SALVINATE
Salvini aveva fatto fuoco e fiamme per confermare Volpi alla presidenza del Copasir anche con la Lega al governo. Una volta eletto Urso (Fdi) al Copasir, a Volpi non è stato dato alcun incarico di rilievo nella Lega su questioni internazionali. Ma ci si è affidati ai Capuano. Bon
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 12, 2022
BIDENATE
"Avevamo i dati per credere che Putin stesse per andare dentro, oltre il confine. Non c’era dubbio, e il presidente Zelensky non voleva sentirlo, come un sacco di altra gente". (Joe Biden)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 12, 2022
LA SOLUZIONE DIPLOMATICA?
"Bisognerà riconoscere la neutralità dell’Ucraina e poi affidare a un arbitro il compito di disegnare una nuova carta del Paese con qualche correzione territoriale che tenga conto della lingua maggiormente parlata nelle singole regioni". (Sergio Romano, Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 12, 2022
ANALISTI
Un analista che partecipa a un talk di approfondimento – sull’articolo del Corriere della sera con la rete dei putiniani in Italia e sul bollettino declassificato dei Servizi con la propaganda filorussa – ha premesso di non aver letto né l’articolo né il bollettino. Bon.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 11, 2022
GIORNALISTI & ANALISTI
Comunque se i Servizi avessero commissionato a un giovane giornalista un lavoro come quello del documento oggi declassificato, il risultato sarebbe stato migliore, più documentato e preciso.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 10, 2022
"Se le fonti dell’intelligence sono i talk show, e il rapporto dell’intelligence avrebbe potuto redigerlo qualunque osservatore un po’ attento, mi chiedo quale sia il senso del tutto, cioè rapporto e il resto". (Vitalba Azzollini, giurista, editorialista del quotidiano Domani)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 10, 2022
DRAGATE
"Il premier d’accordo con il sottosegretario con delega ai servizi segreti capisce che è necessaria un’operazione di totale «trasparenza», nella convinzione che «non possono esserci ombre» su Palazzo Chigi". (La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 11, 2022
"Draghi non accetta di passare per censore. Tanto più perché, all’interno del bollettino, il monitoraggio si concentra diverse volte su tesi critiche nei confronti del capo del governo". (Francesco Grignetti, La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 11, 2022
CARACCIOLATA
“Non capisco cosa c’entri questo rapporto sulla disinformazione con la sicurezza della Repubblica di cui si occupa il Copasir”. (Lucio Caracciolo, direttore di Limes)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 10, 2022
DISINFORMIAMOCI
"Giornali e politica sono in grado di generare caos da soli anche senza supporti esterni. Con un dibattito pubblico di questo livello, che bisogno c’è di scatenare i professionisti della disinformazione? Ci disinformiamo benissimo da soli". (Stefano Feltri)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 11, 2022
BOLLETTINI ROTTAMATI?
"Il bollettino, nato nel 2019 sotto la responsabilità del Dipartimento dell’informazione per la sicurezza (Dis), forse non sopravviverà in questa forma, di analisi molto superficiale della rete e del suo flusso isterico". (Francesco Grignetti, La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 11, 2022
LETTERINA SERVIZIEVOLE
Cari Servizi, non declassificate altri rapporti. Non toglieteci il fascino del segreto. Meglio non leggere più codesti bollettini. Grazie.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 11, 2022
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Servizi, Copasir e bollettini, cosa si dice e cosa non si dice
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Rapporto dei Servizi segreti sulla disinformazione filorussa in Italia, il testo integrale
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Ecco la rete di disinformazione e propaganda della Russia
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Corriere della Sera, Servizi segreti, Gabrielli, Copasir e putiniani. Che cosa è successo?
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L’ARTICOLO DI FRANCIS WALSINGHAM PER START MAGAZINE:
Dopo la desecretazione del bollettino – desecretazione (su spinta del premier Mario Draghi, ha ipotizzato La Stampa) pressoché necessaria visto il bailamme mediatico e politico – su disinformazione e propaganda russa in Italia, è possibile stabilire alcuni punti fondamentali:
1) i documenti come quello desecretato sono in realtà plurimi, come ha accennato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Franco Gabrielli: sono quattro dall’inizio della guerra.
2) vi sono documenti/report a uso interno – certamente non visibili all’esterno – quindi dell’Autorità delegata alla sicurezza;
3) vi sono documenti/sintesi riciclabili all’esterno che possono essere “dati in pasto” all’opinione pubblica e pertanto disponibili alla polemica;
4) è abbastanza evidente che nel caso di (3) si sia optato perché la rieditazione si prestasse al bailamme, semplificando fonti e obiettivi dei documenti di cui a (2);
4) in altre parole, la banalizzazione (palesemente sciatta) del documento desecretato, magari attuata dal team di un certo Capo di gabinetto attento alla comunicazione, e su input dagli alti gradi, serve ad alzare polverone e a “fare scarmazzo“, come direbbe il Commissario Montalbano.
5) L’esistenza di livelli documentali plurimi, nonché di flussi d’informazione connessi, pone ulteriori interrogativi:
a) non c’è il rischio che il Copasir si presti a questi giochi?
b) questi livelli documentali e flussi plurimi sono avallati dagli altissimi gradi dei Servizi? Se sì, perché (il “chi” è di rilevanza limitata), sempre per favorire la guerra per bande?
c) Se il Copasir, quindi la politica, si presta a questo rischio-gioco e quindi prende parte a una (sotterranea o potenziale?) guerra interna per bande, si potrebbero prefigurare futuri equilibri politici e governativi (magari in vista del 2023)?
d) i rappresentanti del Copasir saranno nei prossimi giorni negli Stati Uniti; “screditare il Copasir alla vigilia di un viaggio così delicato avrebbe potuto far comodo a qualcuno”, ha scritto il quotidiano La Verità visto che nel primo articolo del Corriere della sera sulla “rete di Putin in Italia” era indicato proprio il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica uno dei motori principali del documento.
6) Il polverone seguito al bailamme mediatico ha coperto l’invio di armi italiane e altri aiuti all’Ucraina e ritrovati in magazzini OSCE et similia in Ucraina prima che il Parlamento votasse per il loro invio.
Di tutto ciò non si parla. Meno che mai dei droni in continuo servizio da NAS Sigonella sul teatro di guerra, alcuni italianissimi e che di fatto aiutano l’intelligence a contrastare e ribattere alla guerra russa all’Ucraina.