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Regionali Lombardia

Regionali Lombardia, come si muovono Fontana, Moratti e Majorino

Fatti, nomi e manovre dei candidati alla presidenza della Regione Lombardia. Il punto di Michelangelo Colombo

 

Sanità, trasporti e autonomia. Questi i 3 temi più toccati nella campagna per l’elezione del Presidente della regione Lombardia – e per 80 consiglieri regionali – che si terranno il 12 e il 13 febbraio prossimi.

CHI DOPO FONTANA IN REGIONE LOMBARDIA?

Chi succederà ad Attilio Fontana? Molto probabilmente lui stesso. La frammentazione nel campo avverso non aiuta il centrosinistra e il Terzo Polo, che già si trovavano nella difficile condizione di ribaltare una maggioranza di centrodestra ormai al governo dal 1995 a Palazzo Lombardia. Letizia Moratti, ex assessore alla Sanità di Fontana che ha compiuto il grande salto per candidarsi con Renzi e Calenda, sta facendo una campagna a spron battuto sia sui social che in giro per le province lombarde. Le risorse certamente non le mancano, ma il “tradimento” – vero o percepito – alla causa del centrodestra, la porta sbattuta dopo che, pare, gli sia stata preclusa la possibilità di ereditare l’incarico di Fontana, la pongono come outsider della contesa. Più che una novità, la sua lista civica sembra l’approdo di tante anime deluse dal centrodestra sia a livello nazionale che a livello regionale.

L’IMMAGINE DI MAJORINO

Il candidato del Partito Democratico e dei 5 Stelle, Pierfrancesco Majorino, è uno storico esponente della sinistra radicale milanese, catapultato nel ruolo di aspirante Presidente dopo le rinunce di Carlo Cottarelli e il niet dei Dem a Letizia Moratti. Majorino non ha mai nascosto il suo credo di sinistra: la settimana scorsa è stato pure in visita al Leonkacavallo, uno storico centro sociale milanese che ha frequentato – e, a quanto pare, tutt’ora frequenta – per anni. La sua coerenza, però, è allo stesso tempo anche uno svantaggio in una regione conservatrice come la Lombardia. Forse il Pd – se proprio non aveva l’intenzione di finire nuovamente all’opposizione – avrebbe dovuto scegliere un candidato più moderato e conosciuto anche nell’heartland lombardo. Majorino è troppo facilmente etichettabile come radical chic del centro storico di Milano dai suoi avversari. L’incertezza a livello nazionale sul futuro leader del suo partito pesa nella sua campagna, ma, forse, ne ha favorito l’ascesa a candidato. Saprà approfittarne?

LA SCOMPARSA DE FACTO DEL RUOLO DI CL

La campagna non sembra comunque prendere slancio. Il tutto fa il gioco di Attilio Fontana, quasi certo della riconferma. Gli equilibri, però, saranno molto diversi nella coalizione che lo sostiene. Scomparsa quasi del tutto l’influenza di Comunione e Liberazione – che aveva dominato negli anni di Formigoni e, in parte, anche in quelli di Roberto Maroni – Fontana andrà a sedersi nuovamente al 35esimo piano di Palazzo Lombardia grazie all’apporto cruciale di Fratelli d’Italia, che coglieranno l’occasione per ribaltare i rapporti di forza con la Lega Salvini Premier nella regione più prospera del paese. Si attendono ripercussioni anche per la leadership in casa leghista e a livello nazionale per il governo di Giorgia Meloni.

Il Governatore si aspetta, comunque, un risultato significativo da parte della sua lista, Fontana Presidente – Lombardia Ideale – coordinata dal consigliere regionale Nicola Cosentino, e che vede al suo interno una forte componente civica con la capolista Katia D’Avanzo e, a Milano, con la rotariana Graziella Galeasso, organizzatrice in Italia della campagna mondiale End Polio Now, da 9 anni sostenuta anche dalla stessa Regione Lombardia.

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