che nel 2020 è salito da 2.847 a 3.318 milioni di euro. Profumo ha detto che il gruppo potrebbe «creare liquidità con dismissioni» se si presentassero opportunità.
Negli ultimi tre mesi negli Usa sono state annunciate 520 Ipo. Di queste 260 sono già quotate, 255 sono in corso, solo 5 sono state rinviate o cancellate, inclusa Drs. La bozza di prospetto per la quotazione Drs, depositata presso la Sec, era stata emendata da Leonardo il 22 gennaio: tra i fattori di rischio era stato evidenziato un paragrafo con i «rischi reputazionali in conseguenza della condanna» in primo grado dell’a.d. Profumo per la precedente carica di presidente di Mps a sei anni di reclusione. Una lettera alla Sec era stata inviata il 16 marzo da Giuseppe Bivona di Bluebell Partners.
Leonardo ha puntualizzato che la decisione di rinviare l’Ipo è dovuta esclusivamente a considerazioni sul prezzo e che non ci sono questioni di «compliance» con la Sec sul prospetto.
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GUERRA DEI MAGISTRATI SU ENI
"Caso Eni, guerra tra i magistrati milanesi. Il procuratore Greco difende i suoi pm dopo le assoluzioni, ma alcune toghe chiedono un’assemblea", titola La Stampa.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA STAMPA SU ENI E MAGISTRATURA:
Dopo il caso Eni è scontro aperto all’interno del palazzo di giustizia di Milano. L’ultimo colpo lo ha sferrato il procuratore Francesco Greco che in una nota si è schierato pubblicamente «al fianco» del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro, rappresentanti dell’accusa al processo. «I quali, nonostante le intimidazioni subite, hanno svolto il loro lavoro con serenità, professionalità e trasparenza». Il riferimento è al processo sulla presunta maxi tangente da oltre un miliardo di euro che per i pm sarebbe stata pagata da Eni e Shell finito in primo grado con l’assoluzione «perché il fatto non sussiste» di tutti gli imputati. Una sentenza cui ha fatto seguito una moltitudine di polemiche che hanno dato spunto anche a un velenoso botta e risposta in una chat di whatsapp interna della procura. Dove sono «volati gli stracci», finiti poi qualche giorno fa sulle pagine de Il Giornale. Qualcuno ha chiesto un’assemblea nella procura che però è stata rifiutata, ma la discussione non si è fermata ai pm. Perché nelle scorse ore è intervenuto il presidente del Tribunale, Roberto Bichi, che ha inviato una lettera «di solidarietà» al collegio giudicante del processo Eni Nigeria, al presidente Marco Tremolada e ai colleghi Mauro Gallina e Alberto Carboni, con un ringraziamento «istituzionale» per la conduzione del processo Eni. -Nigeria, nonostante «polemiche di carattere mediatico». La presa di posizione è contro chi ha sollevato dubbi sull’imparzialità del collegio, paventando una vicinanza tra i giudici del caso e le difese degli imputati.
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ASTRAZENECA NEL MIRINO DI BRUXELLES
"A Bruxelles sospettano che i ritardi di Astrazeneca nella consegna dei dati all’Ema – prima quelli per ottenere l’approvazione del vaccino e poi quelli per la certificazione degli stabilimenti – siano una tattica dilatoria per favorire il Regno Unito". (Bresolin, La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
SPALLANZANI SBALLOTTA ASTRAZENECA
"Il vaccino creato dall’Università di Oxford è valido “nonostante” AstraZeneca e gli errori commessi dall’azienda: il mancato rispetto delle obbligazioni contrattuali verso l’Ue o il recente comunicato sul trial Usa". (Ippolito, Spallanzani)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
NOVITA’ VACCINALI
Oggi entra in vigore il nuovo meccanismo per la trasparenza e l’autorizzazione all’export fuori dall’Unione dei vaccini anti-Covid prodotti nell’Ue. Introduce i criteri della «reciprocità» e «proporzionalità» nella valutazione degli stock di dosi che devono lasciare l’Ue.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
SCAZZI VIRALI TRA GOVERNO E REGIONI
La severità con cui Draghi ha bacchettato quelle Regioni che «trascurano gli anziani» è stata accolta come una sferzata ingenerosa. I governatori si sono attaccati al telefono, sfogando il loro stupore perché «il piano vaccinale è stato elaborato dal governo». (fonte: Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
"Per il personale non sanitario, calderone nel quale è rientrato un po’ di tutto, sono state utilizzate 1,4 milioni di dosi. La metà di quelle che sono andate alla prima categoria in lista, quella del personale sanitario e sociosanitario, un filo sotto i 2,9 milioni". (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
"La linea di difesa delle regioni è che la vaccinazione è stata aperta a queste categorie per non tenere fermi i due milioni e mezzo di dosi di AstraZeneca consegnati finora. Un vaccino che non può essere utilizzato sui fragili e sugli ultraottantenni". (fonte: Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
LO SCARICABARILE DI GIANI
"Per garantire la massima assistenza agli anziani, abbiamo deciso di farli vaccinare dai medici di base, con procedure che hanno allungato i tempi", si giustifica Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
VACCINAZIONI JUNIOR
Gli Usa hanno pianificato di vaccinare gli adolescenti in autunno. Nel Regno Unito il governo avrebbe intenzione di anticipare ad agosto l’immunizzazione di chi ha tra 6 e 17 anni. In Israele 600 ragazzini tra i 12 e i 16 anni hanno già ricevuto le prime dosi. (fonte: Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
GROVIGLI EDITORIALI
Fabio Vaccarono, Vice President di Google e Managing Director di Google Italy, nel Cda del Gruppo 24 Ore, considera gli accordi con gli editori (fra cui il Sole) aderenti a Google News Showcase «una conferma dell’impegno di Google per l’editoria e per un giornalismo di qualità».
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
RINCARI D’ACCIAIO
Rincari record e carenza di materiali. Anche per i metalli le imprese denunciano difficoltà di approvvigionamento: si fatica a comprare alluminio e alcune tipologie di acciaio sono addirittura diventate «quasi impossibili» da trovare. (fonte: Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
COSA SUCCEDE A PALAZZO CHIGI
Arriva il primo rinnovo contrattuale del pubblico impiego. E' un contratto relativo alla tornata 2016/2018. Riguarda i dirigenti della presidenza del Consiglio che dall’intesa siglata ieri all’Aran ottengono aumenti da 160 euro in prima fascia e da 125 in seconda. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
LA LIMA DI PAPA FRANCESCO
Con un Motu proprio, Papa Francesco riduce gli stipendi dei cardinali (10%), dei capi dicastero e dei segretari (8%), e di tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose in
servizio (3%). (fonte: Paolo Rodari, Repubblica)— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
Santa Sede, budget 2021: il deficit è di ben 49,7 milioni (entrate 260,4 milioni, uscite 310,1
milioni). A causa della chiusura dei Musei e della riduzione delle altre attività commerciali e immobiliari, i ricavi nel 2020 sono diminuiti del 21% (48 milioni). (fonte: Rep)— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
BOLDRINATA
La sua immagine di paladina dei diritti delle donne ne uscirà ammaccata?, chiede Repubblica.
«Non credo. Da anni sono oggetto di campagne di odio – risponde Laura Boldrini – Ci hanno fatto anche le tesi di laurea».
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2021
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SU ASTRAZENECA E CATALENT
Alla Commissione europea non tornavano i conti. E così ha chiesto all’Italia di andare a controllare. Così è avvenuto, e si è scoperto che effettivamente alla Catalent di Anagni, in provincia di Frosinone, sono stoccate 29 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, che nello stabilimento laziale viene infialato.
La notizia, anticipata ieri dal quotidiano La Stampa, ha fatto il giro del mondo e creato un vespaio di polemiche e nonostante una giornata di precisazioni, resta comunque, almeno in parte, avvolta nel mistero.
Non è chiaro per esempio il luogo di produzione di queste dosi. L’azienda ieri ha precisato che sono state prodotte fuori dai confini Ue, aggiungendo che in parte sono destinate ai Paesi europei e in parte a quelli che fanno parte del programma Covax, cioè Paesi a basso reddito: «Non ci sono esportazioni attualmente pianificate se non verso i paesi del programma internazionale dell’Oms Covax. Ci sono 13 milioni di dosi di vaccino in attesa del rilascio del controllo qualità a Covax come parte del nostro impegno a fornire milioni di dosi ai paesi a basso reddito. Il vaccino — spiega ancora l’azienda — è stato prodotto al di fuori dell’Ue e portato nello stabilimento di Anagni per essere riempito in fiale». Mentre «altre 16 milioni di dosi sono in attesa del controllo di qualità per essere poi spedite in Europa».
Ma le informazioni che diffonde la Commissione europea divergono sulla provenienza dei vaccini. Per il commissario Ue, Thierry Breton, a capo della task force per la produzione dei vaccini, «si tratta di dosi prodotte principalmente nello stabilimento di AstraZeneca, Halix, situato nei Paesi Bassi che non ha ancora ottenuto l’autorizzazione dall’Agenzia europea dei medicinali. Quando ottengono il visto come laboratorio di produzione, possono essere distribuiti tra i Ventisette», ha aggiunto.
Insomma la vicenda ha anche le caratteristiche del giallo. Che non viene chiarito nemmeno dalla precisazione dello stesso Mario Draghi: «Sabato sera ho ricevuto una telefonata dalla presidente della Commissione von der Leyen» che segnalava la presenza di lotti di vaccino AstraZeneca che non tornavano nei conti della Commissione e che sarebbero stati» infialati ad Anagni, «mi si suggeriva di ordinare un’ispezione. La sera stessa ho chiesto al ministro Speranza di mandare i Nas: sono andati immediatamente e la mattina hanno identificato quei lotti in eccesso. I lotti sono stati bloccati e oggi ne sono partiti due per il Belgio, diretti alla casa madre. Dove andranno non so, intanto la sorveglianza continua per i lotti rimanenti nello stabilimento di Anagni». Tutti i lotti in uscita vengono controllati dai Nas. Ed esiste anche quello che a Bruxelles definiscono come rischio di triangolazioni poco trasparenti delle destinazioni del vaccino.
Risulta al Corriere che almeno un milione di dosi stoccate ad Anagni siano destinate alla Papua Nuova Guinea: avranno come prima tappa l’Australia, che ha avvertito la Farnesina. Sia a Roma che nella Commissione si chiedono: sicuri che alla fine questo milione di dosi non arrivi ad un terzo Paese?