In un’audizione del 26 ottobre davanti alla commissione parlamentare per la difesa sul tema del ritiro dall’Afghanistan, il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace si è rifiutato di incolpare i servizi segreti – i servizi segreti di intelligence o MI6, l’intelligence della difesa e l’agenzia di intercettazione GCHQ – per non aver previsto con precisione la data del crollo del regime afghano di Ashraf Ghani.
Ha fatto riferimento all’inchiesta Chilcot – intitolata a John Chilcot, presidente dell’inchiesta irachena condotta dal 2009 al 2016 – che ha messo i direttori dello spionaggio britannico sulla linea di tiro, in particolare quelli del Joint Intelligence Committee (JIC). I rapporti di questo organismo, che è responsabile della conduzione di valutazioni per il governo sulla base dell’intelligence raccolta, sono stati utilizzati per avviare l’operazione britannica in Iraq nel 2003.
Per Wallace, che ha mostrato poco desiderio di lasciar andare gli effetti di quell’esperienza, i servizi segreti britannici e la JIC ora tendono a “disperatamente” ignorare qualsiasi valutazione che non sia una certezza assoluta nelle loro analisi, al punto da diventare eccessivamente cauti. Di conseguenza, non sono riusciti a vedere chiaramente la situazione afghana, attirando l’ira dell’allora ministro degli Esteri, che supervisiona i servizi segreti.
Tuttavia, piuttosto che incolpare i suoi servizi di intelligence, Wallace ha preferito sottolineare i persistenti pregiudizi cognitivi indotti dall’inchiesta Chilcot. Secondo la sua analisi, i servizi non sono particolarmente competenti in caso di improvviso crollo del regime. In questi momenti caotici, le loro capacità diminuiscono rapidamente man mano che le loro fonti locali iniziano a ritirarsi. Come tale, i servizi sono sempre più lasciati all’oscuro, come nel caso della CIA e della DGSE, che hanno anche avuto difficoltà a prevedere la rapida acquisizione talebana e che hanno sorpreso anche i leader di quell’organizzazione islamista . Ci domandiamo se questa non sia una difesa ufficio ma nello stesso tempo non possiamo non sottolineare le gravi carenze che i servizi di sicurezza occidentali hanno in relazione alla presenza di efficienti e competenti agenti sul campo. Infatti uno dei più gravi problemi dei servizi di sicurezza occidentali è l’eccessivo peso attribuito alla dimensione tecnologica che ha finito per marginalizzare quello umano, cioè l’addestramento sul campo degli agenti operativi.