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Salvini, la Bestia e la crisi. Il commento di Rapetto

Gli errori degli ultimi giorni in realtà sono solo l’epilogo di una serie di inciampi social che in precedenza sono stati digeriti nell’euforia di un presunto cambiamento in essere. L'intervento di Umberto Rapetto

 

La “pasta del Capitano” è un dentifricio, la cui formula segreta ci si è illusi di scoprire quando qualcuno ha cominciato a chiedersi di che pasta fosse il capitano…

Lo switch di Conte sulla posizione “off” ha spento il governo più “social” che mai si sia visto nel cosmo della politica internazionale.

Tutti a dare la colpa al Capitano, reo di aver affondato il vascello gialloverde sopravvissuto a tante burrasche e aver lasciato il Paese in cattive acque.

Gli errori degli ultimi giorni in realtà sono solo l’epilogo di una serie di inciampi che in precedenza sono stati digeriti nell’euforia di un presunto cambiamento in essere. Dal “siamo armati e dotati di elmetto” di qualche mese fa ai quotidiani soffi e sbuffi sul fuoco dell’intolleranza cieca e dell’odio gratuito, i canali di comunicazione digitale si sono tramutati in un novello Istituto Luce diffondendo un deformato quadro di una Italia arrabbiata con tutti e per ogni cosa.

Cavalcando il sentimento e il risentimento nazionale il Capitano ha coagulato via Internet il consenso della parte disagiata e furente dell’elettorato. L’assetato di pieni poteri “Lider Maximo” ha scommesso sui social, sulla messaggistica istantanea, sulla conquista di followers, sulla ipotetica creazione di un invisibile e immortale Corpo d’Armata. Il plotone della “Bestia”, l’agguerritissimo sistema informatico al suo servizio, che – anziché prendere ordini dal proprio comandante supremo – ha contribuito a stabilire la la linea politica.

Il sergente di ferro non è il Foley di “Ufficiale e gentiluomo”, ma il ranger del web Luca Morisi. Molti degli errori (o orrori) contestati al Capitano portano la sua firma.

Il super-eroe di Internet si è trovato a fare i conti con la realtà e purtroppo le conseguenze del fatto che non si trattasse di un videogame le pagheranno i cittadini.

Le boutade in Rete fanno più danni di qualche spacconata in un bar di Mantova: il Capitano, che ha lasciato il microfono aperto al suo fidato e inesperto collaboratore, ne ha giustamente pagato il prezzo.

Quando qualche giorno fa è mancato l’attore Raffaele Pisu, mi sono ricordato che dava la voce al pupazzo “Provolino”. Il ventriloquo, che su un palcoscenico può incuriosire e appassionare, in altri contesti può essere fatale.

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