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Difesa

Non solo Ucraina: tutte le prime sfide del nuovo ministro della Difesa tedesco

Il Parlamento europeo preme sulla Germania affinché invii carri armati Leopard 2 all'Ucraina: la decisione spetta al nuovo ministro Pistorius. Tutti i dettagli nell'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino.

Il Parlamento europeo ha innalzato il livello di pressione sul cancelliere Olaf Scholz e contemporaneamente ha inviato un messaggio al nuovo ministro tedesco della Difesa Boris Pistorius, prima ancora che egli riceva il certificato di nomina. Diversi gruppi politici del Parlamento europeo hanno infatti approvato una mozione che chiede al governo tedesco di autorizzare la consegna di carri armati Leopard 2 all’Ucraina. E gli si raccomanda inoltre di riunirsi in un consorzio con quei paesi dell’Ue che vogliono fornire a Kiev i carri armati, i quali devono essere inviati nella zona di guerra “senza ulteriori ritardi”.

OCCHI PUNTATI SUI LEOPARD TEDESCHI

È particolarmente curioso che un politico tedesco dei Verdi abbia contribuito alla presentazione della mozione: Reinhard Bütikofer, uno dei più navigati parlamentari del gruppo tedesco e influente esperto di politica estera. Per Bütikofer, non si tratta solo delle forniture di carri armati. A suo avviso, la posizione europea nei confronti dell’Ucraina è una delle numerose sfide che determineranno la futura posizione dell’Ue nella politica mondiale. “Per l’Ue, i prossimi sette anni decideranno se ci siederà a tavola o se saremo solo una portata nel menù”, aveva detto alla vigilia del voto in un dibattito sulla politica estera al Parlamento europeo di Strasburgo: “Non basta essere alleati, dobbiamo essere alleati forti”.

I socialdemocratici tedeschi al Parlamento europeo sono meno entusiasti della proposta di Bütikofer. E non hanno apprezzato l’idea di esercitare pressioni da Bruxelles sulla propria coalizione di governo a Berlino, tanto che la maggioranza degli europarlamentari socialdemocratici ha votato contro la mozione, come aveva preannunciato il portavoce della politica estera, Dietmar Köster.

“Tutti gli occhi sono puntati sui Leopard tedeschi”, aveva affermato l’eurodeputata francese Nathalie Loiseau nel dibattito a Strasburgo, a testimonianza che il temporeggiamento tedesco sui carri armati sta sfibrando anche alleanze consolidate come quella franco-tedesca. Loiseau non è una deputata qualunque. La sua voce ha un certo peso a Bruxelles, e lei stessa è considerata una stretta confidente del presidente Emmanuel Macron: “Si spera che a Berlino vengano prese decisioni forti”, è il messaggio conclusivo che ha aggiunto.

LA DECISIONE DI PISTORIUS

A prendere questa decisione dovrà essere il nuovo ministro Pistorius, subentrato alla collega di partito Christine Lambrech. Il suo omologo francese, Sébastien Lecornu, è stato tra i primi a congratularsi con lui su Twitter, scrivendo che non vede l’ora di “rafforzare la cooperazione tra i due paesi”. Una parabola diplomatica per dire che tale cooperazione potrebbe essere migliore (e domenica 22 a Parigi i due ministri si vedranno per la prima volta).

Pistorius non ha molto tempo per familiarizzare con la situazione. Già giovedì 19 gennaio riceverà la visita del più grande e importante partner della Nato, il Segretario alla Difesa americano Lloyd Austin. La questione al centro del colloqui sarà se la Nato riuscirà a trovare una linea comune sulla controversa questione dei carri armati per l’Ucraina.

Per ora gli alleati, specie europei, vanno in ordine sparso. La Gran Bretagna è stato il primo paese a promettere al Presidente ucraino Volodymyr Selenskyj moderni carri armati, 14 Challenger, con la promessa di addestramento per i soldati ucraini. E con la Polonia e la Finlandia, i primi due Paesi si sono espressi a favore della consegna dei carri armati Leopard. Tutti gli altri si sono finora trattenuti.

Compresa Washington che, fanno notare a Berlino, ha finora inviato mezzi corazzati per il trasporto di personale, ma non carri armati più pesanti. Proprio come la Germania. Si sa che il cancelliere tedesco fa dipendere la sua decisione dall’inserimento del carro armato Usa Abrams in un’azione congiunta degli alleati. Scholz e Joe Biden ne avrebbero ancora discusso in un colloquio telefonico qualche giorno fa. E la questione sarà probabilmente in cima all’agenda dei colloqui tra Austin e Pistorius.

Per il momento Kiev deve accontentarsi del sostegno di prammatica rinnovato da Scholz dal podio di Davos. “Continueremo a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha detto il cancelliere ricordando l’invio di “una grande quantità di armi si base continua e in stretta collaborazione con i partner internazionali” e la promessa della consegna del sistema di difesa aerea Patriot. Ma nessuna parola è uscita dalla bocca di Scholz sul tema dei Leopard. Finora il cancelliere si è espresso contro la consegna dei carri armati, sostenendo che la Germania non dovrebbe andare da sola. Resta la pressione di Polonia e altri paesi Ue e Nato che vogliono consegnare all’Ucraina i propri carri armati Leopard. Per farlo hanno però bisogno dell’autorizzazione del paese produttore, la Germania.

Tutto potrebbe decidersi nel giro di poche ore. Perché dopo il discorso di Scholz a Davos di mercoledì e l’incontro Austin-Pistorius di giovedì, venerdì 20 gennaio a Ramstein, nella base aerea americana in Renania-Palatinato, i partner della Nato e altri sostenitori internazionali del Gruppo di contatto per l’Ucraina, discuteranno proprio di ulteriori aiuti militari per Kiev. In quell’occasione si vedrà quanti paesi saranno disposti a fare un ulteriore passo avanti a sostegno dell’Ucraina, fornendo moderni carri armati. Ma non è ancora chiaro se alla Germania sarà chiesto ufficialmente di dare il via libera alla consegna dei carri armati Leopard.

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