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Grano e Swift: tutte le mosse della Russia attaccate da Borrell

In una lettera ai paesi in via di sviluppo, il capo della politica estera Ue, Josep Borrell, attacca la Russia e il tentativo di sfruttare l'export di cibo come un'arma geopolitica. Mosca, intanto, punta al rientro nello Swift. Tutti i dettagli.

L’alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione europea, Josep Borrell, ha inviato nei giorni scorsi una lettera ai paesi in via di sviluppo e a quelli membri del G20 per avvertirli della nuova manovra geopolitica della Russia: a detta di Bruxelles, Mosca sta offrendo a queste nazioni delle forniture di cereali a basso costo con l’obiettivo di “creare nuove dipendenze aggravando le vulnerabilità economiche e l’insicurezza alimentare globale”.

BORRELL VUOLE AUMENTARE LA PRESSIONE SULLA RUSSIA

Nella lettera – datata lunedì 31 luglio e ottenuta da Reuters un paio di giorni dopo – Borrell invita i destinatari a parlare “con voce chiara e unitaria” alla Russia per spingerla a rientrare nell’accordo sul grano ucraino, che prevede il passaggio sicuro delle esportazioni cerealicole dell’Ucraina attraverso il mar Nero e la sospensione degli attacchi russi alle infrastrutture agricole ucraine. L’accordo, raggiunto nel luglio del 2022 grazie soprattutto alla mediazione della Turchia tra Mosca e Kiev, aveva l’obiettivo di alleviare la crisi del cibo creata dall’invasione russa dell’Ucraina: i due paesi sono importanti esportatori di cereali e il mar Nero è un punto di passaggio fondamentale per il commercio. Il mese scorso la Russia però non ha rinnovato l’accordo e ha attaccato diverse infrastrutture ucraine sul mar Nero e sul Danubio.

Borrell ha scritto che “mentre il mondo si trova ad affrontare l’interruzione delle forniture e l’aumento dei prezzi [dei cereali, ndr], la Russia ora si rivolge ai paesi vulnerabili con offerte bilaterali di spedizioni di grano a prezzi scontati, fingendo di risolvere un problema che ha creato lei stessa. Si tratta”, ha proseguito il capo della politica estera europea, “di una politica cinica che usa deliberatamente il cibo come un’arma per creare nuove dipendenze, esacerbando le vulnerabilità economiche e l’insicurezza alimentare globale”.

L’ANNUNCIO DI PUTIN ALL’AFRICA

La settimana scorsa, infatti, il presidente russo Vladimir Putin ha anticipato a diversi leader africani – l’occasione è stata il vertice Russia-Africa di San Pietroburgo – che la Russia è pronta a rimpiazzare le importazioni cerealicole ucraine in Africa sia da un punto di vista commerciale che in forma di aiuti, nel tentativo di presentare il suo paese come un attore responsabile e attento alla sicurezza alimentare globale.

Nella lettera, Borrell ha cercato di contrastare la narrazione e la disinformazione del Cremlino ricordando come l’Unione europea non abbia imposto sanzioni sulle esportazioni russe di cibo e fertilizzanti verso paesi terzi.

LE RICHIESTE DELLA RUSSIA PER RIENTRARE NELL’ACCORDO SUL GRANO

La Russia ha posto diverse condizioni per un suo eventuale ritorno nell’accordo sul grano ucraino: ad esempio, vuole che la Banca agricola russa venga reinserita nello SWIFT, il sistema per i pagamenti internazionali, da cui l’Unione europea l’ha esclusa nel giugno 2022 come ritorsione per l’invasione.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha dichiarato recentemente che l’organizzazione e la Commissione europea hanno raggiunto una “proposta” per il rientro nello SWIFT di una sussidiaria della Banca agricola russa; di questa proposta, tuttavia, Borrell non fa menzione nella sua lettera.

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