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Maldive

Come funziona la propaganda di Putin sulla guerra in Ucraina. Report Cesi

La propaganda di Putin in Russia sulla guerra in Ucraina sta dando qualche risultato a suo favore, ma quanto potrà durare? L'analisi del Cesi (Centro studi internazionale)

 

Raccontare una storia diversa tagliando fuori il popolo, impedendogli di informarsi liberamente. È questo l’obiettivo del Cremlino che ha fatto della propaganda sulla guerra in Ucraina una delle sue armi, ma i russi anche ieri sono scesi in piazza per opporsi a quella che sanno non essere solo “un’operazione militare”.

LA CENSURA

Vietato dire o scrivere le parole “invasione” e “guerra” per raccontare le atrocità che il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di infliggere al popolo ucraino invadendo il loro Paese. Questa è la Russia di oggi, dove la libertà di stampa già non godeva di ottima salute ma adesso è praticamente inesistente.

Dal 2008, a fare da censura all’opposizione è il Roskomnadzor, il Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa, ma dall’aprile 2021, ricorda il Centro studi internazionale (Cesi), “chiunque usufruisca di un sito, del materiale video o testuale proposto non approvato dal governo” si imbatte nella scritta: “Il messaggio (materiale) in questione è prodotto e/o distribuito da un media straniero che svolge le funzioni di un agente straniero e/o da una persona giuridica russa che svolge le funzioni di un agente straniero”.

I MEDIA INTERNAZIONALI

Putin, travolto da una guerra che lampo non è stata, sa bene che deve tenere a bada il popolo in patria e ne approfitta per soffocare del tutto i media facendogli dire solo quello che vuole lui. All’inizio di marzo, anche le testate internazionali hanno dovuto fare le valigie e lasciare il Paese perché ormai dire qualcosa che va contro la narrazione del Cremlino può costare fino a 15 anni di carcere.

All’8 marzo scorso, secondo Ovd-Info citato da Cesi, dall’inizio della guerra sono stati arrestati circa 14.000 manifestanti, inclusi bambini e anziani.

I PRIMI RISULTATI DI CENSURA E PROPAGANDA

Su una buona parte di russi, tuttavia, la propaganda di Putin sembrerebbe dare risultati positivi. Sebbene sia molto difficile ottenere informazioni attendibili da Mosca, il Cesi fa sapere che secondo l’istituto di ricerca e sondaggi Levada Center, il 52% dei russi aveva una visione negativa dell’Ucraina fra il 17 e il 21 febbraio, rispetto al 43% di tre mesi prima.

Secondo un altro sondaggio, citato da Gazeta.ru e riportato da Cesi, “il 49% dei russi dichiara che non tornerebbe a comprare (completamente o parzialmente) i prodotti di quelle aziende che hanno cessato la loro attività in Russia a seguito dell’attacco in Ucraina”.

Ma come si legge nell’articolo “nei social media russi si ironizza: ‘certo che il 49% non comprerebbe più i prodotti delle aziende occidentali: con quali soldi?’, scrive un utente”. Ed è ancora passato troppo poco tempo per giudicare l’impatto che le sanzioni avranno sulla vita delle persone.

A sostenere le ragioni di Putin, sempre secondo i dati citati dal report del Cesi, sono soprattutto gli adulti dai 34 anni in su, più uomini che donne e appartenenti a realtà lontane dalle grandi città; mentre i giovani grazie ai social e al mondo che hanno conosciuto fino a meno di un mese fa si dissociano maggiormente.

COSA SI INSEGNA NELLE SCUOLE RUSSE

“Non c’è nessuna guerra con l’Ucraina, ma una speciale operazione di pace per contenere i nazionalisti che opprimono la popolazione russofona. I nostri piani non includono l’occupazione dei territori ucraini. Non intendiamo imporre nulla a nessuno con la forza”. Questo, scrive l’agenzia Sir, è ciò che gli insegnanti di tutta la Federazione russa devono rispondere ai ragazzi che fanno domande sulla guerra in Ucraina.

L’agenzia ha infatti visionato il documento di cinque pagine che gli insegnanti delle scuole medie e superiori hanno ricevuto dopo lo scoppio del conflitto.

“Noi, la Russia, abbiamo sempre sostenuto e curato l’Ucraina perché siamo un solo popolo e non ci può essere odio tra i nostri Paesi”, si legge nella nota per le scuole medie.

COSA È SUCCESSO NEL 2014

Anche i fatti di piazza Maidan del 2014 che, in seguito alla destituzione di Viktor Janukovyč, hanno portato all’elezione di Petro Poroshenko vengono definiti nel documento diramato nelle scuole “un colpo di Stato, incostituzionale e sanguinoso”.

Ai più piccoli viene detto che “un governo filo-americano è salito al potere e il dominio esterno è stato effettivamente stabilito su questo Stato sovrano”, mentre ai più grandi si racconta che “un regime fascista ha imposto l’ideologia dell’odio bruciante contro la politica della Russia e dei ‘moscoviti’”.

COME GIUSTIFICARE L’“OPERAZIONE MILITARE” IN CORSO

Per il Cremlino l’invasione dell’Ucraina è una risposta alle provocazioni del governo di Kiev – definito una “banda di drogati e nazisti” -, il quale avrebbe minacciato la vita e la libertà delle popolazioni russofone presenti nell’est del Paese. Secondo la spiegazione ufficiale l’“operazione militare” in corso in Ucraina è infatti necessaria per “distruggere il potenziale militare di uno Stato fascista”.

“Tutti capiscono che se non lo si fa ora, fra tre o quattro anni sarà troppo tardi” perché, spiega il documento, che “scoppierebbe una grande guerra” e “allora tutti i vostri sogni e progetti dovranno essere messi da parte, dimenticati per un po’. E per alcuni, per sempre”.

La spiegazione propagandistica di quanto sta accadendo viene diffusa anche attraverso video come questo:

FARE PAURA PUÒ ESSERE UN BOOMERANG

Parole cupe e che intimoriscono, seminare la paura per farla germogliare perché, come si legge su Internazionale, “il problema con la propaganda non è che ‘persuade le persone’. Il problema con la propaganda è che persuade le persone di cose false, e che per riuscirci le disinforma e le manipola facendo leva sulla minaccia e sulla paura”.

Ma usare la propaganda vuol dire giocare sporco e prima o poi tutto questo potrebbe ritorcersi contro il burattinaio. Come scrive Repubblica, “quando i primi soldati russi torneranno a casa dal fronte ucraino, chiusi in sacchi di plastica o amputati nel fisico e nel morale, allora neppure la più occhiuta censura sarà in grado di nascondere la verità su quello che accade in Ucraina”.

A quel punto “sarà chiaro a tutti che si tratta di vera guerra e di un’invasione” anche “nelle periferie e nelle campagne”, dove “forse il russo medio, fin qui convinto sostenitore di Putin, potrebbe cominciare a chiedersi che cosa sia davvero, e dove porti, l’‘operazione militare speciale’ in Ucraina”.

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