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Guerra Ibrida

Cosa emerge dal rapporto dell’Intelligence Usa sulla Russia

Le conclusioni del rapporto del National Intelligence Council sui tentativi della Russia di influenzare le elezioni americane. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

Il presidente russo Vladimir Putin e altri alti funzionari a Mosca hanno cercato di influenzare le elezioni del 2020 diffondendo informazioni fuorvianti su Joe Biden attraverso individui di spicco, alcuni dei quali erano vicini all’ex presidente Donald Trump.

Questa è una delle conclusioni di maggiore interesse alle quali è giunta la comunità dell’intelligence statunitense in un rapporto redatto martedì dal National Intelligence Council degli Stati Uniti.

Il rapporto non identifica questi individui per nome, ma vi sono riferimenti abbastanza chiari all’ex avvocato personale di Trump Rudolph W. Giuliani, i cui ripetuti incontri con un sospetto agente russo sono stati esaminati da funzionari statunitensi.

In effetti, la Russia ha intrapreso una serie di attività per influenzare il risultato, e in misura molto maggiore rispetto a qualsiasi altro paese. E sono stati Putin e lo Stato russo, afferma il report, ad autorizzare le operazioni volte a condizionare la campagna elettorale di Biden. Per realizzare questo obiettivo, un elemento chiave è stato quello di utilizzare ucraini legati all’intelligence russa per “riciclare” accuse infondate contro Biden attraverso media statunitensi, legislatori e personaggi di spicco.

Il report fa riferimento al parlamentare ucraino Andriy Derkach, che avrebbe svolto un ruolo di primo piano nel portare avanti una vera e propria campagna di disinformazione sulla presunta corruzione tra Biden e l’Ucraina grazie al ruolo di mediazione di Giuliani che ha incontrato Derkach — sanzionato dagli Stati Uniti come agente russo “attivo” — in Ucraina e negli Stati Uniti nel 2019 e nel 2020 mentre Giuliani cercava di fare filtrare materiale compromettente che pensava avrebbe danneggiato Biden.

Scontate le repliche.

Putin ha sottolineato infatti che la Russia non interferisce negli affari interni degli Stati Uniti e non ha cercato di aiutare Trump ad essere eletto nel 2016 mentre Derkach ha negato di essere un agente straniero. Infine il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha respinto il rapporto come “assolutamente infondato e senza prove” sostenendo di non essere d’accordo con le conclusioni tratte in questo rapporto.

La Russia non avrebbe interferito nelle elezioni precedenti e non ha interferito nelle elezioni menzionate in questo rapporto nel 2020.

Ma quale attinenza ha la questione Ucraina con Biden?

In qualità di vice presidente, Biden ha svolto un ruolo di primo piano nella politica ucraina dell’amministrazione Obama e nel suo sostegno all’opposizione anti-Putin in Russia.

Secondo il report Mosca vede l’ingerenza nelle elezioni statunitensi come una risposta necessaria per contenere la posizione globale degli Stati Uniti e influenzare il processo decisionale degli Stati Uniti.

Ma accanto alla Russia anche l’Iran ha svolto un ruolo rilevante. L ‘Iran infatti ha posto in essere una campagna disinformativa: gli hacker iraniani hanno infatti inviato agli elettori democratici minacciosi e-mail contraffatte che presumevano di provenire dal gruppo di estrema destra Proud Boys, chiedendo che cambiassero la loro affiliazione al partito e votassero per rieleggere Trump. Gli hacker inoltre hanno anche prodotto un video con l’intenzione di mostrare la presunta frode degli elettori.

Questa vicenda conferma ancora una volta come la conflittualità tra Stati si svolga a tutto campo coinvolgendo tutto lo spettro degli strumenti disponibili dalla dimensione militare a quella economica fino a quella della Guerra della informazione.

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