Quattro donne e due uomini hanno presentato il programma del Terzo polo, la coalizione nata dall’alleanza di Azione con Italia Viva. Carlo Calenda deve aver pensato di mettersi al riparo in questo modo dalle accuse di scarsa valorizzazione delle componenti femminili che in questi giorni stanno imperversando nel campo del PD. Alla presentazione del programma, 68 pagine per 20 punti, erano presenti, oltre a Calenda, Luigi Marattin, Maria Elena Boschi, Mara Carfagna e Elena Bonetti. Assente, ma non per strategia assicura Calenda, Matteo Renzi. “Oggi non c’è, ma non è tattica – dice Calenda – faremo una grande iniziativa assieme a Milano”.
I VENTI PUNTI PROGRAMMATICI
Il terzo polo ha articolato la sua proposta per il governo del paese in venti capitoli: Produttività e crescita, Crescita del Mezzogiorno, Energia e ambiente, Lavoro, Fisco, Giustizia, Sanità, Scuola, Università e ricerca, Diritti e pari opportunità, Giovani, Welfare e terzo settore, Pubblica amministrazione, Trasporti, Innovazione, digitale e space economy, Agricoltura, Cultura, turismo e sport, Immigrazione, Difesa e sicurezza, Riforme istituzionali, Europa, esteri e italiani all’estero.
ENERGIA: IL TERZO POLO DICE SÌ AL NUCLEARE
Per contrastare cambiamento climatico il terzo polo propone una politica energetica in tre fasi. Nel breve periodo l’urgenza è affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo anche aumentando “la produzione di gas nazionale ri-attivando e potenziando gli impianti già esistenti”, “valutando possibili partnership con le imprese di produzione del gas per la condivisione dei costi in cambio di forniture a prezzi concordati” e rafforzando “la strategia sull’energia rinnovabile”. Per la fase di medio periodo l’obiettivo è ridurre del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030 con fonti rinnovabili. “Dobbiamo proseguire il percorso di decarbonizzazione – si legge -, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 55% rispetto al livello del 1990, possibilmente entro il 2030”. Emissioni zero, invece è il traguardo di lungo periodo. “L’obiettivo “emissioni zero” al 2050 passa da una forte elettrificazione degli usi di energia, con un fabbisogno elettrico tra il doppio e il triplo dell’attuale. Per questo è necessario utilizzare il giusto mix di generazione, che includa rinnovabili e nucleare, impiegando le migliori tecnologie disponibili”.
LAVORO: SALARIO MINIMO E RIPENSARE IL REDDITO DI CITTADINANZA
In materia di Lavoro il primo punto affrontato dal Terzo polo riguarda l’introduzione di un salario minimo. I centristi suggeriscono anche di “combattere la precarietà promuovendo la flessibilità regolare” e di “supportare le imprese che investono in riqualificazione della forza lavoro (non solo dipendente”. Il reddito di cittadinanza, misura molto osteggiata da parte del Terzo polo, non viene eliminato ma riformato sospendendo l’erogazione del beneficio dopo il primo rifiuto di una proposta di lavoro congrua. Sul fronte degli ammortizzatori sociali i centristi pensano a potenziare la cassa integrazione per i professionisti e le politiche attive per gli autonomi. Nel corso della presentazione l’ex ministro per il Sud Mara Carfagna si è concentrata sul capitolo che riguarda la Crescita del Mezzogiorno. “Bisogna garantire il tempo pieno che al sud è quasi un miraggio”, ha detto.
TASSE: RIDURRE IRPEF E LOTTA ALL’EVASIONE CON LA DIGITALIZZAZIONE
Il leader di Azione sulla politica fiscale non ha dubbi: “le tasse vanno diminuite“. Non trovano spazio nel programma di Azione e Italia Viva patrimoniali o tasse di successione mentre ha un posto di riguardo la riduzione dell’Irpef, in particolare per i giovani: “Una detassazione completa fino ai 25 anni e al 50 per cento fino ai 30”, ha specificato Luigi Marattin. Il Terzo polo vorrebbe ridurre la “tassazione del risparmio” e riformare il regime forfettario introducendo uno “scivolo biennale di tassazione agevolata che accompagni gradualmente l’ingresso alla tassazione ordinaria Irpef” per chi supera la soglia dei 65mila euro. Sul fronte della lotta all’evasione si appella al PNRR, uno degli obiettivi è, infatti, la riduzione del tax gap Dal 2014 al 2019, come conseguenza dell’introduzione del fisco elettronico, il tax gap al 15,8% entro il 2024. “Questo obiettivo può essere raggiunto soltanto continuando gli investimenti nella digitalizzazione e al contempo semplificando e riducendo gli adempimenti”.
GIUSTIZIA: SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E RIDURRE GLI APPELLI IN CASO DI ASSOLUZIONE
Un approccio garantista caratterizza le proposte in tema di giustizia del Terzo polo. Viene previsto il ripristino della prescrizione, l’introduzione di norme finalizzate a ridurre i casi di appello da parte del pubblico ministero in ipotesi di assoluzione e la separazione delle carriere dei magistrati. Sul fronte dell’esecuzione delle misure cautelari si suggerisce di aumentare le misure alternative alla carcerazione.
TERZO POLO SULLA PA: PORTARE A 750 MILIONI I FONDI PER I COMUNI PER REALIZZARE LE OPERE DEL PNRR
Anche la riforma della PA trova spazio nel programma del Terzo Polo. L’obiettivo è digitalizzare i processi partecipativi e, per quanto possibile, azzerare la burocrazia per anziani e persone con disabilità. I centristi suggeriscono di portare a 750 milioni di euro l’anno i fondi a disposizione dei comuni per le spese di progettazione necessarie per realizzare le opere previste dal PNRR e di non conteggiare gli incentivi derivanti da progetti finanziati dal PNRR per il raggiungimento del limite annuo previsto per i dipendenti pubblici. Tale “generosità” si scontra però con le posizioni della coalizione centrista sulla presenza statale in economia. “Alitalia va venduta e l’Ilva va riprivatizzata”, ha detto Marattin.
RIFORME ISTITUZIONALI E COLLOCAZIONE INTERNAZIONALE
Torna il vecchio progetto renziano di rendere il premier il “sindaco d’Italia” per sedare l’instabilità dei Governi. “Per cercare di ripristinare questo rapporto di fiducia e al contempo garantire maggiore stabilità ai Governi proponiamo di prendere come modello l’istituzione più prossima ai cittadini per una riforma della costituzione. Per questo proponiamo l’elezione diretta da parte dei cittadini del Presidente del Consiglio sul modello dei sindaci delle città più grandi – scrive il Terzo polo -. La riforma del cosiddetto sindaco di Italia si accompagna, peraltro, ad una necessaria riforma del sistema elettorale”. La collocazione internazionale è saldamente filo atlantica ed europea tanto che viene proposto di adottare una politica estera comune che dovrà portare, col tempo, a “un’integrazione più consolidata dell’esercito e della difesa comune”.