skip to Main Content

Carabinieri

Ecco le richieste dei Carabinieri a Parlamento e governo su assunzioni, stipendi e pensioni

Reclutamento, risorse per straordinari, previdenza dedicata e non solo. Che cosa ha detto il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale di corpo d'armata Teo Luzi, in audizione alla Commissione Difesa della Camera

 

È necessario il reclutamento straordinario di circa 5.200 unità.

Lo ha evidenziato il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Teo Luzi, in audizione alla Commissione Difesa della Camera lo scorso 7 marzo.

“L’Arma conta circa 108.000 carabinieri a fronte di una Forza prevista per legge di circa 120.000 unità; vi è quindi una carenza di quasi 12.000 unità, corrispondente al 10 per cento della Forza”, ha illustrato il generale Luzi. Inoltre, i nuovi reclutamenti andrebbero anche a mitigare un altro fattore, ovvero l’invecchiamento del personale.

Occorre dunque “un programma assunzioni straordinarie. Abbiamo bisogno di più carabinieri, ovviamente anche più poliziotti e finanzieri, ma io parlo ovviamente dell’Arma”, ha precisato Luzi.

Senza dimenticare la necessità di risorse dal momento che “molte delle ore di straordinario comunque svolte dal nostro personale non sono retribuite”, ha segnalato il comandante dei Carabinieri.

Tutti i dettagli.

PERSONALE DEI CARABINIERI SOTTO ORGANICO

Come ha spiegato il numero uno dell’Arma dei Carabinieri alla Camera, vi è una “carenza di quasi 12.000 unità, corrispondente al 10 per cento della Forza, causata dal blocco parziale del turnover che ha afflitto il comparto difesa e sicurezza dal 2012 al 2015 al pari di tutta la pubblica amministrazione (parlo del periodo della cosiddetta spending review)”.

Pertanto questo deficit “incide soprattutto sulle minori unità (stazioni, tenenze, compagnie dei carabinieri), ovvero sul reticolo di prossimità del sistema di sicurezza pubblica nazionale. Solo per dare l’idea di questa carenza, queste unità corrispondono a circa 800 stazioni di media consistenza” ha sottolineato Luzi.

NECESSARIO ULTERIORE RECLUTAMENTO STRAORDINARIO DI CIRCA 5.200 UNITÀ

Vero è che “Dal 2016 è ripreso il turnover al 100 per cento e sono stati previsti, con diverse leggi, 2.215 arruolamenti straordinari e 371 finanziati con la legge di bilancio di quest’anno, per portare entro il 2025 a un parziale ripianamento della Forza” ha precisato il comandante. Tuttavia, per avvicinarsi al pieno organico, sarebbe “necessario prevedere l’ulteriore reclutamento straordinario di circa 5.200 unità: questo è il numero che voglio dare perché voi possiate avere l’idea che per avere un’Arma totalmente efficiente al cento per cento mancano 5.200 unità” ha puntualizzato il generale Luzi aggiungendo che “l’ulteriore programma di assunzione straordinario potrebbe essere sviluppato su un arco temporale di 5 anni, esattamente come hanno fatto le leggi pregresse”.

Inoltre, “la prosecuzione di queste immissioni straordinarie consentirebbe di ricoprire il reticolo territoriale, sostenendo anche il programma, già in atto a vantaggio delle periferie urbane delle grandi città che hanno registrato significativi incrementi demografici e scontano oggi maggiormente la percezione di insicurezza dei residenti”.

COMPENSARE LE ASSENZE CONNESSE AL CONGEDO PARENTALE O DIRITTI ALLO STUDIO

Infatti “In tal modo si realizzerebbe la piena efficienza dello strumento operativo, compensando per di più le assenze dal servizio connesse con la fruizione dei benefici di legge progressivamente introdotti nel mondo del lavoro. Provvedimenti giustissimi, a tutela del personale, però, per esempio il congedo parentale o per motivi di studio che sono fuori discussione, inevitabilmente poi portano meno gente sul territorio” ha osservato il comandante dell’Arma dei carabinieri sottolineando che “questo incremento che stiamo chiedendo serve anche per compensare questi diritti che via via il legislatore ha riconosciuto”.

ATTENZIONE DEL PARLAMENTO ALLA TUELA DEL PERSONALE DEI CARABINIERI

Pertanto, secondo il generale Luzi “si avverte l’esigenza di mirate soluzioni legislative che, nel sostenere l’azione delle Forze dell’ordine, forniscano rassicurante intangibilità all’autorevolezza dello Stato. Quello che chiediamo è un po’ di attenzione del Parlamento alla tutela del nostro personale: senza fare voli pindarici, ma un gesto d’attenzione sarebbe in questo momento importante”.

INCREMENTO DELLE RISORSE DI BILANCIO PER REMUNERARE GLI STRAORDINARI

Dopodiché, come messo in luce già dai vertici delle altre forze armate nel corso delle audizioni in Parlamento, occorre la stabilità delle risorse finanziarie.

“La necessità di garantire la piena funzionalità delle strutture operative, in relazione ai crescenti compiti attribuiti nel tempo alle Forze di polizia e segnatamente all’Arma, rende opportuno un incremento strutturale degli stanziamenti di bilancio, per remunerare le prestazioni di lavoro straordinario di tutto il personale” ha puntualizzato il generale Luzi. “La proposta avanzata per l’inserimento nella legge di bilancio 2023 di un incremento strutturale di 55 milioni delle risorse destinate alle Forze di polizia – segnatamente 26 milioni per l’Arma – non è stata recepita, e si auspica che possa essere compresa in altro veicolo normativo” ha fatto notare il comandante dell’Arma dei Carabinieri.

Pertanto “il risultato è che molte delle ore di straordinario comunque svolte dal nostro personale non sono retribuite. In altri termini, il personale fa volontariato all’interno dell’istituzione, perché comunque alla fine non ci si può sottrarre agli impegni di ordine pubblico o di sicurezza pubblica. Lo fanno e si adattano, però alla fine non è nemmeno giusto. Quindi quello che chiediamo – è una richiesta collegiale anche delle altre Forze di polizia – è un po’ di attenzione sulla remunerazione dello straordinario” ha aggiunto il generale Luzi.

INTRODUZIONE DELLA PREVIDENZA DEDICATA

Infine, “un altro tema che è fermo da ormai trent’anni (però, prima o poi, i nodi vengono al pettine) è quello del trattamento economico previdenziale del personale, tema afflitto dalla mancata attivazione della previdenza complementare che, insieme a quella obbligatoria, costituisce uno dei punti cardine della riforma Dini del 1995” ha segnalato Luzi.

“Da allora non si è fatto nulla” sottolinea il comandante dei Carabinieri.

“Dato il lungo periodo di tempo trascorso, — ha spiegato il generale Luzi — parrebbe congruo attivare una previdenza dedicata, incrementando i coefficienti di trasformazione, per consentire al personale militare inquadrato nel sistema previdenziale contributivo, arruolato dal primo gennaio 1996, di godere di un trattamento previdenziale in linea con la media delle ultime retribuzioni percepite. Infatti, il trattamento pensionistico si raggiunge all’età di 65/67 anni; chi va via prima ha un coefficiente di trasformazione penalizzante e i militari sono obbligati ad andare prima. L’appuntato va via a 60 anni; il maresciallo va via 60 anni; il generale di brigata a 63 anni e così via. Allora, perché questi devono essere penalizzati quando la legge dice vai a casa, e poi gli riducono il trattamento economico? È un’ingiustizia di fondo”.

“Nella precedente legislatura era stato avviato un percorso per cercare di venire incontro su questa esigenza. Peraltro era un’iniziativa bipartisan, ma poi la legislatura è terminata per cui adesso dobbiamo ricominciare. Però questo è un tema sul quale richiamo la vostra autorevole attenzione perché sarebbe un segnale, non per gli anziani ma per i giovani, perché adesso andranno in pensione al 65 per cento del trattamento del servizio, cosa che crea chiaramente una serie di preoccupazioni di carattere sociale” ha concluso il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri.

Back To Top